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ICI SUI BENI DELLA CHIESA, IL DECRETO DECADE

La sbarramento mediatico contro l’art. 6 della legge 17 agosto 2005, n. 163, che interpretava la norma Ici sulle esenzioni agli immobili ecclesiastici, ha sortito i suoi effetti. Nella serata di mercoledì 12 ottobre il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha annunciato che il decreto Lunardi sulle infrastrutture, approvato al Senato e ora all’esame della Camera, è da considerare decaduto, nonostante che tecnicamente ci sarebbe tempo fino a lunedì 17 ottobre per convertirlo in legge. Il dibattito sulla legge elettorale e anche i ritardi e i dubbi nella maggioranza hanno impedito che fosse approvato ieri in Commissione per poi approdare in aula. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi ha dichiarato che «Il governo rinuncia al provvedimento perché la commissione Bilancio di Montecitorio non è stata in condizioni di esaurire l’esame del testo, visto che il Ministero dell’Economia non le ha trasmesso tutte le informazioni richieste». Informazioni che riguardavano soprattutto la copertura finanziaria del provvedimento. Si ipotizza che una norma analoga possa venir recuperato con un emendamento alla Finanziaria, anche per recepire le altre norme contenute nel decreto che riguardava tutt’altra materia dall’Ici, ovvero le grandi infrastrutture del paese. L’art. 6, molto contestato dal fronte laicista, precisava che le esenzioni previste dal «decreto legislativo 30 dicembre 2002, n. 504, e successive modificazioni» erano applicabili «anche nei casi di immobili utilizzati per le attività di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura di cui all’articolo 16, primo comma, lettera b), della legge 20 maggio 1985, n. 222, pur se svolte in forma commerciale se connesse a finalità di religione o di culto».

Ici sui beni della Chiesa: ecco la verità

L’Ici e la Chiesa: falsità tali che sembrano vere