Prato

I tagli di Trenitalia: Milano e Roma più lontane

di Giacomo Cocchi È la redditività il criterio che il gruppo Ferrovie dello Stato ha addotto per giustificare la soppressione di dodici intercity con la conseguente, e drastica, riduzione del numero delle fermate dei treni dalla stazione di Prato. Dal 15 giugno, fa sapere Trenitalia, alcune tratte coperte dal servizio intercity, in alcuni casi subiranno la limitazione delle fermate – tra gli esclusi anche Prato centrale e addirittura Firenze – e in altri l’eliminazione della corsa. Comuni e Province interessati dal ridimensionamento lamentano con forza questa decisione, oltre tutto presa unilateralmente. «Trenitalia non può decidere da sola – dice l’assessore comunale alla mobilità e trasporti Enrico Giardi – né può farlo nel chiuso delle sue stanze, senza far sapere niente a chicchessia, mettendo tutti, territori e utenti, di fronte al fatto compiuto. Tutto ciò è inaccettabile». Una prima parte del «taglio» deciso da Trenitalia doveva già essere messa in atto il 7 aprile, con la soppressione dell’intercity Verona-Roma e dell’intercity plus 596 Napoli-Verona, ma l’intervento della Regione Toscana aveva inizialmente scongiurato la soppressione, rinviando anche questo ridimensionamento al 15 giugno. A giudicare dal sito internet di Trenitalia, sul quale già adesso non sono prenotabili i treni «tagliati» a partire dal 15 giugno, la decisione sembra inappellabile. L’assessore Giardi e il suo omologo provinciale Roberto Rosati non ci stanno e annunciano una serie di iniziative per risolvere la questione: mercoledì 11 giugno, in palazzo comunale è stato convocato un «tavolo locale» al quale sono chiamati i Comuni e le Province toscane colpiti dal «taglio». Secondo i due assessori l’incontro dovrebbe servire a formulare «una proposta di riorganizzazione condivisa dei servizi ferroviari, anche di media e lunga percorrenza, che non penalizzi Prato e il suo territorio provinciale ma che, al contrario, costituisca uno sviluppo ed un rafforzamento della capacità di collegamento delle grandi reti infrastrutturali, nazionali ed europee». Oltre al «fronte locale», Rosati e Giardi hanno coinvolto anche i parlamentari pratesi di entrambi gli schieramenti, Giacomelli, Lulli e Mazzoni, che promettono di prendere contatto con i loro colleghi toscani e far sentire in maniera congiunta la voce della protesta al Ministro delle infrastrutture e trasporti, Altero Matteoli. «Se la decisione non dovesse rientrare – dice ancora Giardi – provocherebbe seri inconvenienti a molti utenti e operatori locali che scelgono gli intercity come mezzo funzionale per i loro trasferimenti di lavoro». Secondo alcuni osservatori, oltre alla bassa redditività dei treni, sul ridimensionamento avrebbe influito la volontà di Trenitalia di puntare in via principale, visto che tra un anno e mezzo dovrebbe entrare in funzione, sull’Alta velocità. «Comunque,- concludono Giardi e Rosati – anche con l’entrata in funzione dell’Alta velocità, la città dovrà avere collegamenti diretti, mediante treni intercity, con i principali scali italiani e con altri importanti capoluoghi di provincia del nord e del centro». Per i due amministratori le novità future (tra cui la linea veloce Roma-Milano) non dovranno pregiudicare il servizio, anzi «nei grandi scali di Firenze e Bologna, si dovrà procedere ad integrare i servizi intercity ed i servizi regionali ed interregionali, con i servizi Eurostar ed Alta velocità, grazie ad un processo di riorganizzazione dell’offerta e della programmazione, condiviso da Regione, enti locali e gruppo Fs».

(dal numero 22 dell’8 giugno 2008)