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I venticinque di Atene
Ad un decennio di distanza dalla decisione delle Comunità di aprirsi ad Est, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria sono da questa settimana membri dell’Ue, in attesa dell’ingresso formale che avrà luogo il 1° maggio dell’anno prossimo. La cerimonia della firma dei Trattati di adesione si è svolta il 16 aprile ad Atene; vi hanno partecipato i Capi di Stato e di Governo dei venticinque, oltre ai Presidenti degli altri tre Paesi candidati, Bulgaria, Romania e Turchia.
La Presidenza greca ha approfittato dell’occasione per riunire informalmente il Consiglio europeo: all’ordine del giorno vi è stato il rituale scambio di vedute con il presidente dell’Europarlamento, Pat Cox, la discussione con il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan in merito al ruolo dell’Onu e dell’Ue nella ricostruzione postbellica in Iraq, nonché un dibattito con il presidente della Convenzione per il futuro dell’Europa Valery Giscard d’Estaing sul futuro assetto istituzionale dell’Unione allargata.
Giscard si è presentato ad Atene con un documento di 41 pagine che delinea ‘status’ e funzioni del futuro ministro degli Esteri dell’Ue. La proposta – un dietro-front rispetto all’idea iniziale del Presidium della Convenzione di un “super Ministro degli Esteri” – prevede che la nuova figura istituzionale dell’Ue sia dotata delle competenze dell’attuale Alto Rappresentante per la Pesc (politica estera di sicurezza comune), del Commissario per le relazioni esterne, assieme ad alcune funzioni oggi in capo ai Commissari per la politica di sviluppo e per la politica commerciale. Il Ministro affiancherà un presidente del Consiglio europeo in carica per almeno due anni e mezzo, un presidente della Commissione eletto dal Parlamento europeo e una Commissione composta da un rappresentante per ogni Stato membro.