Pisa

I pisani verso il voto. Ma il nuovo sistema elettorale non piace

Le hanno definite elezioni di plastica. Perché, alla fin fine, i cittadini dovranno scegliere ben poco: solo su quale simbolo apporre la propria croce. Il resto lo hanno già deciso le segreterie di partito. Con la nuova legge elettorale, approvata dal Governo Berlusconi ma «ricopiata» da quella elaborata lo scorso anno dalla Regione Toscana, il voto di preferenza infatti è stato cancellato. Sulla scheda gli elettori troveranno, dunque, i simboli dei partiti (ben 23 per il Senato e 19 per la Camera), non i nomi dei candidati senatori o deputati. Quelli sono stati inseriti nelle liste elettorali, secondo un ordine ben preciso, in base al numero di seggi che i partiti dovrebbero ottenere grazie ai voti raggiunti dalle coalizioni in campo. Per cui in Toscana, ad esempio, guardando ai risultati delle elezioni regionali del 2005, dovrebbero essere eletti 18 senatori e 38 deputati. Mentre per il Senato i giochi sono quasi fatti, per la Camera qualche incertezza in più sul numero è legata alla coalizione che uscirà vincente dalle urne. Appare dunque chiaro che ciò che conta è la posizione ottenuta in lista. Più si è vicini alla testa, più si hanno opportunità di essere eletti. Se poi a questo aggiungiamo che le liste sono regionali o nazionali, addio anche al rapporto con il territorio. Così, ad esempio, Pisa vedrà ridursi notevolmente la sua presenza in Parlamento. Sicuri di essere eletti per la Camera, infatti, risultano solo Ermete Realacci (Margherita) e Marco Filippeschi (Ds), mentre per Palazzo Madama potrebbe giocarsela Luciano Modica (Ds) qualora l’Ulivo dovesse ottenere un ottimo risultato dalle urne.Alla fine dunque l’unica «arma» rimasta ai cittadini-elettori sarà quella di premiare una coalizione piuttosto che l’altra. Non è poco, certo. Ma è anche vero che tutto potrebbe risolversi in referendum pro Silvio Berlusconi o pro Romano Prodi. E per un Paese che deve misurarsi in un contesto europeo e mondiale sempre più globalizzato, forse non è sufficiente.Ciò detto, comunque, anche nel nostro territorio diocesano, i candidati non mancano. Questa settimana proponiamo una intervista a due di loro, Ermete Realacci candidato per l’Ulivo alla Camera dei Deputati e Piero Pizzi candidato di Forza Italia al Senato.Quattro domande ai candidati1) Se eletto, quale sarà il suo primo impegno per Pisa?2) Tre grandi università, di cui due d’eccellenza, caratterizzano il tessuto socio-economico del territorio pisano, eppure molti giovani sono costretti ad emigrare per trovare lavoro. Qual è il settore su cui Pisa deve puntare per offrire nuove chance a questi giovani?3) E proprio l’occupazione è uno degli argomenti al centro dell’agenda politica di questa campagna elettorale. Secondo lei la legge Biagi è servita a sbloccare il mercato del lavoro? Deve essere modificata?4) Si discute molto anche di famiglia. Quali politiche devono essere adottate per sostenerla? Ermete Realacci, 51 anni, originario di Sora (Frosinone), già presidente nazionale di Lega Ambiente, è deputato dal 29 maggio 2001. Si candida al Parlamento nelle liste della Margherita – Dl – l’Ulivo.1) Pisa rappresenta un concentrato delle qualità italiane. Quello pisano è un territorio in cui se si riesce a tenere insieme i saperi, il patrimonio storico e naturale, la coesione sociale, allora avremo a disposizione una grande carta per il futuro. In questi anni in cui ho rappresentato il territorio di Pisa, San Giuliano e Calci, ho cercato di rispondere a problemi concreti, avendo bene in mente che questa sfida si vince stando uniti, difendendo sempre le ragioni della comunità e delle persone. Fra le cose che anche più simbolicamente possono rappresentare questo impegno c’è la legge sulle celebrazioni dell’anno galileiano il 2009, di cui sono il primo firmatario, che andrà approvata. Lo scopo è ricordare al mondo che Pisa è stata patria di Galileo Galilei e uno dei luoghi in cui si è stata forgiata la moderna idea di scienza di progresso, una immagine internazionale che può portare benefici effetti sulla nostra comunità. 2) La forza del territorio pisano è appunto nei suoi molti punti di eccellenza, che vanno anche al là delle tre università, infatti è presente il centro ricerche Enel più importante d’Italia, c’è il Cnr, c’è un sistema ospedaliero che ha pochi paragoni nel nostro paese. A mio avviso però occorre davvero potenziare e migliorare il rapporto tra ricerca e tessuto produttivo, a partire dalle piccole e medie imprese che possono competere con il mondo se scommettono sull’innovazione e non perdono il proprio legame con il territorio. 3) Del tema dell’occupazione si dovrebbe parlare di più. Oggi per le giovani generazioni è difficile metter su famiglia, comprarsi una casa. Uno delle cause è l’eccessiva precarizzazione dei posti di lavoro. Da questo punto di vista la legge Biagi va sicuramente rivista, perché un conto è la flessibilità e un conto è la precarietà prolungata nel tempo. Ad esempio se diviene più conveniente per le imprese, ma anche per le istituzioni per i centri di ricerca, tenere giovani in un perenne stato di incertezza e precarietà è più difficile scommettere sul capitale umano e sulla qualità delle produzioni.Sono convinto che è importante essere in questo senso imprenditori di se stessi, ma questo sforzo è vanificato se le persone sono costrette a vivere in un perenne stato di insicurezza, che rende impraticabile un solido progetto di vita e di comunità.4) Nell’idea di Italia che abbiamo la questione sociale, i valori, l’anima autentica del nostro paese non sono beni superflui o un optional, ma sono fattori costituitivi della qualità della nostra vita, ed anche della capacità della nostra economia di competere nel mondo senza perdere le proprie caratteristiche di costruire una modernità a misura di uomo e di famiglia. C’è un impegno forte su asili nido e sull’assistenza ad anziani in condizioni difficoltà. Prodi ha già annunciato il bonus permanente per famiglie con bambini. Ecco, dare più continuità e certezze alle famiglie è il principio guida della nostra idea di governo. Piero Pizzi, 66 anni, nativo di Palaia, sposato e padre di due figlie, già funzionario della Camera di Commercio, ha una lunga esperienza politica nelle istituzioni: consigliere regionale della Dc dall’80 al ’95, è stato rieletto il 16 aprile del 2000 nelle file di Forza Italia e riconfermato nelle elezioni della primavera 2005. Attualmente è presidente della commissione speciale per gli adempimenti statutari della Regione Toscana. Si candida al Senato per Forza Italia.1) La mia è una candidatura di servizio. Anche se non sarò eletto al Senato, continuerò a lavorare per Pisa ed il suo territorio da consigliere regionale. C’è tanto da fare, per valorizzare le risorse del nostro territorio: il Parco, l’Aeroporto, le università, lo spirito creativo dei nostri imprenditori.2) La ricerca dovrebbe alimentare posti di lavoro. Penso all’ambiente. Il nostro territorio può disporre della forza delle acque dell’Arno, del sole, della geotermia, ma anche di molti esperti di nucleare e di energie alternative. E allora perché non ci siamo imposti come centro di eccellenza per lo studio e la produzione di energia pulita o la riduzione dell’inquinamento? Come vede le potenzialità scientifiche ci sono ma le ricadute sul territorio potrebbero essere maggiori». 3) La legge Biagi ha consentito di rendere più semplice e sicuro l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Ha costruito solide garanzie per i lavoratori. Sì, è una legge utile soprattutto ai giovani, alle donne ed a coloro che sono stati espulsi dal mercato del lavoro. Modificarla? Può darsi, del resto tutte le grandi riforme richiedono aggiustamenti in itinere; ma non deve essere certo abrogata come chiede la sinistra che ha fatto dello scontro sulla Biagi una bandiera. 4) Per noi la famiglia è l’asse portante della società. È una ricchezza privata che diventa patrimonio pubblico: svolge un’insostituibile funzione sociale. Il governo Berlusconi è stato attento alla famiglia in tutte le riforme e i provvedimenti che ha preso: nella riforma Moratti la famiglia torna ad essere un soggetto protagonista per la scelta educativa dei propri figli; nella riforma Biagi si riconoscono tante forme di lavoro atipico ma regolare e flessibile grazie ai quali il rapporto lavoro-famiglia è più agevole; il bonus bebè è un aiuto importante, il modo per contenere le esose spese che spesso le famiglie meno abbienti facevano fatica a sostenere. Questi sono solo alcuni spunti per dire che Forza Italia ha dimostrato con i fatti di perseguire una politica per la famiglia che per noi, è bene dirlo, è l’unione di un uomo e una donna, unione responsabile e fondativa per la società. Vedo la famiglia non come un nucleo a sé ma come un vero e proprio capitale sociale.