All’inizio mi era sembrata una delle tante esperienze estive. Noi giovani di Sansepolcro, membri del gruppo Angeli delle Speranza, abbiamo vissuto moltissime avventure insieme. Colonia, Civitavecchia, il grest estivo: tutte esperienze magnifiche. Quest’anno. però, il nostro responsabile Stefano Polchi ci ha proposto un’ulteriore prova da affrontare: partecipare ad un pellegrinaggio, in cammino per la diocesi. L’idea ci è subito piaciuta, considerando che il pellegrinaggio «Homo Viator», sulle orme di San Donato, era organizzato dal Centro di pastorale giovanile e si snodava in 16 tappe lungo le strade dell’aretino. Più di trecento chilometri che erano la prosecuzione ideale del «Pellegrinaggio del crocifisso» che fra l’autunno e la primavera ha fatto entrare in molte parrocchie della diocesi la riproduzione del Cristo di Cimabue.Il cammino estivo è stato particolare, a contatto con i luoghi più belli del nostro territorio. La partenza è stata da Arezzo e l’itinerario ha toccato il Cortonese, la Valdichiana, il Senese e il Valdarno. Noi, ragazzi di Sansepolcro, ci siamo uniti al pellegrinaggio a Laterina dove abbiamo trovato don Danilo Costantino con altri giovani, pronti a partire per il cammino della giornata. Alla nostra testa stava sempre Luca, uno dei partecipanti al pellegrinaggio, che custodiva lo stendardo di San Donato, il quale non è stato per lui un peso, bensì un compagno in questo viaggio.Abbiamo conosciuto gente di molti paesi della diocesi, camminando tutti i giorni dalla mattina presto, con una sosta per il pranzo e talvolta anche fino all’ora di cena. Certe volte la stanchezza si faceva sentire, non riuscivamo più a portare lo zaino e capivamo di non farcela più, ma un «Amico» molto speciale ci sosteneva. Da Laterina siamo giunti a Loro Ciuffenna, poi a Talla, Bibbiena, l’eremo di Camaldoli, dove si è fatto sentire anche il freddo, Corezzo, la Verna, e infine la Sansepolcro.Devo dire che tutti ci siamo sentiti un po’ cambiati scrutando il panorama della nostra città dalla strada da cui scendevamo. Le dure salite avevano messo alla prova i nostri muscoli, abbiamo capito che andare di fretta indebolisce, ed abbiamo conosciuto il valore della pazienza. A volte c’era il desiderio di mollare, di lasciare lo zaino a un amico più robusto, ma non appena sentivi le forze tornare ti affrettavi a riprendere lo zaino per recuperare il tempo perso. Alla fine camminare ci veniva naturale.Alcuni di noi hanno deciso di proseguire il cammino verso Arezzo. Tappa finale: domenica 5 agosto alla Pieve del Bagnoro per fare gli ultimi cinque chilometri verso il duomo di Arezzo ed essere accolti in città dal Vescovo alla vigilia della festa di San Donato. Di cuore ringrazio le parrocchie che ci hanno ospitati, le persone che ci hanno sempre fatto trovare un piatto caldo e un posto riparato dove stendere i sacchi a pelo per la notte. Era nei sorrisi di quelle persone il vero valore del pellegrinaggio. Ogni giorno, durante il cammino, portavamo il ricordo di come eravamo stati ospitati, e ogni nuova permanenza era identica, se non migliore, a quella precedente.Alessandro Lastra