Arezzo - Cortona - Sansepolcro

I giovani di via 2 giugno in strada per festeggiare la Repubblica.

Cortona, nel suo stradario, è ricca di riferimenti a personaggi ed eventi che negli ultimi 60 o 70 anni hanno fatto la nostra storia. Non mancano vie e piazze dedicate alla libertà e alla Costituzione, come non mancano targhe che ricordano, insieme a De Gasperi e Togliatti, sindacalisti o martiri antifascisti, da don Minzoni ai fratelli Cervi e ai fratelli Rosselli. Ma anche nel calendario non si va per il sottile: si parte da via 4 novembre per arrivare a via 3 luglio (data della liberazione di Cortona nel 1944), passando ovviamente per via 25 aprile (su quest’ultima data c’è dedicata addirittura il «doppione» di una piazza). Non poteva mancare evidentemente una via 25 luglio e nemmeno una via 24 maggio. Meno ancora potevano essere dimenticate via 2 giugno e via della Repubblica. Percorrendo le strade di Cortona e del territorio c’è da fare un ripasso completo della storia degli ultimi cento anni. E fin qui nulla di male, perché abbiamo bisogno, in ogni campo, di modelli e di esempi.In ogni caso, due ricorrenze in questi giorni hanno suscitato interesse e celebrazioni, con una insospettata coralità di partecipazione: la festa del 2 giugno, data del referendum istituzionale in cui gli elettori scelsero la Repubblica al posto della monarchia, che è venuta a coincidere con il sessantesimo della promulgazione della Costituzione.Tante sono state le iniziative che nelle nostre città hanno concorso a celebrare questi anniversari che non riguardano persone (sulle quali si possono emettere giudizi diversi e opposti), ma una realtà che fa parte della nostra vita, che incontra i nostri profondi sentimenti, che arriva alla radice della coscienza. Ecco allora i numerosi riti: dalla deposizione di corone a ricordo dei caduti, ai concerti in onore di chi ha saputo costruire per tutti noi una «casa» dove potessimo stare bene e al sicuro; dal semplice e commosso ricordo di tante personalità che, in tempi tanto difficili, hanno fatto l’Italia, fino alla partecipazione di autorità e politici che, almeno per un giorno, hanno voluto superare le questioni di bottega per alzare lo sguardo al bene del popolo italiano. Un giorno di serenità e di pace sociale.Ma tanto più bella e significativa una giornata come questa quando sono i giovani ad animare e a sostenere il sentimento di «patria» e di «nazione», che per troppi anni è stato mortificato e ridotto al silenzio. Questo sentimento, in qualche modo radicato nella coscienza individuale, sembra riesplodere di nuovo, e non soltanto nell’inno nazionale, che finalmente anche i nostri atleti hanno di nuovo imparato a cantare, ma anche nella coscienza dei giovani.Mi riferisco ad un fatto in sé stesso semplicissimo, niente affatto clamoroso, ma significativo al massimo. A Camucia c’è una strada intitolata al 2 giugno, con tutto quello che la data porta con sé sotto l’aspetto storico, sociale e politico. Ebbene, che cosa è accaduto lunedì scorso? I ragazzi di quella via sono usciti allo scoperto e, senza timore di cadere nell’accademico o nella retorica, hanno voluto sottolineare il valore di quella data con un semplice invito rivolto a tutte le famiglie residenti nella strada: vi prepariamo il pranzo, venite a far festa con noi nella ricorrenza del 62° anniversario della festa della Repubblica. E le famiglie hanno risposto: tutte a pranzo insieme in via 2 giugno. Un pranzo ricco e squisito, preparato tutto dai ragazzi con le mani e con il cuore, innaffiato da ottimo vino e da pioggia abbondante, sotto gazzebi alquanto improvvisati che lasciavano passare qualche rivolo d’acqua, ma straripavano anche di festa e di amicizia. Erano presenti, insieme alle famiglie, il sindaco e il parroco – «Peppone e don Camillo» – anch’essi in pace e in cordiale collaborazione. Ma, sorpresa: prima di mettere le mani sul piatto, l’inno nazionale, che è risuonato, come un messaggio di speranza e di giovinezza, in tutto il caseggiato.Bravi ragazzi! Bravi perché avete saputo cogliere il significato di un avvenimento per voi lontano nel tempo, ma che sentite gravido di conseguenze e di contenuti anche per il vostro futuro. Quanto è stata incoraggiante la vostra iniziativa, soprattutto se pensiamo a tante distorsioni, a tante disavventure politiche e sociali che la nostra Italia sta ancora attraversando. Bravi ragazzi, ci avete dato ancora una volta esempio e speranza. di Benito Chiarabolli