Vita Chiesa

Il campo internazionale dell’Opera La Pira: giovani cristiani, ebrei, musulmani uniti nel dialogo

L’Opera «La Pira», da sempre, è impegnata nella formazione integrale dei giovani, offrendo a ragazzi e ragazze di varie età la possibilità di vivere un’esperienza di vita diversa dal quotidiano, dove potersi tuffare in un percorso di crescita che coinvolga la persona, la spiritualità e la vita nella comunità. Lo scoglio, da scalare ogni volta, è la lontananza da casa, l’essere circondati da persone nuove e diverse, la sfida di imparare a convivere condividendo spazi, pensieri ed emozioni.Il campo internazionale rimane in linea con questa logica ma con un livello di sfida, e dunque di opportunità, ancora maggiore: condividere l’esperienza con giovani provenienti da paesi diversi, con diverse culture e credi religiosi. È uno scoglio più alto, fin da subito. La difficoltà della lingua, la distanza geografica e culturale molto ampia e la delicatezza necessaria ad affrontare temi complessi con giovani provenienti da aree di conflitto.Appena arrivati si percepisce chiaramente un invito: l’invito a scalare lo scoglio, a mettersi totalmente in gioco, a non avere paura, fatica o imbarazzo nello sfruttare questa occasione incredibile. Dopo essersi sistemati si prende la rincorsa, senza guardare in basso, si trattiene il respiro e ci si tuffa, tutti insieme e ciascuno a modo suo.Il tema di confronto quest’anno era la diversità: «Different together. Oltre le disuguaglianze, costruiamo fraternità e giustizia insieme». Il centro della discussione è, quindi, la comprensione delle diversità che ci contraddistinguono, la distinzione tra differenze positive, che arricchiscono, o negative, che separano, e che chiamiamo disuguaglianze. Con l’ambizione di costruire una società più giusta e fraterna.Il primo momento di incontro, guidato da Riccardo Moro, ha posto le basi per la discussione. Abbiamo cercato di definire il concetto di disuguaglianza, il confine tra differenza e disuguaglianza, approfondendo vari esempi di disuguaglianze che affliggono la nostra società. Qual è la relazione tra disuguaglianze e diritti umani? Come si può fare giustizia? Come posso agire nel mio piccolo in questa direzione? Sono solo alcune delle domande nate da questo incontro su cui poi si è discusso in piccoli gruppi nei giorni successivi.Dall’inquadramento economico e sociale delle disuguaglianze la riflessione è passata poi al livello geopolitico, guidata dall’ambasciatore Pasquale Ferrara, direttore generale degli affari politici presso il Ministero degli Esteri. Attingendo dalle sue innumerevoli esperienze nell’area del Mediterraneo, l’ambasciatore ha fatto immergere i partecipanti nelle disuguaglianze tra i vari Paesi e in particolare con il focus sulle crisi che affliggono l’area del Mediterraneo. Libano, Tunisia, Libia, Iraq, Afghanistan, tutti paesi al centro delle cronache di attualità che ci interrogano sul corretto approccio diplomatico e di impegno nell’area.Lo scopo di ogni incontro è sicuramente anche quello di arricchire le conoscenze di chi ascolta ma, in ogni tuffo che si rispetti, il primo passo è quello di staccarsi da terra. Abbandonare le convinzioni e la roccia solida sotto i piedi per riempirsi di domande ed incertezze che permettono di avere nuovi spunti, stimoli e incentivi a cercare oltre. Per fare questo però è necessario che ciascuno conosca almeno il punto di partenza: se stesso, così da potersi relazionare agli altri con la propria identità e il proprio bagaglio.Per concludere, come ormai da tradizione, si è tenuto un incontro di dialogo inter-religioso di tutte le tre religioni abramitiche: i presenti si sono confrontati sul tema del campo evidenziando le diversità e le somiglianze di approccio ai problemi religiosi e culturali, alle sfide e alle opportunità del tempo presente. Un momento di ricchezza culturale e di dialogo immensi. Hanno partecipato il rabbino Joseph Levi, già capo della comunità ebraica di Firenze, Sumaya Abdel-Quader, consigliera del Comune di Milano, e don Giovanni Martini, parroco fiorentino.Oltre agli incontri il campo è fatto soprattutto di esperienze, difficili da trasporre su carta: riflessioni personali e in gruppo, preghiere e dialogo inter-religioso, giornate al mare; ma anche cucinare l’uno a fianco all’altro e passare serate a guardare il cielo stellato sotto al quale tutti ci troviamo. In una parola «legami» che hanno fatto riconoscere tutti, al di là di ogni differenza, come fratelli e sorelle.Così si cade in acqua dopo un turbine di emozioni, riemergiamo nel nostro quotidiano, riprendiamo fiato, un po’ cambiati e con il sorriso sulle labbra di chi non aspetta altro che tuffarsi ancora.Edoardo MaraniOpera La Pira