Cultura & Società
I luoghi della scienza/3: Livorno
di Francesca Galluzzi
Avvicinandosi alla costa toscana i luoghi della scienza volgono lo sguardo al mare. Mentre gli studi scientifici e i musei di storia naturale assumono la denominazione «mediterraneo», il legame fra area di indagine e ambiente naturale si fa fortissimo.
A riprova di questo si erge, in pieno centro di Livorno, il Museo di storia naturale del Mediterraneo, allo stesso tempo esposizione museale, centro di ricerca, punta di diamante nell’attività didattica di impronta naturalistica. Voluto dalla Provincia di Livorno, ampliato a partire dagli anni Ottanta, il museo ha visto il completamento nel dicembre del 2004. Si tratta di una struttura estremamente complessa, sia nella disposizione «geografica» delle varie aree che nell’offerta espositiva. Il Museo di storia naturale del Mediterraneo si compone infatti di una parte storica, la settecentesca Villa Henderson, cuore operativo dell’Istituto con tre sale espositive, di una Sala del mare, di un Orto botanico di 5.000 metri quadri, di un Planetario da 30 persone, di un auditorium, una biblioteca scientifica e di un Centro di educazione ambientale con una straordinaria offerta di laboratori che ne fanno a tutti gli effetti un centro di divulgazione scientifica.
La Sala del mare è l’ambiente sicuramente più spettacolare del museo, visto che nella vasta struttura parzialmente interrata, il cui profilo ricorda un cetaceo, è esposto il colossale scheletro di Annie, la balenottera spiaggiata sul litorale di Calambrone e poi morta a Piombino, nel 1990. Di questo cetaceo, lungo 19,60 metri è ora possibile osservare da differenti punti di vista l’apparato scheletrico e ammirarne l’imponenza.
L’Orto botanico è completamente dedicato alla vegetazione mediterranea con un particolare focus su quella costiera, continentale e insulare presente nel territorio della provincia di Livorno. Ecco allora riunite in un solo luogo la flora endemica dell’isola di Capraia, le piante dell’isola d’Elba, quelle del litorale livornese, sia esso caratterizzato da dune sabbiose che da rocce arenarie. L’Orto botanico è anche sede della Banca per la conservazione del germoplasma, che fa parte di RiBeS, una rete nazionale che raccoglie e conserva i semi delle piante perseguendo un obiettivo ambizioso, quello di arrivare alla percentuale dell’80% nella conservazione delle specie.
L’attività per la quale al Museo di storia naturale del Mediterraneo si esprime maggiore soddisfazione è comunque la sezione didattica, il Centro di educazione ambientale con la sterminata offerta di laboratori che si rivolgono a bambini e studenti, dalla scuola materna alle superiori. Spaziando fra zoologia e botanica, astronomia e archeologia, scienze della terra e antropologia, gli addetti ai laboratori avvicinano gli adulti di domani alla passione dell’indagine scientifica mentre accrescono il senso di appartenenza ad un territorio.
Nel quotidiano l’Istituto svolge anche un’intensa attività divulgativa tramite la didattica, con studenti universitari e scolaresche di tutta Italia, dalle elementari in su. La cosa più carina che si sono inventati sono le Settimane azzurre, durante le quali è possibili diventare biologi per qualche giorno; studio in loco, gite in battello sul litorale piombinese ed elbano, e poi analisi dei campioni prelevati nei modernissimi laboratori di piazza Bovio. All’interno dell’Istituto si trova anche il Museo del Mare, una sala didattica con tartarughe, scheletri di mammiferi marini, grandi molluschi. Si segnala in particolare la Pinna Nobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo, che può raggiungere il metro. Il Museo è completato da un’importante collezione di fossili, che svelando le forme animali racchiuse in essi permettono di capire come le specie marine si sono evolute nel lento trascorrere del tempo. L’Istituto tiene aperto anche il Museo Cites di Porto Azzurro, sulla prospiciente Isola d’Elba (vedi riquadro).
Chiunque può visitare l’Istituto, oppure può partecipare alle settimane azzurre; telefonando si può prenotare la visita, durante la quale si sarà accompagnati da un biologo dell’Istituto.
– Il Museo di storia naturale del Mediterraneo è in via Roma 234 a Livorno. Tel. 0586-266711. Biglietti declinati in molte varianti, con diversità di prezzo a seconda delle zone espositive che si intende visitare; biglietto per famiglie a euro 20,00.
– Il Museo del mare è in piazza Bovio 3 a Piombino. È consigliato telefonare (tel. 0565-225196) per concordare una visita, che è comunque gratuita. www.biomare.it
Il Comune di Porto Azzurro e l’Istituto di biologia ed ecologia marina di Piombino cureranno la creazione di questo nuovo museo, che una volta aperto costituirà un’ulteriore attrattiva della bella Isola. Cites è la sigla per una convenzione internazionale che regola il commercio abusivo delle specie in via d’estinzione. In pratica gran parte di queste particolari merci sequestrate dallo Stato in porti e aeroporti sarà esposto a Porto Azzurro, per sensibilizzare il pubblico nella tutela delle specie protette.
Per ora si possono vedere coccodrilli impagliati, pelli di leopardo, statuine in avorio, tartarughe marine; il museo è aperto da febbraio a novembre. www.biomare.it