Dalle Filippine all’Albania, dall’Ecuador allo Sri Lanka fino ad arrivare all’India ed alla Romania. No, non è il giro del mondo in ottanta giorni ma la «festa dei popoli» tenutasi per il terzo anno consecutivo a Sansepolcro nella gremita piazza torre di Berta, all’interno della manifestazione «EsplorAzioni». In collaborazione con l’associazione Migrantes e il Centro per l’Integrazione di Arezzo, la «festa dei popoli» ha l’obiettivo di coinvolgere le diverse comunità di immigrati della zona, rendendo protagoniste le loro culture attraverso esibizioni musicali ed artistiche, contribuendo così allo scambio interculturale ed all’educazione alla diversità.Per Lilian, filippina residente a Sansepolcro, la bellezza di questa manifestazione sta proprio nella possibilità di mostrare le tradizioni del proprio paese. Dello stesso avviso è Ugo dell’Ecuador, per cui questa giornata è anche momento d’orgoglio nei confronti delle proprie radici ormai lontane. Per Gianni questa iniziativa è invece un’occasione per far conoscere a tutti un paese molto piccolo e pressoché sconosciuto ai più come il proprio, cioè lo Sri Lanka.Integrare le diversità, rispettando e condividendo le ricchezze culturali che ciascuno porta con sé: questa è stata la festa dei popoli di Sansepolcro. Ma nella vita quotidiana e in ambito lavorativo, si realizza tutto ciò? C’è veramente integrazione? Per Lilian, c’è integrazione anche se nel lavoro, a volte, gli immigrati sono ancora considerati diversamente dai lavoratori italiani. Gina dice invece che, per loro rumeni, l’integrazione in Italia è più semplice dato che la loro cultura affonda le proprie radici nell’impero romano, proprio come quella italiana. Per Gina poi, l’integrazione è un qualcosa che dipende anche dal carattere degli immigrati, da come essi si pongono.Per don Angelo Chiasserini, presidente dell’associazione Migrantes, ciò che più preoccupa sta nel fatto che l’immigrazione paradossalmente non essendo più considerata problema, porta all’emergere dell’indifferenza, mentre al contrario c’è bisogno di dialogo tra culture, di una conoscenza comune, in quanto l’emigrazione è un tema che riguarda tutte le nazioni del mondo, con l’Italia in prima fila. Anche per questo sarebbe bello, nella prossima edizione, vedere esibirsi su quel palco anche gli italiani, popolo emigrante per eccellenza, arricchendo così ulteriormente lo scambio e la condivisione e continuando la magia del giro del mondo tutto concentrato in pizza Berta.Lorenzo Canali