Massa Carrara - Pontremoli

I MEDICI CATTOLICI DEçLLA TOSCANA RIUNITI A MASSA

Per la prima volta Massa ha ospitato la riunione regionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI), l’undicesima per la precisione, e lo ha fatto signorilmente con un’organizzazione perfetta grazie all’impegno del presidente della sezione apuana, Vittorio Vanini, del suo segretario Pierantonio Furfori e degli altri membri del consiglio direttivo ai quali si è aggiunto il generoso Padre Vincenzo, pronto a prestare il suo servizio in ogni momento della giornata.Aiutati dalla splendida giornata di sole, il Convento dei Padri Cappuccini si è dimostrato sede ideale per ospitare un incontro di medici che, ancora una volta, come ha rilevato il presidente regionale Riccardo Poli nel porgere il saluto e il ringraziamento ai convenuti, ai Padri francescani che hanno ospitato l’incontro, è servito a rafforzare nella preghiera e nella meditazione, lo spirito di unione, di fratellanza, di amicizia e di conoscenza tra i componenti delle varie sezioni della Toscana. All’incontro ha partecipato il Vescovo, monsignor Eugenio Binini, recentemente incaricato dalla CET per la pastorale della salute in Toscana, che ha portato il saluto della Diocesi ed ha guidato assieme a don Guglielmo Borghetti, assistente religioso, la recita dell’«Ora Terza» con la quale si sono aperti i lavori. Hanno preso parte alla riunione il consigliere nazionale Piero Cioni e le rappresentanze delle sezioni AMCI della regione, in particolare di Firenze, Prato, Pistoia, Siena, Lucca, San Miniato, Grosseto e, naturalmente, di Massa Carrara Pontremoli.

Proprio don Guglielmo Borghetti ha offerto ai presenti una riflessione sul «professionista cattolico alle prese con gli impegni lavorativi e familiari» partendo dal contenuto del documento «Novo Millennio ineunte» dove figura un orientamento di lettura e sono indicati i criteri di una testimonianza cristiana del professionista laico. Quattro i passaggi essenziali approfonditi, il primo dei quali rappresentato dall’invito del Santo Padre «a prendere il largo» che aiuta a comprendere l’urgenza dell’evangelizzazione alla quale ciascuno è chiamato, centrata nell’annuncio che Dio è Padre e nella proposta della contemplazione del volto di Cristo. Il secondo concetto ha riguardato il cammino del laico chiamato a rinnovare una forte pedagogia della santità, senza timori all’interno del mondo, santità che deve essere posta al centro del percorso formativo.

Il terzo passaggio ha interessato il significato dell’esistenza del professionista laico cristiano che,. in una scala di valori pone al primo posto la famiglia e, in seconda battuta, il lavoro, quindi l’impegno ecclesiale nella evangelizzazione. Nell’ ultima parte della riflessione, don Borghetti ha affrontato il problema delle «nuove sfide» (Bioetica ecc.) che deve vedere il laico cristiano impegnato nella professione medica, vigile, pronto a contrastare la secolarizzazione contemporanea.Quattro gruppi hanno quindi approfondito la riflessione proposta. Uno dei temi maggiormente discusso è stato quello delle difficoltà che si incontrano nel conciliare i momenti di lavoro con quelli della famiglia, soprattutto quando questa vede anche la donna professionalmente impegnata. Gli stessi impegni ecclesiali possono distogliere dalla famiglia.

La celebrazione dell’ Eucaristia ha concluso i lavori della mattinata che, dopo il pranzo sono proseguiti con la presentazione (illustrata anche da un filmato) da parte del dottor Vanini e Furfori, dell’attività svolta dall’associazione «The heart of Children» – Onlus fondata dallo stesso Vanini che organizza ed esegue missioni nei paesi in via di sviluppo, (Romania, Moldavia,Ucraina, Albania e Marocco) durante le quali un èquipe di sei persone esegue interventi di cardiochirurgia pediatrica con fini didattici per favorire la crescita tecnico – culturale dei medici e degli infermieri di quei paesi. Tutto questo a scopo umanitario per porre un margine a tanta sofferenza nel mondo. Le statistiche dicono che circa l’80 per cento dei bambini che presentano una malformazione cardiaca non hanno la possibilità di essere curati ed operati perché nascono in paesi poveri.

Tutto questo sta a significare che ogni anno circa 400 mila bambini cardiopatici non possono avvalersi di strutture, mezzi e professionisti per dare loro una speranza di guarigione, ossia di continuare a vivere senza problemi, lavorare, studiare, creare nuove famiglie. Tra gli obiettivi – hanno spiegato – figurano quelli di effettuare regolarmente missioni «in loco» con un team altamente qualificato, per eseguire interventi di cardiochirurgia pediatrica; di prendersi cura della formazione teorica e pratica del personale medico e infermieristico del centro individuato con la collaborazione dell’International Heart Scool di Bergamo; di avviare un’ attività destinata a crescere e rendersi autonoma e di assicurare la continuità degli aiuti. Il costo per un’operazione in Europa o negli Usa è assai maggiore di quello richiesto per operare i bambini nei paesi di origine. Infatti, con il denaro speso per un bambino operato nei nostri paesi, se ne potrebbero operare dieci nei paesi di origine. Tutti sono volontari e lavorano gratuitamente durante le ferie; per questa ragione non è facile reclutare persone disposte. A questo proposito l’Associazione sta operando per ottenere una convenzione con la Regione per favorire il reclutamento di nuovi volontari.

Intorno al dottor Vanini si è formato un gruppo di collaboratori pronti a effettuare «missioni» di lavoro negli ospedali prescelti. Un aiuto determinante alla nascita dell’associazione è stato dato dal professor Lucio Parenzan, scienziato di fama mondiale e padre della chirurgia pediatrica in Italia, che ha garantito il suo appoggio e la sua collaborazione attraverso la scuola da lui diretta.