Vescovi Toscani
I Vescovi toscani sulle prossime elezioni: un’occasione per risvegliare le coscienze
Le prossime consultazioni elettorali europee e amministrative, che si svolgono in una stagione nazionale e internazionale carica di tensioni, di confusioni e di incertezze per il domani, sollecitano la nostra coscienza pastorale ad alcuni richiami. Nessun altro fine ci spinge che quello di contribuire al bene comune della nostra gente.
Il prossimo appuntamento elettorale, oltre tutto, ci offre due obiettivi grandi e belli a cui pensare e di cui preoccuparci: il bene e il miglioramento delle nostre comunità locali, e anzitutto del nostro Comune, e l’avvenire dell’Europa Unita, la quale – a dispetto di non poche delusioni e difficoltà – resta pur sempre un ideale storico moralmente e civilmente alto e avvincente, tanto più se lo si vede in rapporto ai grandi orizzonti e ai gravi problemi internazionali e mondiali.
2.A coloro che ricoprono, al centro e in periferia, incarichi politici locali e nazionali rivolgiamo due richieste.
Ugualmente vorremmo richiamare gli operatori dei mass-media affinché sentano il loro dovere specifico, che è quello di servire non la propaganda settaria bensì la ricerca della verità e la discussione più serena possibile.
3. Anzitutto, è doveroso votare con senso di responsabilità. Si tratta – lo ripetiamo – della responsabilità verso il bene comune, che comporta mettere in second’ordine i meri interessi di parte. È consentito, certo, perseguire legittimi interessi particolari, ma sempre in un quadro di ricerca e di servizio al bene comune. Ci deve interessare «la città terrena»!
In secondo luogo, è doveroso arrivare al voto dopo esserci informati a sufficienza sia sui programmi dei diversi partiti e schieramenti, sia sulla qualità delle persone, sulla loro moralità, sulle vere intenzioni che perseguono, sulla competenza che hanno, sulla loro capacità di realizzare quanto, a volte con troppa facilità, viene promesso in queste circostanze.
4. Aggiungiamo un’altra considerazione. Soprattutto per quanto riguarda l’Europa, si ricordi che i primi passi verso l’unità europea furono compiuti anzitutto da politici cattolici, uomini di grande valore spirituale, morale e politico, i quali allora potevano godere di un forte apporto elettorale. Del resto, dall’esperienza del movimento cattolico nella società – e non solo a proposito dell’Europa ma anche delle singole altre nazioni – ci giungono luminose testimonianze di vita e di attività politica e amministrativa che a nessuno giova dimenticare. Le lezioni del passato vanno fatte fruttificare.
Per questo nessuno si dovrebbe meravigliare se, anch’oggi, i cattolici guardano con interesse preferenziale, pur senza obblighi precostituiti, ai candidati che per il loro esplicito e veritiero riferimento all’ispirazione cristiana e la loro personale moralità e competenza, danno maggiori garanzie di rappresentarli.
5. Vescovi e preti hanno il compito di aiutare e illuminare le coscienze, indicare i principi e i valori in campo, favorire il confronto sereno, educare i laici, a cominciare dai giovani, a capire il valore di un impegno da cristiani nella vita pubblica, nonché il senso – e anche il limite – della politica.
Le sedi, i locali e i circoli delle parrocchie e delle associazioni cattoliche non devono essere «appaltati» a nessuno, non possono diventare luoghi di propaganda partitica e personale. Semmai, possono e devono essere luoghi in cui le persone si confrontano tra loro alla luce dei principi e dei valori per noi irrinunciabili.