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I francescani hanno portato San Francesco in Egitto

Nell’ottavo centenario delle stimmate la reliquia del sangue del Santo, che sta toccando molte parrocchie in Italia, è arrivata anche qui. Il Paese africano vede una forte presenza francescana, legata all’azione missionaria dei frati partiti nel secolo scorso dal convento di Fiesole

Vicini a chi oggi porta le cicatrici di sofferenze e ingiustizie. In risposta a questo invito, fatto da papa Francesco lo scorso 5 aprile durante l’udienza riservata ai Frati minori toscani, si è compiuta nei giorni scorsi la pellegrinazione della reliquia del sangue di san Francesco in terra d’Egitto.

L’iniziativa, promossa dal comitato per le celebrazioni dell’ottavo centenario delle Stimmate di san Francesco della famiglia francescana della Toscana, si inserisce in un’ampia proposta di iniziative che sta interessando da gennaio la città di Firenze, il sacro Monte della Verna in Casentino, e grazie alla pellegrinazione delle reliquie del sangue del santo di Assisi, tutto il territorio nazionale.

Sono già molte le parrocchie italiane, i santuari, i luoghi di sofferenza e le carceri toccate in questi mesi da questa particolare iniziativa che nella seconda parte dell’anno giubilare si appresta ad andare oltre i confini dell’Italia coinvolgendo le comunità cristiane di Istanbul, Gerusalemme, San Paolo e il territorio boliviano. Le reliquie, da secoli, sono un modo per richiamare alla vita concreta di un santo e accoglierla nei propri spazi di vita è un modo per farsi coinvolgere dall’esempio della sua vita e riscoprire la chiamata alla santità.

«San Francesco e la particolare esperienza delle stimmate ricorda a ogni credente che ogni esperienza di dolore, fallimento e fatica può essere, in Dio, l’inizio o l’opportunità per una vita nuova. In questo momento dove in molte parti del mondo, la guerra, la povertà e l’ingiustizia sembra prevalere è necessario ricorrere a questa esperienza di Francesco che può dare una direzione, un senso».

Con queste parole e con questo spirito il ministro provinciale fr. Livio Crisci e alcuni frati toscani, in collaborazione con i francescani della provincia della Sacra Famiglia in Egitto, hanno organizzato la pellegrinazione della reliquia che è iniziata solennemente mercoledì 23 maggio nella chiesa di San Giuseppe al Cairo alla presenza del nunzio apostolico mons. Nicolas Thévenin e si è conclusa a Luxor il 4 giugno.

Dieci giorni di celebrazioni e incontri nei quali il corteo ha attraversato tutta la Valle del Nilo fermandosi nelle principali cattedrali copto-cattoliche e nelle principali presenze francescane.

Quest’ultime devono la loro origine proprio all’azione missionaria dei frati toscani che nel secolo scorso, dal convento di Fiesole, sono partiti e si sono spesi con energia e creatività nella cura delle comunità cristiane dell’Alto Egitto.

Oggi la presenza francescana in Egitto conta circa centoventi frati egiziani impegnati in parrocchie, scuole e in numerose attività caritative.

Durante i primi giorni presso le città del Cairo e di Alessandria è stato significativo il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità locali che in questo evento stanno trovando l’occasione per riscoprire la figura di san Francesco Stimmatizzato che poco più di ottocento anni fa, proprio in Egitto a Damietta, ha lasciato uno dei segni più eloquenti della sua esistenza: l’incontro e il dialogo con il sultano Al Kamil.

Questo segno che attraversa i secoli può essere oggi per la comunità cristiana d’Egitto fonte di speranza e provocazione per vivere in uno spirito di dialogo e incontro il suo essere minoranza, ma presenza viva all’interno di una grande nazione dove la popolazione ha ormai raggiunto i centodieci milioni di abitanti.

Gli echi della guerra arrivano forti da Gaza, perché il sud della Striscia confina direttamente con l’Egitto e questo desta forte preoccupazione che è palpabile tra la gente.

I francescani d’Egitto quindi nell’occasione della ricorrenza francescana si sono fatti protagonisti dell’iniziativa della pellegrinazione che vuole essere un momento di fede ma anche l’occasione per esprimere vicinanza a chi soffre e portare un segno di pacificazione in una terra che non nasconde ferite e cicatrici nella sua storia passata e recente.

Tutto questo è ben rappresentato anche da una piccola attività teatrale proposta nei principali luoghi della pellegrinazione. Si tratta di un’esperienza di teatro sociale elaborata presso il convento francescano del Boulaq al Cairo che ha coinvolto una decina di giovani musulmani che attraverso il loro punto di vista, la loro arte canora e rappresentativa raccontano i punti salienti della vita dell’uomo Francesco, operatore di pace in terra di Egitto.

*Commissario per la Toscana della Custodia di terra Santa