Cultura & Società
Il bue e l’asinello: due animali «a statuto speciale»
Perché proprio questi due animali? In primo luogo perché erano fra i quadrupedi più presenti nella quotidianità del mondo antico: il possederne indicava senz’altro ricchezza (Abramo ricevette greggi, buoi e asini dal Faraone secondo Genesi 12,16), ma soprattutto esistevano profezie che li mettevano in rapporto con il Messia e la sua venuta. Il profeta Abacuc aveva scritto al versetto 3,2 nella versione dei Settanta: «In mezzo ai due animali ti manifesterai»; quali fossero lo si ricava dal testo di Isaia 1,3: «il bue conosce il proprietario e l’asino la greppia del padrone» dove per «greppia» si usa la parola greca phatme, che è la mangiatoia del testo di Luca.
I Padri della Chiesa e gli scrittori cristiani antichi vedono in loro i due popoli, Giudei e pagani, presenti alla nascita di Gesù. Il bue è per la Sacra Scrittura animale mondo (Levitico 11,3 e Deuteronomio 14,5); in più porta il giogo, ossia conosce la Legge: eccolo quindi adatto a simboleggiare i Giudei, dai quali provengono apostoli ed evangelisti. Grande e mansueto, fin dalle elementari sappiamo che è buono («T’amo, pio bove», dice il poeta); considerato addirittura sacro in Egitto nella figura del bue Api, esaltato in letteratura latina come indispensabile aiuto per l’uomo nelle fatiche dei campi ne scrivono Varrone e Columella , diventa grazie a Paolo (1Cor 9,4; 8-10 e 14) il simbolo del predicatore, che con pazienza e fatica evangelizza e che deve vivere con i proventi del suo lavoro. Il grande quadrupede rappresenta quanti hanno arato i cuori degli uomini e seminato la parola di Dio. Se però si accentua troppo questo legame con la terra, è in agguato per lui un significato negativo: può indicare chi si occupa troppo di cose terrene e non a caso in Giovanni 2,15 Gesù scaccia dal tempio i venditori con pecore e buoi (lo sottolinea Origene, Commento a Giovanni X,24,142).
E l’asino? Anche nel mondo antico dare di «asino» a qualcuno era una offesa (ce lo dice Cicerone, In Pisonem 73), perché caratterizzato da poca intelligenza, testardaggine, carattere indolente. Peraltro, anch’esso grande lavoratore, capace di portare enormi pesi, era indice di ricchezza e a dorso d’asino viaggiavano non solo genti modeste, come la Sacra Famiglia, ma anche personaggi importantissimi, fra cui il Messia secondo Zaccaria 9,9: «Ecco a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro d’asina». Animale messianico, dunque, e sarà proprio un «ciuco» la cavalcatura del Signore al momento dell’entrata in Gerusalemme. Bestia di pace, viene contrapposto al cavallo, simbolo di guerra: il nemico viene sempre su un destriero, come i cavalieri del Faraone, poi sommersi nel Mar Rosso. È tuttavia fra gli animali immondi e rappresenta, nell’allegoria antica, il popolo pagano, gli idolatri che non conoscono Dio. Sarà Gesù stesso a sceglierlo per il suo ingresso trionfale, a simboleggiare l’elezione delle genti. Lo si vedrà però ancora come l’immagine di chi «è tardo e lento nel comprendere», secondo Cirillo, Commento a Zaccaria VI,110, ossia dei pagani che non si arrendevano alla vera fede.
Fra gli zoologi antichi godeva la pessima fama di bestia dedita alla lussuria: diventa così il simbolo del nostro corpo, che l’anima deve tenere a freno e guidare (Paolino di Nola, Carme 24, 617-618, poeta di sec. IV). Ma può indicare anche una nostra dimensione del tutto positiva: «Noi tutti cristiani, scrive Ambrogio, siamo gli asinelli del Signore, lieti perché portiamo i suoi misteri», ridenti e rampanti come il ciuchino del mosaico sul pavimento della splendida basilica di Aquileia.
E nel presepe? Rappresenta il popolo dei pagani, ovviamente, ma il fatto che lui e il bue siano lì, insieme, sta a significare l’unione dei discendenti di Giudei e Gentili e di tutti i popoli del mondo nel nome del Signore. Se sapessero questo, gli sciagurati Bonolis e Laurenti, nello spot che reclamizza un noto caffè, sarebbero ben fieri di dare le loro sembianze a due «bestie» davvero a statuto speciale.
Sul bue e l’asinello abbiamo raccolto alcuni passi antichi.