Vita Chiesa
Il card. Antonelli al Pontificio Consiglio per la famiglia
In questi anni di episcopato a Firenze, Antonelli ha avuto un’attenzione particolare alla famiglia, tanto da fargli meritare, si direbbe «sul campo», la nomina alla guida dell’apposito Pontificio consiglio.
La famiglia, ha scritto Antonelli nella lettera che durante la benedizione pasquale dello scorso anno (testo integrale)è stata consegnata a tutte le famiglie della diocesi, è «lo snodo tra persona e società, dove si intrecciano e interagiscono relazioni private e relazioni sociali. La qualità della famiglia condiziona sia la qualità delle persone che la qualità della società». «È molto diffusa la mentalità individualista spiega l’arcivescovo di Firenze ; si privilegiano i diritti e l’indipendenza dell’individuo. La famiglia viene privatizzata, ridotta a un semplice rapporto affettivo, senza rilevanza sociale, come se si trattasse soltanto di una forma di amicizia. Anzi, la tendenza a inseguire e consumare emozioni e sensazioni, a usare l’altra persona soprattutto in funzione della propria soddisfazione, rende fragile il rapporto di coppia; impedisce il consolidarsi della fiducia reciproca e di un forte legame di appartenenza. A sua volta la precarietà della coppia incide negativamente sulla nascita e sull’educazione dei figli, compromettendo il bene stesso della società. Non è difficile rendersi conto che senza nascite un popolo muore e senza educazione un popolo va in decadenza».
Antonelli ricorda che in Italia abbiamo la natalità più bassa che ci sia al mondo e che per questo rischiamo una grave crisi economica, sociale e culturale: «Diminuirà la produzione di beni e servizi; diventeranno insostenibili il pagamento delle pensioni e l’assistenza agli anziani, che viceversa, a motivo dell’invecchiamento complessivo della popolazione, avranno bisogno di maggiori risorse umane ed economiche; non si sarà più in grado di assicurare la scuola e il trattamento sanitario gratuiti; si assottiglierà la trasmissione del nostro patrimonio culturale, proprio quando si diffonderanno altre culture portate dagli immigrati».
«L’instabilità del rapporto di coppia a giudizio dell’arcivescovo di Firenze reca grave danno anche all’educazione dei figli, compromettendo spesso il loro equilibrio psicologico e predisponendoli a comportamenti disordinati e devianti».
Da queste considerazioni «emerge quanto sia importante per la società che le famiglie siano stabili, abbiano figli e siano in grado di educarli». Quanto poi al contributo della famiglia per il bene comune, «vale la pena ricordare secondo Antonelli almeno i seguenti elementi: aiuto reciproco tra i coniugi, generazione ed educazione dei figli, trasmissione dei valori umani e culturali, erogazione dei servizi alle persone in situazione di fragilità (bambini, disabili, malati, anziani), funzione di ammortizzatore sociale nei momenti difficili».
Anche per questo la famiglia fondata sul matrimonio «va riconosciuta, tutelata, sostenuta e valorizzata dalle pubbliche autorità» ed «è auspicabile che si sviluppi una strategia per poter arrivare gradualmente a dare alcuni aiuti concreti assai importanti: offerta di nuove opportunità per quanto riguarda la casa e il lavoro, calcolo delle tasse (Irpef, Ici) tenendo conto dei carichi familiari e non solo delle entrate, realizzazione di una rete adeguata di servizi, effettiva attuazione della libertà di educazione, perché non solo i benestanti, ma anche i poveri possano scegliere senza ulteriori oneri finanziari la scuola pubblica non statale, se lo desiderano».
Infine, ribadisce Antonelli, «non vanno confuse con la famiglia altre forme di convivenza, che non comportano l’assunzione degli stessi impegni e doveri nei confronti della società e si configurano piuttosto come un rapporto privato tra individui, analogo al rapporto di amicizia, per il quale nessuno si sogna di chiedere un riconoscimento giuridico. Le esigenze private possono trovare risposta nei diritti riconosciuti alle singole persone».
Gli auguri di Martini e Renzi
«Per lei sette anni di servizio nella diocesi più importante della Toscana, tra noi, eminenza, sette anni di rapporti cordiali, con i fiorentini sette anni di un’intensa esperienza pastorale. Sono quindi rammaricato per il fatto che debba lasciare questa città e al tempo stesso felice per il nuovo importante incarico di rilievo internazionale che la attende, per il quale le formulo i miei migliori auguri anche in vista dell’incontro mondiale delle famiglie in programma nel gennaio prossimo a Città del Messico». E’ questo un passo del messaggio che il presidente della Regione, Claudio Martini, ha inviato al cardinale Ennio Antonelli, dopo aver appreso della sua importante nomina. Martini ha anche telefonato al cardinale per salutarlo personalmente e complimentarsi con lui per il nuovo, importante incarico. Anche il Presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi, ha voluto inviare un augurio al Cardinale: “Pur nel dispiacere del distacco dalla nostra città – ha detto Renzi – la nuova nomina di Antonelli segna il riconoscimento della sua particolare sensibilità e del suo impegno sul tema della famiglia, cellula fondamentale della società e piccola chiesa domestica, sul quale si è speso con molta attenzione in questi anni: dunque auguri di buon lavoro da tutti noi”.
L’intervista a Radio Vaticana
Nato a Todi il 18 novembre 1936, Antonelli ha compiuto gli studi di filosofia e teologia alla Pontificia Università Lateranense; ordinato presbitero il 2 aprile 1960, nella Diocesi di Todi è stato assistente ecclesiastico dell’Associazione Maestri Cattolici, del Movimento Maestri di Azione Cattolica e del Gruppo Laureati di Azione Cattolica, quindi Rettore del Seminario. Per alcuni anni ha insegnato anche lettere e storia dell’arte nel liceo classico e nell’istituto d’arte. Dal 1968 al 1983 è stato docente di Teologia dogmatica all’istituto teologico di Assisi e ha insegnato nelle scuole di formazione teologica in varie diocesi dell’Umbria.
Nel 1982 è stato ordinato Vescovo di Gubbio, dove ha realizzato la costruzione del nuovo seminario, del centro pastorale diocesano e della casa del clero. Nel 1988 è stato nominato Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve: nei sette anni di episcopato ha curato la promozione dei laici nella Chiesa attivando, in particolare, itinerari di formazione per gli operatori pastorali, scuole di formazione all’impegno socio-politico, consigli pastorali e consigli per gli affari economici in tutte le parrocchie, strutture di pastorale giovanile e vocazionale. In questi anni è stato anche membro della Commissione episcopale per la dottrina della fede e la catechesi della Cei, lavorando alla stesura del nuovo Catechismo degli adulti.
Il 25 maggio 1995 è stato nominato dal Papa Segretario generale della Cei. In questo incarico ha curato la preparazione del Convegno ecclesiale di Palermo (1995) e dell’assemblea nazionale della scuola cattolica (1999); si è impegnato nella preparazione del Grande Giubileo del Duemila, con particolare riferimento ai giovani, agli artisti, ai lavoratori, ai docenti universitari. Ha lavorato alla stesura degli Orientamenti pastorali per il decennio in corso, «Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia».
Nominato Arcivescovo di Firenze il 21 marzo 2001, ha fatto l’ingresso in diocesi, come detto, il 20 maggio dello stesso anno. In questo periodo di episcopato nel capoluogo toscano ha potuto incontrare gran parte delle comunità cristiane della diocesi. Tra i settori pastorali a cui si è particolarmente dedicato: la pastorale sanitaria, avviando la costituzione delle Cappellanie ospedaliere; la pastorale scolastica e universitaria, favorendo la nascita di una Cappella universitaria e istituendo momenti fissi di incontro con i docenti; la pastorale sociale, promuovendo la creazione dei «laboratori di impegno socio-culturale». Ha istituito il convegno di associazioni e movimenti, nella seconda domenica di novembre, che ogni anno riunisce centinaia di fedeli appartenenti alle diverse aggregazioni laicali.
Nel giugno del 2003 ha rivolto la sua prima Lettera pastorale alla diocesi di Firenze dal titolo Evangelizzare oggi: comunità cristiana e ministeri in cui, accogliendo le proposte emerse nell’assemblea diocesana, ha presentato alcune indicazioni su come rinnovare la pastorale delle parrocchie, mediante un maggiore coinvolgimento delle famiglie nella catechesi per l’iniziazione cristiana dei figli e mediante percorsi articolati per la preparazione dei fidanzati al matrimonio. Allo stesso tempo ha sollecitato iniziative di formazione per gli operatori pastorali, chiamati ad affiancare i parroci con responsabilità sempre maggiori.
Il 21 ottobre 2003, come ricordato, è stato creato cardinale nell’ultimo Concistoro presieduto da Giovanni Paolo II. È stato membro del Pontificio consiglio per i laici e del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali.
Nel febbraio del 2005 ha iniziato la Visita pastorale, che lo sta portando a incontrare sistematicamente tutte le parrocchie della Diocesi, vicariato per vicariato.
Tra le iniziative promosse a Firenze c’è anche la nascita dell’Istituto diocesano di musica, che offre corsi per imparare a suonare vari strumenti, lezioni di canto e di direzione di coro, mentre si fa strada l’ipotesi di un’orchestra diocesana. Antonelli ha promosso anche le Letture dantesche nel Battistero di Firenze: si tratta di cicli di incontri, realizzati in collaborazione con l’Opera del Duomo, che ogni anno radunano diverse centinaia di persone.
Nel settembre 2005 ha inviato alla diocesi la sua seconda Lettera pastorale, Parrocchia comunità eucaristica per il mondo (testo integrale): un testo, scrive lo stesso Cardinale, che vuole essere «un aiuto a ravvivare la consapevolezza e la gioia dell’essere Chiesa e dell’essere parrocchia». Tra i richiami contenuti nel messaggio, quello a non trascurare la partecipazione alla messa, presentandosi all’appuntamento domenicale «ben disposti, in modo attivo e consapevole, con il cuore vibrante di amore, di gioia, di lode e di gratitudine». Nel 2005 è stato anche nominato Consulente ecclesiastico nazionale dell’Ucid, Unione cristiana imprenditori e dirigenti, ed è stato tra i promotori dell’Udienza che Benedetto XVI ha concesso, il 4 marzo 2006, ad oltre 8000 soci e simpatizzanti dell’Ucid.
Il 3 ottobre 2006 è stato eletto Presidente della Conferenza episcopale toscana. Negli ultimi tempi ha dovuto affrontare anche la dolorosa vicenda legata agli abusi compiuti da don Lelio Cantini quand’era parroco della Regina della pace.
IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA
Il Pontificio Consiglio per la Famiglia è stato istituto da Giovanni Paolo II con il Motu Proprio Familia a Deo Instituta nel 1981, sostituendo il Comitato per la Famiglia che era stato creato da Paolo VI nel 1973.
Il Consiglio è responsabile per la promozione del ministero pastorale e l’apostolato della famiglia, in applicazione degli insegnamenti e degli orientamenti del Magistero ecclesiastico, in modo che le famiglie cristiane siano aiutate a compiere la missione educativa ed apostolica a cui sono chiamate.
Al Dicastero spetta il compito di promuovere e coordinare gli sforzi pastorali in ordine alla procreazione responsabile e di incoraggiare, sostenere e coordinare le iniziative in difesa della vita umana in tutto l’arco della sua esistenza, dal concepimento alla morte naturale.
Relativamente alla pastorale familiare e alla difesa della vita umana, i seguenti temi rientrano nella sfera di competenza del Consiglio: la teologia e la catechesi della famiglia; la spiritualità coniugale e familiare; i diritti della famiglia e del bambino; la formazione dei laici impegnati nella pastorale familiare; i corsi di preparazione al matrimonio.
Il Dicastero si occupa inoltre di altre questioni quali l’educazione sessuale, la demografia, la contraccezione e l’aborto, la sterilizzazione, le questioni etiche e pastorali riguardanti l’AIDS e altri problemi di bioetica; la legislazione relativa al matrimonio e alla famiglia, alle politiche familiari e alla tutela della vita umana.
Sua Em.za il Cardinale Alfonso López Trujillo, S.E.R. Mons. Karl Josef Romer e Mons. Jean Laffitte sono rispettivamente Presidente, Segretario e Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Il Comitato di Presidenza del Dicastero è composto da 15 Cardinali e 12 Arcivescovi e Vescovi; 19 coppie di coniugi, provenienti da tutto il mondo, sono Membri del Dicastero, il quale si avvale anche della collaborazione di 43 Consultori e 10 Officiali.
Dal 1994, a richiesta delle diverse Conferenze Episcopali, il Consiglio offre Corsi di aggiornamento per Vescovi e agenti pastorali su: Famiglia, vita e questioni etiche.
A partire dal 1994, Anno della Famiglia, il Dicastero è responsabile per l’organizzazione degli Incontri Mondiali delle Famiglie svoltisi finora a: Roma 1994; Rio de Janeiro 1997; Roma 2000 nel contesto del Giubileo delle Famiglie; Manila 2003. Il V Incontro Mondiale delle Famiglie si terrà a Valencia (Spagna) nel 2006.
Nel 1996 il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha avviato la pubblicazione della Rivista quadrimestrale, Familia et Vita, contenente articoli di esperti e pastori (nelle lingue originali con sommari in cinque lingue) su argomenti che rientrano nell’area di competenza del Dicastero. Il Consiglio ha realizzato molte pubblicazioni, disponibili in diverse lingue, su temi attinenti alla famiglia e alla vita umana.
«L’amore cristiano in famiglia». Lettera pasquale alle famiglie del card. Antonelli
Omelia del cardinale Antonelli a Barbiana nel 40° anniversario della morte di don Milani