Vita Chiesa

I lavori nei Circoli minori

Martedì 15 ottobre, Quindicesima CongregazioneLa mattina del 15 ottobre si è tenuta, in presenza del Santo Padre, la Quindicesima Congregazione Generale della Seconda Assemblea per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, durante la quale sono state presentate la relazioni dei Circoli Minori o Gruppi Linguistici. Presidente delegato di turno è stato il Cardinale Wiflrid Fox Napier, O.F.M., Arcivescovo di Durban (Sudafrica). Erano presenti a quale Assemblea 224 Padri Sinodali.Di seguito riportiamo estratti di alcune relazioni:CIRCOLO MINORE PORTOGHESE: ARCIVESCOVO GABRIEL MBILINGI, coadiuore S.S.Sp. DI LUBANGO, PRESIDENTE DEL “INTER-REGIONAL MEETING OF BISHOPS OF SOUTH AFRICA (IMBISA), ANGOLA. “Alcuni suggerimenti: un riferimento esplicito alla Dottrina Sociale della Chiesa che deve far parte del contenuto della nostra dottrina evangelizzatrice e catechizzatrice: che la catechesi sia il modello catecumeno che porta la persona ad effettuare la sua opzione personale per Cristo; ricordare la funzione fondamentale della Vita consacrata della vita della missione della Chiesa (…) valorizzare l’ambito della politica come un servizio al popolo di Dio, aiutando i politici cristiani ad assumere le loro responsabilità secondo la sua fede (…) Con riferimento al clero, insistere sulla vita del ministero sacerdotale come servizio al popolo di Dio e non come autorità (…); denunciare le gravi situazioni dei diritti umani e farlo con decisione, con chiarezza e precisione: aver coraggio per seguire anche un cammino di riconciliazione e purificazione della memoria nella Chiesa”.

CIRCOLO MINORE FRANCESE E: PADRE EDOUARD TSIMBA, C.I.C.M., SUPERIORE GENERALE DELLA CONGREGAZIONE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA (MISSIONARI DI SCHEUT). “La ricerca della verità è una condizione indispensabile per la riconciliazione.(…) Parlare di riconciliazione significa parlare della misericordia di Dio. Solo una persona riconciliata con Dio, in pace, è capace di portare la pace. Occorre quindi ricordare il grande valore del sacramento della riconciliazione e quindi la serietà e il tempo che gli attori (tra cui i sacerdoti) devono dedicare a questo tema, investendo il tempo e la preparazione necessari, sia per la confessione personale che per le celebrazioni comunitarie. (…) La vita e la testimonianza, talvolta fino al martirio, di numerosi cristiani, meritano di essere ricordate in quanto fonte di sostegno della fede. La vita e l’esempio degli agenti della Chiesa senza distinzione è fondamentale nel campo della riconciliazione. (…) Che tutti i cristiani, ognuno secondo il proprio ministero, siano fieri di esserlo e di manifestarlo nella loro vita. (…) La santità è un richiamo per tutti e per tutte e merita un posto importante nel testo”.

CIRCOLO MINORE FRANCESE A

CIRCOLO MINORE INGLESE-FRANCESE: VESCOVO JEAN MBARGA, DE EBOLOWA (CAMERUN). “In generale, la relazione successiva alla discussione è stata valutata positivamente. (…) Inoltre, una visione multiministeriale della Chiesa avrebbe dato una maggior importanza al posto ed alla missione di tutte le categorie del popolo di Dio nella Chiesa, in modo particolare ai laici. La questione della cultura tribale nella Chiesa rimane una sfida molto grande. Si sarebbe potuto raggiungere un equilibrio tra la crescita teologica e la vastità dei drammi umani dell’Africa, ai quali i padri sinodali devono dare una risposta; anche l’azione profetica delle Commissioni de Giustizia e di Pace merita una grande considerazione. (…) La comunione ecclesiale è anche una forza che deve permettere agli abitanti dell’Africa di affrontare le sfide che si presentano loro nella speranza della risurrezione, così come nella piena solidarietà universale”.

CIRCOLO MINORE INGLESE : ARCIVESCOVO ANTHONY JOHN VALENTINE OBINNA, DI OWERRI (NIGERIA) “C’è stata un’esperienza positiva e sana di comunione ecclesiale attraverso il Sinodo, trasmettiamola all’interno delle nostre Chiese e dei nostri organismi. (…) I fedeli laici devono essere resi consapevoli del loro ruolo di agenti di riconciliazione, giustizia e pace nelle loro aree operative o sfere di attività. (…) Per rafforzare la famiglia africana non sono sufficienti le condanne: bisogna prendere iniziative positive per sanare situazioni irregolari. (…) Per rispondere alle numerose vittime di ingiustizia nel continente, i non nati (aborto), orfani, bambini di strada, disabili, prigionieri, comunità perseguitate ed emarginate, bisogna creare strutture di giustizia, pace, sollecitudine pastorale, comprensione ed empatia all’interno ella Chiesa e da parte di essa. (…) Il Compendio della dottrina sociale della Chiesa dovrebbe essere un testo obbligatorio per la formazione e la acquisizione di abilità dei laici (…) Bisogna usare testi ufficiali sulla vita umana e sulla sessualità per insegnare ai seminaristi e ai giovani la dottrina cristiana e l’approccio alla sessualità. (…) La catechesi sulla famiglia dovrebbe essere promossa a partire dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa. (…) Le donne dovrebbero avere ruoli da svolgere nella Chiesa come membri a pieno titolo. Bisogna fare dei nuovi sforzi per eliminare la discriminazione contro le donne in tutti gli ambiti”.

CIRCOLO MINORE INGLESE: VESCOVO SITHEMBELE ANTON SIPUKA, DI UMTATA (SUDAFRICA) “Notiamo che la mancanza di pubblicità sul Sinodo riflette la nostra debolezza nella comunicazione, perciò abbiamo bisogno di comunicare al nostro ritorno di cosa abbiamo discusso e deciso qui. (…) È necessario poi incontrare i nostri governi e a partire da lì diffondere i risultati dalle fondamenta, addirittura prima della pubblicazione finale dei risultati del Sinodo da parte del Papa. (…) Purtroppo, non abbiamo una formazione permanente dopo il Battesimo e la Cresima, che potrebbe aiutare a far restare le persone nella Chiesa. Per questo, dobbiamo rivedere la nostra metodologia attuale di catechesi. Esiste poi un problema di struttura gerarchica nella società africana per cui i superiori non possono chiedere perdono agli inferiori. Per esempio, è impensabile che un marito chieda perdono alla moglie o un anziano ad un giovane. Tutto ciò vale anche per i gruppi etnici: un gruppo etnico non riterrebbe appropriato chiedere perdono ad un altro. Sembra poi che le modalità di riconciliazione tradizionali africane siano un ostacolo all’ideale e alla pratica cristiana di riconciliazione.” (…)

CIRCOLO MINORE FRANCESE B: VESCOVO LOUIS PORTELLA MBUYU, DI KINKALA, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (REPUBBLICA DEL CONGO). “Le urgenze sono numerose: formare quanti hanno potere decisionale ora e in futuro (una formazione spirituale e dottrinale, ma pure tecnica, seguita anche da cappellani a loro volta adeguatamente formati); dare alle donne il posto che spetta loro; educare le persone alla pace fin dalla più tenera età e aiutarle a cambiare il loro modo di guardare agli altri; lo stesso vale per l’educazione allo stato di diritto e a tutti gli altri valori cristiani che riguardano la società. (…) La famiglia, cellula fondamentale della società, merita una mobilitazione pastorale importante. La pastorale familiare implica tutte le categorie: i bambini e i giovani devono ricevere una educazione accurata, i coniugi devono progredire nell’amore coniugale; i genitori devono assumersi la propria responsabilità di primi educatori. I valori cristiani del matrimonio e della famiglia devono quindi essere al centro di iniziative pastorali appropriate. La relazione fra la nostra cultura e i Sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione ci orienta verso una catechesi inculturata di tali Sacramenti. In questo ambito, perché non pensare a un congresso eucaristico continentale guidato da una dinamica di ricerca teologica, di catechesi e di celebrazione inculturata?”

CIRCOLO MINORE INGLESE E: VESCOVO MARTIN IGWEMEZIE UZOUKWU, DE MINNA (NIGERIA). “Dobbiamo avere un atteggiamento positivo verso le tradizioni africane, vederle come un’opportunità ed esaminarle attentamente per purificarle e usarle nel processo di riconciliazione. Anche la diversità deve essere vista come un dono; è stata creata da Dio, ed è un fattore di ricchezza. Ma spesso i politici si servono della nostre diversità per dividere un’etnia dall’altra e creare tensione e conflitto; per questo la riconciliazione deve essere depoliticizzata, liberata dal ricatto di non limpide motivazioni politiche. (…) Un’attenzione particolare deve essere dedicata alla formazione del clero, che con il suo lavoro edifica quotidianamente il Regno di Dio. Anche il sacerdote rischia di perdere di vista la grandezza della sua vocazione ed è minacciato dalla mentalità del mondo che diffonde i disvalori del materialismo; il sacerdote deve imitare Cristo nel servire, non nell’essere servito. Ai seminaristi dovrebbe essere insegnato ad avvalersi dei nuovi media, per rendere più completa la loro istruzione e per essere capaci di evangelizzare anche servendosi di internet e dei nuovi strumenti messi a disposizione dal progresso tecnico”.