Vita Chiesa
I piccoli amici di Gesù? Vanno alla «Ludomessa»
di Benedetta Agretti
Una delle ultime iniziative nella realtà parrocchiale del Sacro Cuore di Livorno (salesiani), porta il nome di «Ludomessa». Nata durante il periodo di Avvento del 2010, ha cominciato ben presto a riscuotere un discreto successo. Il piccolo gruppo di bambini compresi tra i 2 e i 6 anni, a cui è destinata l’iniziativa, si è decisamente ingrandito nel giro di pochi incontri, fino ad arrivare alla cifra attuale di 30 partecipanti.
Ma cos’è più precisamente la Ludomessa? Per sgombrare il campo da eventuali dubbi, non è un servizio di baby sitteraggio con il compito di custodire i bambini durante la Messa, onde evitare che la naturale vivacità dei pargoli disturbi i partecipanti alla funzione.
No, la Ludomessa è decisamente tutt’altra cosa. È un’iniziativa nata soprattutto per coinvolgere i più piccoli in un cammino di fede che sia alla loro portata, al fine di farli diventare parte attiva della comunità. Inoltre rappresenta la prima tappa di un percorso che la parrocchia mira a far diventare continuativo: dopo la ludomessa abbiamo infatti la pre catechesi, indirizzata ai bambini di sette anni; successivamente troviamo il percorso catechistico tradizionale che sfocia, nella maggior parte dei casi, nel post-cresima e nella successiva professione di fede, fatta da ragazzi diciottenni che manifestano così la loro voglia di continuare ad impegnarsi nell’ambito parrocchiale.
I bambini, che notoriamente hanno un cuore grande, hanno risposto all’iniziativa con generosità ed entusiasmo. La domenica, prima della messa delle 10.30, vengono accompagnati dai genitori nella sala della biblioteca, dove trovano un ambiente accogliente, fatto di musica, cuscini colorati e giochi.
Lì, guidati da un gruppo di quattro catechiste, ascoltano delle storie inerenti al periodo liturgico, a volte guardano dei brevi film e quindi cominciano ad interagire. Spesso vengono fatte delle piccole drammatizzazioni nelle quali ognuno ha un ruolo, come è stato ad esempio per la storia del quarto re magio, Artabano, che ha accompagnato i bambini durate il periodo d’Avvento.
Sempre, quando viene introdotta una storia, vengono anche dati dei disegni da colorare e da attaccare su un cartellone, simbolo del pezzo di strada percorso.
Così è stato per la storia iniziale, quella del granello di senape e dell’albero generoso. Un seme piccolo e deriso da tutti gli altri, a cui i bambini avevano dato il nome «Bumba», che però è stato in grado di dar vita all’albero più grande che si fosse mai visto. Un albero speciale, che ha donato tutto se stesso al bambino protagonista del racconto. Un albero speciale, che rappresenta la figura di chi ci ama più di ogni altro: non solo i genitori e i nonni, ma soprattutto Gesù. Non a caso le foglie di questo albero portano i nomi dei bambini, a significare la loro importanza agli occhi di Dio, importanza paragonabile a quella dei santi.
Così è stato anche per il cartellone su don Bosco, santo fondatore della Congregazione Salesiana, che per ovvie ragioni occupa uno spazio di rilievo. Durante il mese di gennaio, per prepararsi alla sua festa che si celebra il 31, i bambini hanno preparato un cartellone riguardante il sogno che Giovannino fece a 9 anni e che segnò la sua vita. Hanno così riflettuto sul tema non facile della vocazione, raffigurata nel cartellone con una strada da percorrere che, in quel caso terminava con una chiesa, simbolo della vita di quel sacerdote. Inoltre i bambini hanno aggiunto anche la foto di don Marco Cimini, neo direttore dell’oratorio, che sarebbe stato ordinato sacerdote di lì a pochi giorni, per poter portare orgogliosamente quel cartellone all’altare, come dono per la sua prima messa.
Così, tra canzoni, giochi e mani sporche di pennarello, Gesù si fa strada in quei piccoli cuori. I bambini sono attenti e sensibili alle storie raccontate, spesso rapportano quelle storie alla loro vita di tutti i giorni, immedesimandosi nei protagonisti. Inoltre partecipano con entusiasmo alla costruzione dei cartelloni, impegnandosi a colorare, ritagliare ed incollare «con le loro mani» i lavori fatti.
Infine, arriva il momento della benedizione, durante il quale abitualmente i bimbi vengono portati davanti all’altare, formando un cordone di piccoli «amici di Gesù» che compitamente fa il segno della croce, magari non sempre in modo ortodosso ma, c’è da crederci, sicuramente gradito agli occhi di Dio.
Nostro Signore diceva che bisogna farsi piccoli come bambini per entrare nel Regno dei Cieli: l’esperienza della Ludomessa insegna proprio questo. Accompagnare i bambini in questo cammino fa imparare a chi li segue che la fede è semplice e pura come i loro occhi. La fede ha il chiasso delle loro voci e l’entusiasmo dei loro giochi, la fede è persino le domande, spesso tenere e strampalate, dei più piccoli. Per chi sa guardare, è facile vedere Gesù giocare in mezzo a loro.