Vita Chiesa

Il card. Antonelli al Pontificio Consiglio per la famiglia

Il cardinale Ennio Antonelli, 72 anni, dal 2001 arcivescovo di Firenze, è stato nominato presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. L’annuncio è stato dato stamani a mezzogiorno attraverso una nota della Sala stampa della Santa Sede e in contemporanea nel capoluogo toscano dallo stesso prelato e dal vescovo ausiliare Claudio Maniago di fronte ai responsabili degli Uffici pastorali riuniti nel Palazzo arcivescovile di piazza San Giovanni. Nell’occasione è stata data lettura anche della lettera della Congregazione per i vescovi con cui Antonelli viene nominato amministratore apostolico della diocesi, incarico che manterrà probabilmente fino a settembre, mentre ha già fissato il saluto ufficiale per il 24 giugno in occasione della festa di San Giovanni patrono della città di Firenze.«Sono grato al Papa per la fiducia accordatami – ha detto Antonelli –: ho sempre notato una forte sintonia con lui ogni volta che l’ho incontrato. E questa vicinanza in tutto mi fa stare tranquillo nel mio nuovo incarico» anche se «avverto una grande responsabilità perché sono pienamente consapevole dell’importanza dell’organismo che andrò a presiedere. La famiglia è infatti la cellula base della Chiesa e della società e essa è fortemente apprezzata a livello di ideali ed è in cima alle aspirazioni del popolo italiano. Eppure è in grandi difficoltà, è minacciata, è in crisi. Farò tesoro dell’esperienza fatta in questi anni alla guida della Diocesi per promuovere il bene della famiglia, a tutti i livelli».

In questi anni di episcopato a Firenze, Antonelli ha avuto un’attenzione particolare alla famiglia, tanto da fargli meritare, si direbbe «sul campo», la nomina alla guida dell’apposito Pontificio consiglio.

La famiglia, ha scritto Antonelli nella lettera che durante la benedizione pasquale dello scorso anno (testo integrale)è stata consegnata a tutte le famiglie della diocesi, è «lo snodo tra persona e società, dove si intrecciano e interagiscono relazioni private e relazioni sociali. La qualità della famiglia condiziona sia la qualità delle persone che la qualità della società». «È molto diffusa la mentalità individualista – spiega l’arcivescovo di Firenze –; si privilegiano i diritti e l’indipendenza dell’individuo. La famiglia viene privatizzata, ridotta a un semplice rapporto affettivo, senza rilevanza sociale, come se si trattasse soltanto di una forma di amicizia. Anzi, la tendenza a inseguire e consumare emozioni e sensazioni, a usare l’altra persona soprattutto in funzione della propria soddisfazione, rende fragile il rapporto di coppia; impedisce il consolidarsi della fiducia reciproca e di un forte legame di appartenenza. A sua volta la precarietà della coppia incide negativamente sulla nascita e sull’educazione dei figli, compromettendo il bene stesso della società. Non è difficile rendersi conto che senza nascite un popolo muore e senza educazione un popolo va in decadenza».

Antonelli ricorda che in Italia abbiamo la natalità più bassa che ci sia al mondo e che per questo rischiamo una grave crisi economica, sociale e culturale: «Diminuirà la produzione di beni e servizi; diventeranno insostenibili il pagamento delle pensioni e l’assistenza agli anziani, che viceversa, a motivo dell’invecchiamento complessivo della popolazione, avranno bisogno di maggiori risorse umane ed economiche; non si sarà più in grado di assicurare la scuola e il trattamento sanitario gratuiti; si assottiglierà la trasmissione del nostro patrimonio culturale, proprio quando si diffonderanno altre culture portate dagli immigrati».

«L’instabilità del rapporto di coppia – a giudizio dell’arcivescovo di Firenze – reca grave danno anche all’educazione dei figli, compromettendo spesso il loro equilibrio psicologico e predisponendoli a comportamenti disordinati e devianti».

Da queste considerazioni «emerge quanto sia importante per la società che le famiglie siano stabili, abbiano figli e siano in grado di educarli». Quanto poi al contributo della famiglia per il bene comune, «vale la pena ricordare – secondo Antonelli – almeno i seguenti elementi: aiuto reciproco tra i coniugi, generazione ed educazione dei figli, trasmissione dei valori umani e culturali, erogazione dei servizi alle persone in situazione di fragilità (bambini, disabili, malati, anziani), funzione di ammortizzatore sociale nei momenti difficili».

Anche per questo la famiglia fondata sul matrimonio «va riconosciuta, tutelata, sostenuta e valorizzata dalle pubbliche autorità» ed «è auspicabile che si sviluppi una strategia per poter arrivare gradualmente a dare alcuni aiuti concreti assai importanti: offerta di nuove opportunità per quanto riguarda la casa e il lavoro, calcolo delle tasse (Irpef, Ici) tenendo conto dei carichi familiari e non solo delle entrate, realizzazione di una rete adeguata di servizi, effettiva attuazione della libertà di educazione, perché non solo i benestanti, ma anche i poveri possano scegliere senza ulteriori oneri finanziari la scuola pubblica non statale, se lo desiderano».

Infine, ribadisce Antonelli, «non vanno confuse con la famiglia altre forme di convivenza, che non comportano l’assunzione degli stessi impegni e doveri nei confronti della società e si configurano piuttosto come un rapporto privato tra individui, analogo al rapporto di amicizia, per il quale nessuno si sogna di chiedere un riconoscimento giuridico. Le esigenze private possono trovare risposta nei diritti riconosciuti alle singole persone».

Gli auguri di Martini e Renzi

«Per lei sette anni di servizio nella diocesi più importante della Toscana, tra noi, eminenza, sette anni di rapporti cordiali, con i fiorentini sette anni di un’intensa esperienza pastorale. Sono quindi rammaricato per il fatto che debba lasciare questa città e al tempo stesso felice per il nuovo importante incarico di rilievo internazionale che la attende, per il quale le formulo i miei migliori auguri anche in vista dell’incontro mondiale delle famiglie in programma nel gennaio prossimo a Città del Messico». E’ questo un passo del messaggio che il presidente della Regione, Claudio Martini, ha inviato al cardinale Ennio Antonelli, dopo aver appreso della sua importante nomina. Martini ha anche telefonato al cardinale per salutarlo personalmente e complimentarsi con lui per il nuovo, importante incarico. Anche il Presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi, ha voluto inviare un augurio al Cardinale: “Pur nel dispiacere del distacco dalla nostra città – ha detto Renzi – la nuova nomina di Antonelli segna il riconoscimento della sua particolare sensibilità e del suo impegno sul tema della famiglia, cellula fondamentale della società e piccola chiesa domestica, sul quale si è speso con molta attenzione in questi anni: dunque auguri di buon lavoro da tutti noi”.

L’intervista a Radio Vaticana

Ma come ha accolto il card. Antonelli questa nomina? Lo ha spiegato al microfono di Sergio Centofanti di Radio Vaticana. Ecco il testo dell’intervista:“Innanzitutto, con un atteggiamento di gratitudine verso il Santo Padre per la fiducia che mi ha accordato; poi, con senso di grande responsabilità per l’importanza decisiva che la famiglia ha per la Chiesa e per la società civile. La famiglia, oggi, è una realtà altamente apprezzata come ideale, anche dai giovani, in Europa, vedevo in recenti indagini. Ma anche, però – tutti ce ne rendiamo conto – è gravemente minacciata e in crisi. Quindi, indubbiamente, mi fa sentire una grande responsabilità, e mi affido alla benevolenza del Santo Padre ma soprattutto alla grazia del Signore per poter svolgere bene questo servizio alla famiglia e alla Chiesa”.Radio Vaticana: La famiglia appare talora sotto attacco. Quali le sfide principali?“Direi l’unità, la stabilità del matrimonio e anche la stessa fecondità della coppia. Noi sappiamo come il calo demografico in alcuni Paesi, soprattutto in Europa, metta a rischio il futuro, l’avvenire stesso dei nostri popoli, a cominciare anche dal popolo italiano”.Radio Vaticana: Perché si fa così difficoltà, in concreto, a riconoscere l’importanza della famiglia?“Perché l’amore vero, l’amore inteso come dono di sé, come accoglienza dell’altro nella propria vita, l’amore inteso quindi come unità profonda, richiede anche una vittoria su se stessi, una vittoria sulle proprie inclinazioni spontanee. Bisogna imparare a dominare le proprie inclinazioni e la ricerca dell’interesse, dell’utile, del piacere immediato. E questo è difficile. Già, quindi, c’è una debolezza interiore, una fragilità nelle persone e poi, nella società, nell’ambiente c’è una cultura non favorevole alla famiglia e ci sono anche degli interessi che remano contro la famiglia. La stessa organizzazione di molti aspetti della società non favorisce certo la famiglia. C’è però anche una presa di coscienza dell’importanza dellafamiglia: è molto forte in molti ambiti culturali anche non direttamente cattolici. Mi pare che convivono, queste due realtà, queste due impostazioni: da una parte si riconosce che se la famiglia va in crisi rischia grosso anche la società, la compattezza, la solidità della società, anche i grandi valori umani, e dall’altra però ci sono anche degli interessi, delle forme culturali e anche dinamiche economiche e sociali che non sono favorevoli alla famiglia”.Radio Vaticana: La Chiesa dice tanti “sì” sulla famiglia, sulla vita ma a volte sono interpretati come “no”, come divieti: perché?“Sì: ecco, qui direi che bisogna insistere molto anche nel linguaggio e presentare la proposta evangelica positiva sulla famiglia, i grandi valori, la bellezza della famiglia cristiana e anche autenticamente umana. Bisogna far risaltare soprattutto il positivo. Poi, è chiaro che questo positivo richiede delle scelte e le scelte comportano anche dei “no”. Ma dietro, prima e più dei “no”, conta il “sì”, il grande “sì” alla vita, il grande “sì” alla dignità della persona, il grande “sì” alla comunione tra le persone che trova nella famiglia una sua attuazione basilare e, direi, emblematica”.Radio Vaticana: Lei succede al cardinale Trujillo. Un ricordo del porporato colombiano:“Io ho conosciuto il cardinale Trujillo anche da vicino: ho visto in lui una grande passione per la famiglia e ho visto in lui anche un grande impegno concreto, attivo a favore della famiglia. E il coraggio, anche: il coraggio di non temere l’impopolarità con certe prese di posizione”. LA SCHEDAIl cardinale Antonelli è giunto nel capoluogo toscano il 20 maggio 2001 dopo aver trascorso sei anni a Roma come Segretario generale della Conferenza episcopale italiana. È stato eletto cardinale il 21 ottobre 2003.

Nato a Todi il 18 novembre 1936, Antonelli ha compiuto gli studi di filosofia e teologia alla Pontificia Università Lateranense; ordinato presbitero il 2 aprile 1960, nella Diocesi di Todi è stato assistente ecclesiastico dell’Associazione Maestri Cattolici, del Movimento Maestri di Azione Cattolica e del Gruppo Laureati di Azione Cattolica, quindi Rettore del Seminario. Per alcuni anni ha insegnato anche lettere e storia dell’arte nel liceo classico e nell’istituto d’arte. Dal 1968 al 1983 è stato docente di Teologia dogmatica all’istituto teologico di Assisi e ha insegnato nelle scuole di formazione teologica in varie diocesi dell’Umbria.

Nel 1982 è stato ordinato Vescovo di Gubbio, dove ha realizzato la costruzione del nuovo seminario, del centro pastorale diocesano e della casa del clero. Nel 1988 è stato nominato Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve: nei sette anni di episcopato ha curato la promozione dei laici nella Chiesa attivando, in particolare, itinerari di formazione per gli operatori pastorali, scuole di formazione all’impegno socio-politico, consigli pastorali e consigli per gli affari economici in tutte le parrocchie, strutture di pastorale giovanile e vocazionale. In questi anni è stato anche membro della Commissione episcopale per la dottrina della fede e la catechesi della Cei, lavorando alla stesura del nuovo Catechismo degli adulti.

Il 25 maggio 1995 è stato nominato dal Papa Segretario generale della Cei. In questo incarico ha curato la preparazione del Convegno ecclesiale di Palermo (1995) e dell’assemblea nazionale della scuola cattolica (1999); si è impegnato nella preparazione del Grande Giubileo del Duemila, con particolare riferimento ai giovani, agli artisti, ai lavoratori, ai docenti universitari. Ha lavorato alla stesura degli Orientamenti pastorali per il decennio in corso, «Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia».

Nominato Arcivescovo di Firenze il 21 marzo 2001, ha fatto l’ingresso in diocesi, come detto, il 20 maggio dello stesso anno. In questo periodo di episcopato nel capoluogo toscano ha potuto incontrare gran parte delle comunità cristiane della diocesi. Tra i settori pastorali a cui si è particolarmente dedicato: la pastorale sanitaria, avviando la costituzione delle Cappellanie ospedaliere; la pastorale scolastica e universitaria, favorendo la nascita di una Cappella universitaria e istituendo momenti fissi di incontro con i docenti; la pastorale sociale, promuovendo la creazione dei «laboratori di impegno socio-culturale». Ha istituito il convegno di associazioni e movimenti, nella seconda domenica di novembre, che ogni anno riunisce centinaia di fedeli appartenenti alle diverse aggregazioni laicali.

Nel giugno del 2003 ha rivolto la sua prima Lettera pastorale alla diocesi di Firenze dal titolo Evangelizzare oggi: comunità cristiana e ministeri in cui, accogliendo le proposte emerse nell’assemblea diocesana, ha presentato alcune indicazioni su come rinnovare la pastorale delle parrocchie, mediante un maggiore coinvolgimento delle famiglie nella catechesi per l’iniziazione cristiana dei figli e mediante percorsi articolati per la preparazione dei fidanzati al matrimonio. Allo stesso tempo ha sollecitato iniziative di formazione per gli operatori pastorali, chiamati ad affiancare i parroci con responsabilità sempre maggiori.

Il 21 ottobre 2003, come ricordato, è stato creato cardinale nell’ultimo Concistoro presieduto da Giovanni Paolo II. È stato membro del Pontificio consiglio per i laici e del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali.

Nel febbraio del 2005 ha iniziato la Visita pastorale, che lo sta portando a incontrare sistematicamente tutte le parrocchie della Diocesi, vicariato per vicariato.

Tra le iniziative promosse a Firenze c’è anche la nascita dell’Istituto diocesano di musica, che offre corsi per imparare a suonare vari strumenti, lezioni di canto e di direzione di coro, mentre si fa strada l’ipotesi di un’orchestra diocesana. Antonelli ha promosso anche le Letture dantesche nel Battistero di Firenze: si tratta di cicli di incontri, realizzati in collaborazione con l’Opera del Duomo, che ogni anno radunano diverse centinaia di persone.

Nel settembre 2005 ha inviato alla diocesi la sua seconda Lettera pastorale, Parrocchia comunità eucaristica per il mondo (testo integrale): un testo, scrive lo stesso Cardinale, che vuole essere «un aiuto a ravvivare la consapevolezza e la gioia dell’essere Chiesa e dell’essere parrocchia». Tra i richiami contenuti nel messaggio, quello a non trascurare la partecipazione alla messa, presentandosi all’appuntamento domenicale «ben disposti, in modo attivo e consapevole, con il cuore vibrante di amore, di gioia, di lode e di gratitudine». Nel 2005 è stato anche nominato Consulente ecclesiastico nazionale dell’Ucid, Unione cristiana imprenditori e dirigenti, ed è stato tra i promotori dell’Udienza che Benedetto XVI ha concesso, il 4 marzo 2006, ad oltre 8000 soci e simpatizzanti dell’Ucid.

Il 3 ottobre 2006 è stato eletto Presidente della Conferenza episcopale toscana. Negli ultimi tempi ha dovuto affrontare anche la dolorosa vicenda legata agli abusi compiuti da don Lelio Cantini quand’era parroco della Regina della pace.

IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

Il Pontificio Consiglio per la Famiglia è stato istituto da Giovanni Paolo II con il Motu Proprio Familia a Deo Instituta nel 1981, sostituendo il Comitato per la Famiglia che era stato creato da Paolo VI nel 1973.

Il Consiglio è responsabile per la promozione del ministero pastorale e l’apostolato della famiglia, in applicazione degli insegnamenti e degli orientamenti del Magistero ecclesiastico, in modo che le famiglie cristiane siano aiutate a compiere la missione educativa ed apostolica a cui sono chiamate.

Al Dicastero spetta il compito di promuovere e coordinare gli sforzi pastorali in ordine alla procreazione responsabile e di incoraggiare, sostenere e coordinare le iniziative in difesa della vita umana in tutto l’arco della sua esistenza, dal concepimento alla morte naturale.

Relativamente alla pastorale familiare e alla difesa della vita umana, i seguenti temi rientrano nella sfera di competenza del Consiglio: la teologia e la catechesi della famiglia; la spiritualità coniugale e familiare; i diritti della famiglia e del bambino; la formazione dei laici impegnati nella pastorale familiare; i corsi di preparazione al matrimonio.

Il Dicastero si occupa inoltre di altre questioni quali l’educazione sessuale, la demografia, la contraccezione e l’aborto, la sterilizzazione, le questioni etiche e pastorali riguardanti l’AIDS e altri problemi di bioetica; la legislazione relativa al matrimonio e alla famiglia, alle politiche familiari e alla tutela della vita umana.

Sua Em.za il Cardinale Alfonso López Trujillo, S.E.R. Mons. Karl Josef Romer e Mons. Jean Laffitte sono rispettivamente Presidente, Segretario e Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Il Comitato di Presidenza del Dicastero è composto da 15 Cardinali e 12 Arcivescovi e Vescovi; 19 coppie di coniugi, provenienti da tutto il mondo, sono Membri del Dicastero, il quale si avvale anche della collaborazione di 43 Consultori e 10 Officiali.

Dal 1994, a richiesta delle diverse Conferenze Episcopali, il Consiglio offre Corsi di aggiornamento per Vescovi e agenti pastorali su: “Famiglia, vita e questioni etiche”.

A partire dal 1994, Anno della Famiglia, il Dicastero è responsabile per l’organizzazione degli Incontri Mondiali delle Famiglie svoltisi finora a: Roma 1994; Rio de Janeiro 1997; Roma 2000 nel contesto del Giubileo delle Famiglie; Manila 2003. Il V Incontro Mondiale delle Famiglie si terrà a Valencia (Spagna) nel 2006.

Nel 1996 il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha avviato la pubblicazione della Rivista quadrimestrale, Familia et Vita, contenente articoli di esperti e pastori (nelle lingue originali con sommari in cinque lingue) su argomenti che rientrano nell’area di competenza del Dicastero. Il Consiglio ha realizzato molte pubblicazioni, disponibili in diverse lingue, su temi attinenti alla famiglia e alla vita umana.

«L’amore cristiano in famiglia». Lettera pasquale alle famiglie del card. Antonelli

Omelia del cardinale Antonelli a Barbiana nel 40° anniversario della morte di don Milani

Caso Don Cantini, intervento del card. Antonelli

Card. Antonelli, Lettera pasquale alle famiglie (2007)