Battezzare i bambini proponendo un percorso alle famiglie che le coinvolga prima della celebrazione e dopo il sacramento. E’ l’idea lanciata da don Paolo Sartor, direttore del servizio del catecumenato di Milano, durante il convegno pastorale della Verna. Don Sartor, perché battezzare i bambini fin dalle prime settimane?«Per associare un bambino a ciò che per i genitori costituisce la ragione dell’esistenza, ossia la fede».Però, in un decennio, è sceso del 12% il numero dei battezzati in Italia nel primo anno di vita.«Oggi si tende ad andare in là con la data del battesimo. Questo significa che il battesimo dei bambini non è più una via scontata. Non bisogna fare allarmismi, ma la cura del battesimo deve diventare una priorità per le parrocchie».Come affrontare i casi di genitori che chiedono il battesimo dei figli anche se non sono praticanti oppure sono separati o conviventi?«Ci sono situazioni in cui il sacerdote deve dare un segno chiaro di prudenza. Ci sono altri casi in cui si preferisce battezzare comunque in quanto vengono poste le premesse di un cammino spirituale. Tocca ai sacerdoti assumersi tali decisioni ed è bene che si confrontino con i confratelli, che studino le indicazioni della Chiesa e che preghino perché il Signore dia loro la possibilità di fare una scelta giusta che non è detto sia sempre il battesimo ad ogni costo. A volte è consigliabile attendere, magari aprendo un dialogo con la famiglia».Come preparare una famiglia al battesimo del figlio?«Tre sono i momenti fondamentali: uno è l’incontro col parroco che deve essere un vero momento di ascolto; l’altro è un momento in famiglia guidato dai laici che vanno ad incontrare i genitori e condividono con loro un percorso; il terzo è un incontro di preparazione pratica».La diocesi di Arezzo ha scommesso sui catechisti del battesimo.«Si tratta di figure importanti che si sono preparate ad entrare nelle famiglie per guidare gli incontri proposti dalla comunità in maniera competente. Dall’altro lato è anche un modo per modificare l’approccio: i laici hanno una positività dello stile che serve ad andare incontro alle persone. E’ vero che si cresce nella pratica, ma anche una formazione iniziale aiuta molto».Come coinvolgere la comunità nel battesimo?«Parlandone nel consiglio pastorale, scrivendone sul bollettino, fornendo spunti dal pulpito. Ma soprattutto facendo sì che il battesimo avvenga durante Messa domenicale della comunità».Poi c’è la sfida della pastorale post-battesimale, ossia un cammino per la famiglia fino all’età scolare del figlio.«Occorre sostenere i genitori nella prima evangelizzazione del bambino. Pertanto è opportuno far sentire l’intesa fra la famiglia e la comunità. Una proposta è quella di promuovere in parrocchia dai tre ai cinque incontri durante l’anno per le famiglie, coinvolgendo anche i bambini. Non sarebbe male che gli incontri avvenissero di domenica pomeriggio e venissero animati da coppie di giovani sposi».