Prato
Il Bellini rimarrà a Vicenza, che ne sarà degli altri?
Sulle altre opere partite da Prato, quello che si sa è che il Lippi tornerà in occasione della mostra «Officina pratese. Da Donatello a Lippi» che si tiene a settembre a Palazzo Pretorio; mentre le opere del Bartolini sono protagoniste di una mostra proprio su questo artista pratese a Palazzo Thiene a Vicenza che si concluderà il 31 gennaio prossimo e l’«Incoronazione di Spine» del Caravaggio volerà a Budapest per una mostra in ottobre. Per adesso sul futuro dei capolavori della Galleria pratese ci sono solo queste certezze. Di fronte alla richiesta di chiarimenti, la banca ha fatto sapere, tramite il proprio ufficio stampa, che non ci sono commenti a riguardo, così come alla richiesta di rassicurazione sul trasferimento – peraltro possibile e da qualcuno paventato- di tutta la collezione in blocco. Ed è questo certo che preoccupa ancora di più l’opinione pubblica pratese: il futuro dei dipinti e delle sculture, che potrebbero anche essere trasferiti dalla nostra città e volare a Vicenza. Sono le informazioni della Sovrintendenza ai beni architettonici, paesaggistici, storici e artistici delle province di Firenze, Prato e Pistoia, che confermano quanto il futuro di questa e altre opere della Galleria di Palazzo degli Alberti sia ancora avvolto nella nebbia. L’allarme sul futuro di questi capolavori era partito in primis proprio dalle pagine del nostro settimanale, quando un articolo a firma del nostro coordinatore, Gianni Rossi, paventava il rischio che, con l’incorporazione della CariPrato nella Banca Popolare di Vicenza, la Galleria degli Alberti potesse essere smembrata o trasferita. Era il 25 luglio 2010 e, a quasi tre anni di distanza, queste paure tornano a materializzarsi: tutto è nato dalla denuncia, pubblicata il 26 aprile di quest’anno sul quotidiano on line «Notizie di Prato», del segretario provinciale Udc Giovanni Bambagioni in seguito al trasferimento di alcune opere, tra cui la «Crocifissione» del Bellini, in assoluto l’opera più prestigiosa della Galleria pratese, a Vicenza, nelle sale di Palazzo Thiene. L’occasione era quella della mostra temporanea «Lippi, Bronzino, Caravaggio. Capolavori sacri e profani della Collezione Toscana della Banca Popolare di Vicenza», ma circa un mese dopo, sempre sul giornale web «Notizie di Prato», Francesco Querci, capogruppo Udc in Provincia, informava che, pur essendo finita la mostra, i quadri non erano stati ancora ricollocati nelle sale del Palazzo degli Alberti. Proprio in virtù di questo ritardo, lo stesso Querci ha presentato un’interrogazione in Provincia. «Mi sarebbe bastato sapere la data di rientro di queste opere – sono le parole di Francesco Querci – ma il fatto che il direttore della BpV non si sia ancora pronunciato è preoccupante. E forse anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato avrebbe potuto fare di più a livello di pubbliche relazioni con la direzione della banca». Da un punto di vista legale, il problema è rappresentato dalla mancanza del vincolo pertinenziale, che permetterebbe alla Soprintendenza di vietare lo smembramento e il trasferimento delle opere di una collezione. Essendo quella della Galleria degli Alberti una collezione relativamente recente, di circa 25/30 anni, non c’è la possibilità di farla rientrare in questo status, valido solo per le gallerie con più di 50 anni. Per questo motivo i capolavori in mostra, che oltre alla «Crocifissione» del Bellini vedono un’opera del Bronzino, l’«Incoronazione di spine» di Caravaggio e la «Madonna col Bambino» di Filippo Lippi, possono essere spostati e trasferiti ovunque in Italia, previo consenso della Soprintendenza. «Al momento della cessione della banca con annessa galleria – spiega Cristina Gnoni Mavarelli della Soprintendenza – erano state sottoposte a vincolo solo quattro opere. A quel punto abbiamo intrapreso una campagna di vincoli a tappeto per salvaguardare tutte le opere custodite a Palazzo degli Alberti, che adesso sono protette da vincoli singoli». Questi vincoli prevedono che i restauri siano autorizzati, gli spostamenti comunicati alla Sovrintendenza e che i capolavori siano esposti in condizioni specifiche. Non è possibile impedire però, ad esempio, che i capolavori siano venduti, anche se un’eventuale compravendita si deve svolgere solo su territorio nazionale e previa comunicazione alla Soprintendenza, o che le opere d’arte siano spostate in blocco a Vicenza. La legge lo permette.