di Antonio Cecconi, vicario generaleCosì lontani, così vicini L’Italia e l’Australia, Pisa e Sidney, il piccolissimo drappello dei nostri giovani andati a vivere col Papa la loro 23.ma Giornata Mondiale e il più folto gruppo che ha reso denso di incontri, idee e preghiera un fine settimana di mezza estate a Marina di Pisa e S. Piero a Grado. La distanza geografica è stata spazzata via dalla voglia non tanto di esserci, ma di essere: essere giovani, essere credenti, essere insieme docili all’azione dello Spirito, essere chiesa sotto la guida del pastore, essere nella città e negli spazi di tutti per farvi risuonare l’annuncio del Signore Gesù.I temi di questa GMG mettevano al centro lo Spirito Santo: la sua azione sulla vita del credente e sul mondo, la docilità alla sua opera che introduce nel cuore stesso della Trinità, l’apertura al vero e al bene come dono di Dio-Amore che svela il senso profondo dell’esistenza, lo sguardo sul futuro come apertura al Regno. A Sidney come a Marina di Pisa i giovani hanno ascoltato, pregato, pensato, cantato e fatto festa docili all’azione dello Spirito.Che cosa dicono alla chiesa pisana queste due giornate trascorse dai nostri giovani a Marina di Pisa insieme all’Arcivescovo, in comunione di fede, di preghiera e di sentimenti con i loro coetanei convocati a Sidney da Benedetto XVI? Che i giovani ci sono e rispondono, se abbiamo il coraggio e la pazienza di chiamarli, ascoltarli, metterci sulla loro lunghezza d’onda, fare per loro un investimento d’intelligenza e di cuore.Nella celebrazione Eucaristica conclusiva, partendo dal Vangelo, Mons. Benotto ha insistito sull’impegno generoso e paziente di chi è chiamato a seminare, certo della forza che il seme porta in sé, senza scoraggiarsi per le difficoltà e fatiche inevitabili né per il fatto di essere pochi, o per i problemi e le ostilità di questo e di ogni tempo. Ci viene chiesto un impegno educativo fatto di proposte solide, di dedicazione durevole e accogliente, di scommessa sulle potenzialità forse nascoste ma certamente presenti nel cuore di molti giovani. Il percorso delle due giornate potrebbe fare da traccia per una rinnovata proposta pastorale verso i giovani da parte di ciascuna comunità parrocchiale e della chiesa pisana nel suo insieme, con lo specifico contributo del servizio della pastorale giovanile:la vita nello Spirito e la fedeltà ai suoi doni, sui cui ha ruotato la riflessione di questa GMG e che è il tema tipico per la preparazione alla Cresima e per il dopo-cresima dei nostri adolescenti;la disponibilità, i tempi e i luoghi adeguati per ascoltare, in gruppo e personalmente, i giovani con le loro speranze, le loro incertezze, la loro ricerca di senso e voglia di vita;la capacità di vivere momenti di festa anche in spazi pubblici, nella città di tutti senza stordimento o evasione, sempre nel rispetto delle persone e nell’offerta dell’amicizia disinteressata; il bisogno di interlocutori adulti disponibili e credibili: preti giovani e di ogni età, religiose e religiosi coinvolti, animatori giovani nel cuore e adulti nella fede, coppie di sposi sereni e accoglienti.In uno dei momenti forti delle due giornate, sulla scogliera di piazza Baleari, è stata portata e piantata in mezzo quella croce che da molti anni è diventata punto di riferimento per gli appuntamenti della pastorale giovanile diocesana. Issata in mezzo a tanta gente, giovani e adulti che erano venuti lì chi per la preghiera, chi per la festa e il successivo spettacolo, chi semplicemente per concludere una serata estiva. Su quella stesa scogliera, poche centinaia di metri più avanti, in una giornata di mare agitato dell’estate di quattro anni fa, un giovane si buttò in mare per salvare due bambini che stavano annegando. Li portò in salvo ma poi fu travolto dalle onde, donò la sua vita per un gesto efficace d’amore. Si chiamava Marco Domenico Verdigi e aveva anticipato con la vita il gesto simbolico dei giovani pisani, piantando la sua croce su quella stessa scogliera. Anche nel suo ricordo vale la pena di spendersi per i giovani e con i giovani, dare alla loro e alla nostra vita quel senso che ci rivela la croce di Gesù.