Pisa

I giovani della diocesi già pensano a Sidney 2008

La Bibbia offre tutte le risposte alle domande di senso che il suo lettore si pone.In essa emerge la figura di un padre misericordioso e affidabile. Per usare le parole di Benedetto XVI: «Dio dice ciò che fa e fa ciò che dice». I nostri progenitori avevano un unico modo per chiamare la parola e l’atto: gli ebrei parlavano di dabar, i greci di logos, i latini di verbum.Dio mantiene le promesse: nell’Antico Testamento annuncia ai figli d’Israele la venuta del Messia. E in effetti manderà Gesù.Lo ha ben spiegato l’arcivescovo ai giovani della diocesi che sabato scorso si sono dati appuntamento in Santa Croce in Fossabanda per la Gmg. A degli under ’30 che sognano di cambiare il mondo e vogliono esercitare la propria libertà, Alessandro Plotti ha portato un prezioso consiglio: «Solo conoscendo la verità, sarete liberi». Con le parole di Gesù: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8, 31-32).«Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino»: le parole del salmista (salmo 118, versetto 105) proposte da Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo, hanno fatto da sfondo alla Gmg; sabato, in Santa Croce in Fossabanda, i giovani della diocesi si sono fermati a riflettere sull’esempio di alcuni coetanei delle nostre parti, che hanno compiuto scelte importanti, orientati dalla Parola di Dio.È il caso di Nicola Pistolesi, 28 anni, insegnante di religione e iconografo. Significativo, per lui, il brano delle Querce di Mamre (Genesi, capitolo 18): «C’è stato un momento della mia vita in cui ho avuto difficoltà a parlare con le parole di Dio. Dio se ne è accorto e mi ha dato la possibilità di disegnare la mia fede attraverso le icone».La Sacra Scrittura: una bussola che indica la via da seguire. Così Annalisa Arrigoni, suora apostolina, nel ricordare come nacque la sua vocazione alla vita religiosa. «Galeotto» per lei il brano del vangelo di Giovanni (1,35), in cui Gesù, in partenza per la Galilea, incontra Filippo e gli dice «Seguimi». «Seguimi, una parola che mi ha illuminato sul grande interrogativo che mi portavo nel cuore! Era il 1997: Gmg, vissuta con i padri di Santa Croce. Nella catechesi che il cardinal Martini aveva fatto a questo brano, ci invitava a confrontarci con i primi discepoli che avevano incontrato Gesù per riconoscere il modo che sentivamo più nostro di essere incontrati da Lui». Tutto iniziò da lì.Marina Specchio, 25 anni, si occupa di diritti di immigrati per la Caritas di Pisa. Suo il commento del brano evangelico di Marco (5, 21-34) dove si riferisce dell’incontro tra Gesù e l’emorroissa. «Ciò che rende questo incontro incredibilmente speciale per me e per la mia vita è che solo la capacità, la forza e il coraggio di una donna, segnata dalla malattia, di mettersi in ascolto del suo dolore rende possibile l’incontro profondo con l’amore di Cristo». Tre testimonianze presentate e seguite da bellissimi canti. Chi canta prega due volte, diceva Sant’Agostino. Chissà cosa avrebbe detto il vescovo d’Ippona ascoltando la musica del gruppo labronico degli «Jubilation», presentatisi nel padiglione allestito all’interno di Santa Croce in Fossabanda in tunica color blu elettrico: canti spiritual e gospel, vere e proprie preghiere di lode rivolte al Signore che hanno scaldato ancor più i cuori degli under ’30 della nostra diocesi. Un concerto preceduto da un interminabile, toccante silenzio, in memoria di Tommaso, il bambino rapito ed ucciso dai suoi rapitori e la cui storia ha emozionato in questi giorni tutto il Paese.Cari giovani, Gesù è vicino, anche nei momenti difficili. Dal canto For every mountain: «Per ogni montagna che mi hai fatto valicare/per ogni prova che mi hai fatto affrontare/per ogni benedizione: halleluja, per questo ti prego».