Pisa

IL COMPLEANNO DEL DUOMO

 di Andrea Zanotto

Ottocentonovanta anni fa papa Gelasio II consacrò la Cattedrale di Pisa. La diocesi di Pisa festeggia la sagra della Cattedrale il prossimo 26 settembre quando, alle ore 18, l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto presiederà in Duomo una concelebrazione eucaristica. Francesca Barsotti, storica dell’arte, in servizio nell’Ufficio per la tutela dei beni culturali ecclesiastici della diocesi di Pisa, ha ricostruito la storia della dedicazione in un opuscolo che sarà consegnato in occasione della festa.

Con lei proviamo ad anticiparne i contenuti.

Quando la cattedrale venne consacrata quanti anni erano passati dalla sua fondazione?

«La fondazione del duomo di Pisa è da collocare nei primi mesi dell’anno 1064, mentre la dedicazione della cattedrale avvenne per opera di papa Gelasio II il 26 settembre del 1118.

A questa data l’edificazione della cattedrale, iniziata dall’arcivescovo Guido, doveva aver raggiunto un livello significativo, sebbene non potesse dirsi concluso in ogni sua parte il complesso programma architettonico».

Come fu accolto il papa?

«Papa Gelasio II e il suo numeroso seguito entrarono trionfalmente in Pisa attraverso la porta Aurea. Dopo alcuni giorni di permanenza in città ci fu la solenne cerimonia di dedicazione della cattedrale, che richiamò una grandissima folla. Le fonti riferiscono che presero parte al rito vescovi provenienti da Roma, dalla Tuscia, e dalla Sardegna, mentre una moltitudine clericorum, laicorum, et mulierum non cessava di radunarsi dalle zone vicine. La consacrazione, inoltre, venne accompagnata dalla promulgazione del privilegio che restituiva la cattedra episcopale pisana al rango metropolitano sulla Corsica, privilegio in precedenza concesso da Urbano II e poi tolto».

Come si svolse la consacrazione?

«Il rito della dedicazione prevedeva che durante la consacrazione fossero poste nell’altare reliquie di santi e martiri, una tradizione nata dalla consuetudine paleocristiana di celebrare l’eucaristia sulla tomba di un santo. Papa Gelasio collocò nell’altare preziose reliquie provenienti dalla precedente cattedrale, tra queste la preziosa ampolla con il sangue scaturito dal crocifisso di Bierut, e numerose reliquie di santi e martiri romani o venerati a Roma, tratte manibus propriis dagli scrinia papali. Nella “Historia Dedicationis”, tramandata nel Lezionario membranaceo del XIV secolo (conservato nell’Archivio Capitolare), sono riportati precisi riferimenti al rito della dedicazione dell’altare: anche nel caso della cattedrale pisana la solenne traslazione delle reliquie fu preceduta da una veglia nella notte precedente».

Ma quella non fu l’unica dedicazione dell’altare…

«In seguito ai successivi adeguamenti liturgici si sono susseguite altre dedicazioni dell’altare maggiore: l’altare fu nuovamente consacrato nel 1603 dall’arcivescovo Dal Pozzo, al termine dei lavori che portarono al nuovo assetto del presbiterio dopo il rovinoso incendio del 1595; nel 1774 ad opera dell’arcivescovo Guidi, dopo la collocazione del nuovo altare realizzato dall’Opificio delle pietre dure di Firenze; nel 1825 dall’arcivescovo Ranieri Alliata, in seguito al radicale restauro dell’altare settecentesco; nel giugno del 2001 dall’arcivescovo Plotti, dopo la collocazione del nuovo altare e dell’ambone realizzati da Giuliano Vangi».

Esistono raffigurazioni pittoriche che immortalano la consacrazione del 1118?

«La cerimonia della consacrazione della cattedrale ad opera di Papa Gelasio II è raffigurata, insieme alla mitica fondazione della città di Pisa da parte di Pelope, re dell’Elide, in una tabula membranacea del XV secolo, recentemente restaurata e attualmente conservata nel Museo dell’Opera del Duomo. Una copia settecentesca di questa pergamena, oggi in condizioni precarie di conservazione, era esposta in cattedrale per la ricorrenza della consacrazione fino a tempi recenti».

L’anniversario di quest’anno, cui si vuole dare particolare risalto, riprende un’antica tradizione: negli anni vi sono stati cambiamenti?

«Nel tempo la solenne cerimonia della dedicazione della cattedrale è stata ricordata con la celebrazione di una festa in duomo, dalle fonti risulta che era prevista una solenne processione a cui prendevano parte le autorità religiose e civili.

Alla fine dell’Ottocento il canonico Giuseppe Sainati riporta nel suo Diario Sacro Pisano che, “ai tempi della Repubblica” era consuetudine nel corso della festa cingere all’esterno la cattedrale con la preziosa cintola del duomo, “una zona di seta rossa ornata di Angioli d’argento a basso rilievo»