Italia

I programmi

di Claudio TurriniIl primo a presentare il programma di governo è stato Romano Prodi, l’11 febbraio al Teatro Eliseo di Roma: ben 281 pagine, 85.140 parole e 504.311 caratteri (spazi esclusi), al quale hanno lavorato 500 persone, attraverso 12 commissioni della cosiddetta «Fabbrica del programma». Il testo risente molto di questa genesi articolata come pure dei veti incrociati tra le diverse forze della coalizione. «Per il bene dell’Italia», questo il titolo, è articolato in tredici punti e gli obiettivi programmatici sono sempre preceduti da un’ampia analisi dei «danni» prodotti dal governo di centro-destra.

Si inizia con «Il valore delle istituzioni repubblicane» (pp. 7-24), seguito da «Una pubblica amministrazione di qualità (pp. 25-44). Il terzo capitolo è dedicato a «La giustizia per i cittadini» (pp. 45-74), suddiviso in quattro sottoparagrafi sulla magistratura, la giustizia civile, quella penale e i «nuovi diritti». È qui che compare il riconoscimento per le coppie di fatto. Il quarto paragrafo è sulla sicurezza e la politica estera, e trova prosecuzione nel quinto («Noi e gli altri») dove si parla anche del ritiro delle truppe dall’Iraq e della cooperazione.

A pagina 111 inizia la parte (82 pagine) dedicata all’economia sotto il titolo «Reagire al declino». Il settimo paragrafo (pp. 195-209) è dedicato alla finanza pubblica e l’ottavo (pp. 211-224) al «Mezzogiorno». Il nono è sulla scuola («Conoscere è crescere», pp. 225-242) e il decimo sugli italiani nel mondo (pp. 243-246). Gli ultimi tre paragrafi sono per i «migranti» (pp. 247-258), l’informazione (pp. 259-266) e la cultura (pp. 267-281). Per semplificarne la lettura Romano Prodi ha poi diffuso sul sito www.incontriamoci.romanoprodi.it quattro brevi schede, molto sommarie e a slogan, tra le quali la più interessante è la terza, dedicata a «La famiglia al centro», che riassume alcune proposte che si trovano «disperse» nel grande programma.

«Il nostro programma è di 20 pagine, 261 pagine in meno rispetto al programma della sinistra, perché è un seguito del programma che abbiamo presentato nel 2001, quando tratteggiammo un piano di governo per una legislatura che abbiamo puntualmente realizzato e che richiede, per essere un fatto compiuto, ancora del lavoro». Così Silvio Berlusconi ha presentato il 24 febbraio a Palazzo San Macuto, a Roma il programma della Cdl.

Il testo, sottoscritto dai segretari dei partiti di centro-destra, è in effetti molto più snello (4.008 parole e 22.770 caratteri) e sicuramente più efficace sul piano comunicativo. Tra l’altro è privo anche di tutti quegli accenti fortemente polemici che caratterizzano in genere gli interventi pubblici del Cavaliere. La premessa spiega le difficoltà oggettive incontrate in questi 5 anni di governo con le «Torri gemelle» e l’euro per poi rivendicare al secondo paragrafo la «tenuta del paese», sia sociale, che economica, e le grandi riforme portate a termine «più che nei trenta anni passati» (elencate al § 3). Il quarto è dedicato ai «valori» della Cdl, quelli del 2001 ai quali aggiunge la «difesa delle radici giudaico cristiane dell’Europa». Il quinto paragrafo, contiene il programma vero e proprio, articolato in 10 punti: famiglia, sud, sviluppo economico, fisco, finanza pubblica, casa, sanità, ricerca ed energia, società solidale e, infine, giustizia e sicurezza.

Programma di governo della Cdl

Programma di governo dell’Unione