Le tentazioni possono anche fare da sfondo ad alcuni racconti. Ecco un racconto che don Francesco Sensini, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, propone ai catechisti e ai lettori di Toscana Oggi, sulla prima tentazione, per sorridere.C’era una volta un bramino buono e pio che viveva di elemosine che i fedeli gli regalavano.Un giorno però pensò: «Andrò a chiedere l’elemosina vestito come un povero intoccabile». Così si mise uno straccio intorno ai fianchi, come fanno i paria, i più poveri dell’India.Quel giorno nessuno lo salutò, nessuno gli diede l’elemosina. Andò al mercato, andò al tempio, ma nessuno gli rivolgeva la parola.La volta successiva il bramino si vestì secondo la sua casta: si mise un bel vestito bianco, un turbante di seta e una giacchetta ricamata. La gente lo salutava egli dava denaro per lui e per il tempio.Quando tornò a casa, il bramino si tolse gli abiti, li posò su una sedia e si inchinò profondamente. Poi disse: «Oh! Fortunati voi, vestiti! Fortunati! Sulla terra ciò che è certamente più onorato è il vestito, non l’essere umano che vi è sotto».