Cultura & Società
Il bosco sulla tavola
Capita invece l’opposto a chi apra il consistente volume di Luciano Cassioli: 500 ricette di selvaggina, Editoriale Olimpia, Sesto Fiorentino, 2005, pp. 478, euro 26,00. Si tratta di un libro nuovo e questa per un libro di cucina è una dote rara, se non rarissima, in quanto si sa che questo genere di libri è una grande famiglia nella quale sono tutti o fratelli o discendenti, comunque sempre parenti stretti e si somigliano come gocce d’acqua.
Le 500 ricette derivano da una lunga esperienza personale di Luciano Cassioli, cultore dell’ambiente (ricordiamo di lui Il mio angolo di Val d’Orcia, Editrice Don Chisciotte, San Quirico d’Orcia, 2000), amante della vita della campagna e di quanto attiene alle sue tradizioni. Le ricette partono da una verifica della vita della natura e degli animali, per passare all’esame della tradizione e quindi alla parte prescrittiva, che deriva sempre da una personale esperienza sui fornelli.
Ma l’interesse di questo volume non finisce qui, anzi direi quasi che comincia, dal momento che la ricognizione non si limita alla selvaggina da penna e da pelo, ma si allarga a tutto quello che interagisce come ingredienti naturali, nella preparazione di una vera, comprovata e sperimentata ricetta. Ecco allora che quasi metà del libro è dedicato a: Erbe e bacche selvatiche, I funghi, I contorni, I salumi e accostamenti ai vini.
Le straordinarie conoscenze in tutta la materia, e anche nelle zone confinanti, hanno consentito al Cassioli di fare un’opera veramente innovativa in questo campo, creando una mappa dei sapori, degli aromi, dei condimenti, delle infinite risorse offerte dalla natura, soprattutto nei boschi, nei campi, nelle macchie, nelle maggesi, per trasformare, arricchire, rendere prezioso qualunque piatto. Bacche d’alloro, nespole, cicorie, strigoli, ovoli, agarici, scarnige, prugnole, ginepro, uva sultanina, castagne, biancospino, cardi, carline, borragine, tarassaco, corbezzoli, more di gelso, finocchio selvatico, luppoli: ecco solo alcune delle piante chiamate ad accompagnare i vari piatti, i contorni, oppure addirittura a connotarli, con una infinità di sapienti consigli sulle dosi, la preparazione e il trattamento.
Non bastasse, siccome l’uso di queste piante si è perso oltre l’orizzonte della civiltà agricola, l’autore provvede con circostanziate indicazioni per quanto riguarda il reperimento delle piante, i tempi di raccolta, la conservazione, il riconoscimento, corredando con propri disegni chiari e di ottimo gusto le pagine dai titoli invitanti.
Ci fa dunque piacere segnalare qui un libro vero, che contiene molto di nuovo, perché ci ha riportato molte cose perdute. Non deve essere costata poca fatica mettere insieme tutto quel che riguarda questo interessante settore: l’autore ci si era preparato da molto tempo (Dal bosco alla cucina, Wafra 1980; poi ampliato con l’Editoriale Olimpia nel 1997). Ne valeva sicuramente la pena.