Toscana
I Toscani dal Papa: «A voi è affidata la rinascita morale e sociale della regione»
di Riccardo Bigi
«Il nostro tempo ha più che mai bisogno dell’apporto generoso dei discepoli di Cristo per affrontare le attuali sfide culturali, sociali e religiose. Non stancatevi pertanto di attingere con coraggio dal Vangelo la luce e la forza per contribuire alla realizzazione di un’autentica rinascita morale e sociale della vostra Regione. Siate testimoni gioiosi del Signore risorto e infaticabili costruttori del suo Regno di giustizia e di amore».
È questa la consegna di Benedetto XVI ai fedeli della Toscana. Sono arrivati in oltre diecimila, da tutta la regione, per partecipare all’udienza generale in piazza San Pietro unendosi ai loro Vescovi, impegnati nella «visita ad limina apostolorum». I primi a varcare il colonnato del Bernini, alle 7,30 del mattino, sono stati i pellegrini giunti da Pontassieve, da Grosseto e da Marina di Pietrasanta. Poi via via tutti gli altri, una marea di cappellini gialli con la scritta «Le chiese della Toscana pellegrine alla tomba di Pietro». C’è la voglia di esserci, di sentirsi Chiesa, di testimoniare la propria fedeltà e il proprio attaccamento ai Vescovi e al successore di Pietro che proprio in questi giorni celebra i due anni di pontificato: al termine dell’udienza, un’enorme torta a forma di basilica di San Pietro regalata al Papa dai pellegrini tedeschi sottolineerà questa ricorrenza. In piazza, tra i pellegrini, anche il Presidente della Provincia Matteo Renzi. «Sono qui in forma privata dice per esprimere la mia vicinanza alla Chiesa fiorentina e toscana».
L’arrivo del Papa, alle 10,30, è accolto con entusiasmo: i cappelli gialli si mettono a sventolare, si sentono canti e grida. La catechesi del Papa è incentrata sulla figura di Clemente Alessandrino, un grande teologo con uno spiccato interesse per la filosofia, fautore del dialogo tra fede e ragione. «Con le due ali della fede e della ragione ci esorta il Papa ogni cristiano può giungere alla intima conoscenza di Cristo, che è la Verità». Poi inizia la serie dei saluti: in piazza ci sono pellegrini da ogni parte del mondo, circa 50 mila persone: Germania, Inghilerra, ma anche Corea e Canada, Venezuela e Brasile. Il Papa ha per tutti una parola, alternando le diverse lingue: inglese e tedesco, francese e spagnolo, ceco e ungherese. Poi, finalmente, si rivolge agli italiani: e il gruppo più numeroso è proprio quello delle diocesi toscane, che vengono ricordate una per una. «Saluto i fedeli delle Diocesi della Toscana dice Benedetto XVI, salutato da un tripudio di voci qui convenuti con i loro Vescovi in occasione della Visita ad limina apostolorum. Cari amici, anche le vostre comunità ecclesiali sono chiamate a proseguire con rinnovato slancio la loro missione spirituale nella società».
Al termine dell’udienza, il «Pater noster» in latino: il testo è scritto sul biglietto che ogni pellegrino ha ricevuto per accedere alla piazza. La «lingua universale della Chiesa», tanto cara a Benedetto XVI, è un segno ulteriore di unità. E proprio l’unità della Chiesa è il cuore dell’omelia del cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze e presidente della Conferenza Episcopale Toscana, nella Messa concelebrata insieme ai Vescovi toscani nella basilica di San Pietro. «Siamo nella casa di Pietro dice Antonelli e lo stesso Pietro, in qualche modo, è presente qui tra noi. Diceva San Leone Magno, papa di origine toscana, che Pietro non cessa di presiedere la sua Chiesa». Chiesa che costituisce, ricorda il Cardinale, «una realtà umana e divina, una immensa famiglia, celeste e terrestre, che ci sostiene di fronte alle ostilità e alle lusinghe del mondo».
Nei dicasteri il faccia a faccia sui temi «caldi»
di Giacomo Gambassi
Una settimana fra i dicasteri vaticani. La visita «ad limina» non è soltanto un colloquio personale del vescovo con il Papa o l’udienza in piazza San Pietro insieme ai fedeli arrivati dalle diocesi. È soprattutto un tuffo in mezzo alle congregazioni e ai pontifici consigli della Curia romana che sono le «bussole» della vita della Chiesa e i principali strumenti attraverso cui Benedetto XVI svolge il suo ministero. E proprio gli incontri con i vertici vaticani hanno occupato gran parte dell’agenda dei vescovi della Toscana che venerdì 20 aprile chiudono il loro pellegrinaggio «alle memorie degli apostoli».
Guai, però, a considerare le conversazioni con i dicasteri alla stregua di visite protocollari o di semplici fatti amministrativi. Gli incontri sono ben altro. E oscillano fra l’ascolto e il confronto, chiariscono i prelati della Toscana. In media ogni appuntamento sfiora le due ore e ha come punto di partenza la sintesi delle relazioni che ciascuna diocesi ha inviato alla Santa Sede tratteggiando il volto della Chiesa locale. Poi, nel «briefing» con i vescovi, c’è la Congregazione che privilegia il dialogo o quella che punta sulle indicazioni pastorali.
«È stato uno scambio di idee a vasto raggio l’incontro con la Congregazione per i vescovi», spiega monsignor Gualtiero Bassetti che guida la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. A presiedere la riunione il prefetto del dicastero, il cardinale Giovan Battista Re, che ha offerto alla delegazione toscana la possibilità di presentare situazioni specifiche ed avere risposte «in tempo reale» dagli esperti della Curia. Sulla stessa linea il faccia a faccia che i pastori della regione hanno avuto con la Congregazione per l’educazione cattolica. Fra le questioni affrontate quelle del futuro delle scuole e delle difficoltà dei seminari più piccoli in cui gli studenti frequentano facoltà teologiche che spesso sono distanti.
Articolato l’incontro con la Congregazione per la dottrina della fede che è stato particolarmente apprezzato dai vescovi toscani. Fra le stanze dell’ex Sant’Uffizio sono stati dibattuti a lungo temi anche complessi emersi nelle singole diocesi e portati oltre Tevere dai prelati. Non sono mancati riferimenti e suggerimenti sul devozionismo mariano e sui movimenti di preghiera.
I vescovi hanno lasciato la Città del Vaticano e si sono trasferiti nei palazzi a Trastevere per gli appuntamenti con il Pontificio Consiglio per i laici e il Pontificio Consiglio per la famiglia. Quasi quattro ore di ascolto per fare un quadro attento e preciso sul ruolo del laicato nelle diocesi e sulla «piccola Chiesa domestica» ribadendo la centralità del matrimonio.
Fra gli altri incontri programmati nella settimana romana ci sono quelli con la Congregazione per il clero e la Congregazione per il culto divino che segnano l’ultimo giorno di permanenza nella capitale della Cet.
Sveglia alle 3 per un giorno particolare
di Sara Martini
La sveglia dei pellegrini suona intorno alle 3 del mattino. Con alcune «eroiche» eccezioni come i quattro giovani che hanno lasciato le loro case, alla volta di Firenze, alle 2 del mattino. Vivono infatti a Firenzuola, remoto paese della Diocesi di Firenze (forse la parrocchia più lontana dalla città).
I pullman partono intorno alle 4. In questo momento il sentimento dei pellegrini un po’ assonnati, che aspettano di salire sul bus che li porterà a Roma, è quello di sentirsi in comunione con i tanti altri fedeli che da tutta la Toscana stanno partendo: «Questa partenza idealmente comune nota qualcuno ha un significato particolare ».
Si sale sul pullman ogni pullman ha un po’ la sua storia, la sua comitiva. La preghiera iniziale, secondo i libretti realizzati appositamente dalla Conferenza Episcopale Toscana e distribuiti a tutti i pellegrini, e poi continua il riposo bruscamente interrotto alcune ore prima. Un giovane è arrivato al punto di ritrovo addirittura munito di cuscino! I più dormono quindi, ma anche qui le eccezioni: c’è chi studia in preparazione a un esame che sarà tra due giorni!
Più avanti, lungo la strada, ecco la spiegazione del significato della «visita ad limina apostolorum» Il clima si riscalda, si inizia a cantare e far festa. Poi una veloce sosta all’autogrill dove l’incontro con gli altri pellegrini toscani non è più ideale, ma reale.
Il nostro gruppo arriva alle 9 in via della Conciliazione, ci mettiamo in coda per entrare nella piazza: qui sono davvero tanti gli incontri con gli amici arrivati con altri pullman. Ed ecco il tempo dell’attesa. Grande gioia quando i nostri vescovi ci vedono e ci riconoscono, e dal sagrato della basilica indirizzano a braccio un saluto cui i pellegrini rispondono facendosi notare e sentire. E finalmente arriva il Papa: lo vediamo prima sui maxischermi, poi in carne ed ossa poco lontano da noi. «Eccolo, passa di là, lo vedo ». La catechesi, i saluti in tutte le lingue, e il saluto ai vescovi e ai pellegrini della Toscana, diocesi per diocesi: rispondiamo con grande entusiasmo.
Mentre il Papa conclude, sul sagrato, i saluti personali ai vescovi e alle autorità, ci incamminiamo verso la Basilica per la Messa concelebrata dai Vescovi toscani.
Ma perché affrontare un viaggio così faticoso? «Oggi il Papa invitava la Toscana rispondono i pellegrini e non potevamo mancare!» «Anche se siamo già venuti tante volte aggiunge un’altra voce ogni volta è un’emozione nuova. E poi, era la prima volta che vedevo Benedetto XVI!». Alcuni sottolineano l’importanza di accompagnare i vescovi, che ci rappresentano negli incontri ufficiali con il Papa e le Congregazioni vaticane. Tante le persone che hanno preso un giorno di ferie, e i ragazzi che oggi saltano la scuola: «Un giorno ordinario, trasformato in evento straordinario. Un incontro importante per ripartire più lieti e più convinti nella nostra fede. Un incontro con la Chiesa universale, orgogliosi della Chiesa locale a cui apparteniamo».
Il saluto del Papa ai toscani