Vita Chiesa
I frati Minori della Toscana ripartono dalla Verna
Un appuntamento di verifica e di programmazione che è stato preceduto da una lunga consultazione, svolta attraverso un questionario, che ha coinvolto tutti i frati della Provincia Toscana. «Ne emerge – sottolinea padre Faggioni – una Provincia che, seppure ridotta nel numero rispetto ai momenti più gloriosi del passato, è piena di fermenti e si trova pronta per affrontare la sfida di comunicare il Vangelo in un mondo che cambia». Il Capitolo della Verna è stato prima di tutto un momento di scambio e di discernimento comunitario: «avevamo bisogno di riconoscere insieme quello che il Signore vuole da noi, oggi».
Nel documento finale, sintesi di questo lavoro, trovano spazio quindi soprattutto tre espressioni: «La prima è quella che il Papa ha indicato alla Chiesa, ripartire da Cristo, che per noi frati significa valorizzare i momenti e i luoghi della contemplazione e della vita interiore. La seconda è annunciare il Vangelo: è il mandato ecclesiale di Francesco, e significa percepire l’enorme lavoro che facciamo nelle Diocesi della Toscana presso santuari e parrocchie, le missioni al popolo che conduciamo, le attività di pastorale giovanile o familiare come espressione di una unica attività di evangelizzazione. Infine, tornare alla Verna, cuore della spiritualità francescana per la nostra Provincia religiosa. Quest’ultima indicazione, direi, racchiude le altre due: Francesco alla Verna ha vissuto la massima intimità con Cristo e la massima forma di annuncio evangelico, diventando Vangelo fatto carne, scritto sul suo stesso corpo».
Tornare alla Verna vuol dire, materialmente, salire sul sacro monte per momenti di sosta, per bere l’acqua fresca delle sorgenti francescane. Ma vuol dire anche riscoprire la propria identità, il senso di appartenenza alla famiglia francescana, per poter essere fermento per la Chiesa e per l’umanità. «Le statistiche – afferma padre Faggioni – ci dicono che il numero dei frati è in calo, ma anche che abbiamo un buon numero di giovani e tante attività che fanno ben sperare per il futuro. Certo, dobbiamo pensare in maniera accorta e ponderata la nostra presenza. Per noi non è importante occupare il territorio, ma costituire comunità di vita evangelica, che possano essere testimonianza del Regno di Dio. I francescani sono chiamati a portare pace dove ci sono fratture e divisioni, e questo lo si fa prima di tutto con l’esempio. Dobbiamo dar vita a fraternità ricche umanamente e spirtualmente, capaci di comunione, luoghi dove sia possibile una vita di preghiera, di ascolto, di condivisione». In questa prospettiva, c’è l’idea di chiedere alle Diocesi toscane di poter assumere, quando viene richiesto, la responsabilità delle parrocchie «in solido»: dove non c’è un unico frate che diventa parroco, ma è la comunità religiosa nel suo insieme che si fa carico della pastorale parrocchiale. Una strada, d’altra parte, che anche il clero diocesano mostra di voler percorrere istituendo comunità presbiterali e unità pastorali in cui diversi preti vivono insieme, amministrando più parrocchie.
«Spesso però – sottolinea padre Faggioni – esperienze di questo tipo nascono per esigenze di efficienza pastorale: per noi invece è un discorso più profondo, è la certezza che essere esempio di fraternità è il primo annuncio che dobbiamo dare». È il motivo per cui, negli ultimi anni, i frati Minori hanno rinunciato alla guida di parrocchie «storiche» come quella di Ognissanti a Firenze, dove i francescani erano presenti dal Cinquecento: «Il problema per noi non è parrocchie sì o parrocchie no, ma parrocchie come. Possiamo fare questo servizio alla Chiesa solo se siamo in grado di farlo in maniera rispondente al nostro carisma. D’altra parte, è nell’interesse stesso della Chiesa che i francescani restino se stessi. Anche i Vescovi toscani sono convinti di questo, e non ci hanno mai chiesto niente che andasse al di fuori del nostro specifico».
Nell’incontro della Verna, il Capitolo ha discusso anche alcune novità: una è la creazione di una nuova comunità francescana a Castello, alle porte di Firenze, per fare opera di apostolato in mezzo ai rom del campo nomadi. L’altra è la forte ripresa dell’attività missionaria nel mondo: attualmente i frati Minori della Toscana sono presenti soprattutto in Bolivia ma anche in Egitto, in Turchia e da qualche mese anche in Cina, dove fra Roberto ha ripreso l’attività missionaria che i suoi confratelli hanno portato avanti fino agli anni ’40, e poi bruscamente interrotta con la rivoluzione maoista.
FRATI MINORI: LE CASE IN TOSCANA |
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Casa |
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Frati |
Bosco ai Frati |
1212 |
3 |
Poggibonsi (San Lucchese) |
1213 |
3 |
Verna |
1213 |
16 |
Figline Valdarno (San Francesco) |
1220 |
4 |
Grosseto (San Francesco) |
1220 |
3 |
Cortona (Santa Margherita) |
1392 |
5 |
Fiesole (San Francesco) |
1399 |
7 |
Siena (San Bernardino) |
1404 |
4 |
Firenze (San Salvatore al Monte) |
1407 |
3 |
Pisa (Santa Croce) |
1427 |
3 |
Prato (San Domenico) |
1439 |
3 |
Sinalunga |
1449 |
3 |
Pietrasanta |
1496 |
5 |
San Vivaldo |
1499 |
2 |
San Romano Valdarno |
1514 |
3 |
Figline Varldarno (San Romolo) |
1562 |
2 |
Viareggio (S. Antonio) |
1619 |
4 |
Livorno (ospedale) |
1792 |
2 |
Vertighe |
1816 |
4 |
Pistoia (Stimmate) |
1897 |
3 |
Piombino (Immacolata Concezione) |
1899 |
2 |
Fiesole (casa di riposo) |
1927 |
10 |
Firenze (San Francesco) |
1928 |
9 |