È stato un prezioso spazio che ha permesso ai giovani e a tutte le realtà impegnate nell’ambito giovanile e vocazionale di comunicare il loro sogno sulla Chiesa e sulla comunità diocesana. Talvolta i sogni eccedono la realtà, ma possono comunque offrire orientamenti importanti e decisivi con cui manifestare un’idea di Chiesa. È con questo spirito che giovani, religiosi, consacrati, seminaristi, animatori e catechisti si sono ritrovati a Poggibonsi, presso i locali della parrocchia di San Giuseppe, per il secondo convegno regionale di pastorale giovanile vocazionale. L’assemblea è stata molto partecipata e con presenze provenienti da diverse parti della regione, con composizione varia tra religiosi e laici e una buona parte di giovani. E l’occasione è stata propizia per manifestare critiche, ma anche per dispensare consigli con i quali i ragazzi hanno evidenziato la propria intenzione di non sentirsi argenteria o complemento di arredo nella missione vocazionale e offrire il proprio sostegno alla comunità cattolica. D’altronde lo stesso Papa Francesco nella Christus vivit incoraggia i giovani ad esprimersi con franchezza e senza reticenze. L’esortazione apostolica è stata al centro delle riflessioni del convegno regionale, al fine di promuovere una pastorale giovanile «popolare», in grado di arrivare ad ogni angolo della vita sociale. A fare da apertura è stato l’intervento di monsignor Nicolò Anselmi, vescovo ausiliare di Genova e padre sinodale. Con un racconto emozionante ha tramesso ai presenti l’immagine del Sinodo come un nuovo cenacolo di Pentecoste: Papa Francesco, nella figura di Pietro, si è confrontato con i vescovi, i successori degli apostoli, provenienti da tutto il mondo; sullo sfondo c’era la grande icona di Maria. È l’immagine di una Chiesa in cammino, riunita come nel cenacolo il giorno di Pentecoste, certa che lo Spirito «soffia» e continuerà a «soffiare», guidando questo grande corpo.«Il vescovo Anselmi ha illustrato il modus operandi tenuto durante il recente sinodo dei Giovani a Roma e ha ben puntualizzato gli interrogativi e le risposte che sono usciti da tale colloquio mondiale ecclesiastico» spiega Domitilla, una giovane partecipante della diocesi di Siena. «Anselmi ha sottolineato l’importanza di una “sinodalità” che sia fatta di vita vissuta insieme, non soltanto coacervo di parole, stimolando gli uditori a riflettere su quanto troppo spesso la vita comunitaria e fraterna sia sottovalutata nelle parrocchie e nelle diocesi». L’assemblea ha proseguito i lavori con uno sguardo rivolto all’esortazione apostolica Christus Vivit, soffermandosi in particolare sugli ultimi tre capitoli che affrontano i temi legati alla pastorale giovanile, alla vocazione e al discernimento: si è parlato di luci pastorali, soffermando l’attenzione sul ruolo della pastorale giovanile e della sua chiave vocazionale; e poi ancora, la vocazione alla santità, gli accompagnatori vocazionali, la collaborazione e il discernimento. Per concludere sono stati effettuati dei gruppi di studio, numericamente molto partecipati, per riflettere insieme sulle buone pratiche da attuare effettivamente nella Chiesa con i giovani e per i giovani. L’evento si è concluso con un pranzo fraterno nei locali della parrocchia ospitante. Le parole di Papa Francesco sono quindi preziose interpreti di ogni percorso vocazionale; da questo convegno dovranno invece scaturire la concretezza e l’azione.