Italia
I poveri non credono più alle promesse dei ricchi
Tra le raccomandazioni del documento, la richiesta di una moratoria sull’uso degli ogm, il diritto alla sovranità alimentare per vendere all’interno del proprio Paese i prodotti nazionali, il rispetto dei diritti umani (in particolare delle popolazioni indigene), l’elaborazione di un Codice internazionale di condotta sul diritto ad una adeguata alimentazione. Abbiamo raccolto alcuni pareri tra i delegati al Forum delle ong.
America Latina. Dalla Bolivia il grido dei campesinos. In Bolivia la maggior parte della popolazione indigena, di etnia quechua, vive dei proventi delle piantagioni di coca, che viene usata per il mate e per gli usi e le tradizioni locali. Ma con il pretesto della lotta al narcotraffico il governo, con appoggi internazionali, ha militarizzato il Paese, distruggendo le piantagioni e reprimendo le lotte delle organizzazioni sindacali indigene. Numerosi sono stati i contadini uccisi durante gli scontri. È la situazione descritta da Leonida Burita, della Federation nationale de muheres campesinos de Bolivia «Bartolina Sisa», delegata al Forum delle ong e un po’ disorientata in una città come Roma: «Nel mio villaggio non c’è nemmeno la luce elettrica e io cucino con la legna», racconta. Nel febbraio scorso ha passato un mese durissimo nelle carceri boliviane per aver partecipato alle marce di protesta dei campesinos. «Ci equiparano ai narcotrafficanti, senza rendersi conto che la coltivazione della coca è il nostro unico mezzo di sostentamento dice. Noi siamo disponibili alle conversioni delle piantagioni in mais, patate, grano, ma non ci danno gli aiuti per uno sviluppo alternativo».