Ospiti del campus aretino i rappresentanti di quattro atenei italiani (l’Università di Siena, l’Università di Firenze, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Università Roma Tre), e le delegazioni straniere arrivate da undici università di sei Paesi diversi (Sierra Leone, Ucraina, Federazione Russa, Bosnia Herzegovina, Georgia e Palestina). Tutti seduti nelle prime file dell’aula 1 della facoltà di Lettere per confrontarsi su «Università e cittadini di domani» e firmare una dichiarazione d’intenti «per diffondere e promuovere la cultura del dialogo e dell’incontro», si legge nel documento.A promuovere la proposta di collaborazione cui hanno aderito le università che hanno partecipato all’incontro la facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo e l’associazione «Rondine – Cittadella della Pace». Due le ipotesi per avviare una fitta rete di scambi fra gli atenei. La prima prevede una formazione itinerante per un gruppo di studenti provenienti dalle varie università che prenderanno parte a un corso biennale sulla pace in cui le lezioni si terranno nei Paesi che hanno aderito all’iniziativa. L’altra ruota attorno ai docenti delle università aderenti al network che svolgeranno un programma sulle tematiche della gestione e composizione dei conflitti e che terranno alcuni moduli nelle università italiane che aderiscono al progetto. «Il dialogo è il fulcro dell’università – ha spiegato il preside della facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, Camillo Brezzi – Ed è essenziale che gli atenei si incontrino per porsi come prospettiva quella del confronto fra le culture».Protagonista a sorpresa della mattinata è stato il Cardinale Jean-Louis Tauran, ex ministro degli esteri vaticano e attuale Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. «La Chiesa è sempre stata vicina all’università – ha detto nel suo intervento – Basti pensare che Benedetto XVI ha alla spalle un prestigioso curriculum da professore universitario». Secondo il Cardinale, la formazione universitaria ha come pilastri «lo spirito di critica e la tolleranza». E Tauran è tornato su un tema caro a Giovanni Paolo II. «E’ necessario un dialogo sempre più forte fra religione e scienza, fra fede e ragione«, ha spiegato. Un dialogo che ha bisogno di «un’università che sia luogo di libertà, che non sia prigioniera di condizionamenti ideologici e che sappia dare fiducia all’intelligenza dell’uomo», ha affermato il Cardinale. Di fatto, ha concluso Tauran, «non serve un’università che impone un modello di pensiero ma un’università che parte da valori universali e che ha l’uomo al centro delle sue ricerche e del suo servizio».