Monsignor Alessandro Plotti è tornato a Pisa, in una giornata senza sole ma molto calda, per festeggiare i suoi cinquant’anni da sacerdote. È stato lui a presiedere il solenne pontificale di San Ranieri, la mattina di mercoledì 17. Accanto a lui i compagni di ministero: Giovanni Paolo Benotto, e poi il vescovo emerito di Volterra, Vasco Giuseppe Bertelli, quelli di Massa Marittima, Giovanni Santucci e di Livorno, Simone Giusti. 80 i celebranti; in prima fila, dal transetto di San Ranieri le autorità civili, militari e docenti universitari. Vescovi e preti hanno concelebrato l’Eucarestia in un clima di grande festa, anche se adombrato dalla tristezza per la scomparsa, proprio nella notte fra il 16 e il 17, di monsignor Innocente Franco Barozzi, «sacrista» storico del DuomoÈ stato l’arcivescovo a darne l’annuncio all’inizio della celebrazione, ricordando il prezioso servizio di Barozzi nella cattedrale. Nato a Olginate (Lecco), sul lago di Como, nel 1925, era stato ordinato a Pisa nel 1952. Per dodici anni è stato vicario parrocchiale a San Ranierino, poi cappellano del Duomo fino al 1979. Cerimoniere dell’arcivescovo e sacrista del Duomo dal 1989, dal ’97 era entrato a far parte dei canonici de numero della cattedrale. Da qualche anno si era ritirato a vita privata per ragioni di salute, ed era tornato nella nativa Lecco.La gente (in tanti erano in Duomo per la cerimonia) lo ha ricordato nella preghiera. Mentre si è stretta intorno a quei sacerdoti che ricordano un particolare anniversario di ordinazione. Come don Lino Bernardi e a padre Gabriele Tagliaferri, preti da 70 anni, che pure non ce l’hanno fatta ad essere presenti. Poi a don Almo Neri (60 anni di sacerdozio); assieme a Plotti hanno festeggiato il cinquantesimo i monsignori Mario Stefanini e Danilo D’Angiolo, don Giulio Giannini, don Giovanni Mancini, don Rolando Paesani e padre Mariano Alberti. Padre Agostino Rota Martir è invece sacerdote da un quarto di secolo.Curioso, vero? I pisani pregano con i loro ministri e fanno memoria del dono del sacerdozio proprio nella festa di un santo laico, come Ranieri, che però fece del servizio a Cristo e alla città lo scopo della sua vita. E da quel laico, anche a distanza di quasi nove secoli, tutti hanno ancora molto da imparare. Plotti, nell’omelia, dopo aver ripercorso brevemente le tappe della propria vita e della vocazione – dalle borgate di Roma, all’assistenza agli studenti dell’Università Cattolica, fino all’ordinazione episcopale e ai 22 anni pisani – si è soffermato sulla figura del patrono, insistendo sul messaggio ancora potente della sua vicenda. Egli infatti, dopo la conversione e la lunga permanenza in Terra Santa, decise di tornare a Pisa: «è un particolare che non ho mai trovato nei testi che narrano la vita del santo – ha raccontato Plotti – ma il santo fece ritorno proprio dopo la seconda crociata. Questa fu un evento deludente, che rivelò il livello di degradazione a cui si era arrivati. Forse Ranieri intercettò questo degrado – presente anche nella sua città – e chissà che non sia tornato per convertire i pisani». Poi scherza: «E convertire i pisani è cosa difficile, oggi come allora! Però – tornando serio – la gente andava da lui perchè era disposto ad ascoltare; predicava, sì, ma prima di tutto aveva l’umiltà di ascoltare. Noi preti dovremmo recuperare questa attenzione; invece a volte restiamo trincerati dietro alle nostre sicurezze, anzichè farci vicini agli altri». Può essere un proposito, in vista dell’anno sacerdotale, ma è anche un invito – per tutti i credenti – alla semplicità, all’umiltà e all’intelligenza dei problemi, specialmente di quelli che riguardano la società civile e i giovani, perchè «tutti desiderano ascoltare una Parola che viene dall’alto, e non le nostre parole». Alla fine della celebrazione monsignor Benotto, ringraziando i celebranti, le autorità e l’assemblea, ha annunciato ufficialmente il prossimo «anno di San Ranieri», che avrà inizio il 17 giugno 2010 e si concluderà il 17 giugno 2011, allo scadere degli 850 anni dalla morte del patrono di Pisa. La mattinata di festa in cattedrale si è conclusa con il tradizionale omaggio dei cittadini alla salma del santo, collocata sulla sinistra della navata centrale, davanti al presbiterio.