Cultura & Società

I cristiani venuti dall’Islam

Monica e Agostino sono fuggiti dagli orrori del fondamentalismo islamico che ha terrorizzato l’Algeria. Antuan era un assiduo frequentatore della moschea del suo villaggio in Turchia e ora si prepara a diventare gesuita. Nihad ha combattuto nell’esercito bosniaco, Amina ha «combattuto» in Italia con il padre egiziano che voleva fare di lei una brava musulmana. Sono I cristiani venuti dall’islam, protagonisti del libro scritto dai giornalisti di «Avvenire» Giorgio Paolucci e Camille Eid, che racconta l’avventura umana di persone appartenenti alla tradizione islamica e che hanno abbracciato il cristianesimo.

Sono centinaia le conversioni sbocciate in questi anni in Italia, vissute spesso nell’ombra e nel silenzio, a motivo della diffidenza o dell’ostilità della famiglia d’origine o della comunità di origine. Chi sono i musulmani che hanno deciso di seguire Gesù? Quali sono i motivi che spingono i fedeli di Maometto ad abbracciare la proposta di vita cristiana? Come e da chi sono stati aiutati nel loro percorso spirituale ed umano? La conversione implica la disponibilità a mettersi in discussione, a rivoluzionare abitudini e mentalità, a imboccare una strada che talvolta è il compimento di quella percorsa in precedenza: è un «nuovo inizio» per i neoconvertiti, e insieme una sfida sia per la comunità di origine, sia per tanti cristiani che hanno ridotto la fede a una sorta di soprammobile da salotto.Il libro propone anche una dettagliata analisi della situazione giuridica e legislativa vigente nei Paesi islamici nei confronti di coloro che abbandonano la religione musulmana. Ne emerge un quadro a tinte fosche, in cui la libertà religiosa è oggetto di numerose limitazioni e i «neoconvertiti» sono sottoposti a discriminazioni anche sul piano civile. Il Corano e la sharia condannano l’apostasia, e in alcuni Stati chi abbandona la religione islamica è sanzionato penalmente, anche con la condanna a morte. Eppure qualcosa sta lentamente muovendosi, come testimonia la prefazione del professor Samir Khalil, uno dei massimi islamologi viventi: alcuni religiosi e intellettuali musulmani sostengono che non è lecito ricorrere al Corano per legittimare la condanna penale dell’apostasia e si oppongono alle strumentalizzazioni politiche del testo sacro dell’islam, a cui spesso ricorrono gli epigoni del fondamentalismo.

Un libro che sfida molti luoghi comuni, getta nuova luce su un aspetto largamente inesplorato della nostra società, presenta percorsi di verità umana e di coraggiose rivoluzioni personali. E contribuisce a tenere vivo il dibattito sul bene più prezioso per l’uomo: la libertà.

I CRISTIANI VENUTI DALL’ISLAM. Storie di musulmani convertiti, di Giorgio Paolucci e Camille EidPrefazione di Samir Khalil Samir, Edizioni Piemme, pp. 216, euro 12,90. Antuan, un turco nella Compagnia di GesùTutte le storie di conversione sono uniche e irripetibili. Ma quella di Antuan è davvero insolita. Di profonda fede islamica, un giorno capita per caso nell’unica chiesa cattolica di Mersin, il suo paese d’origine a 25 chilometri da Tarso. Lì scopre che la lingua per comunicare con Dio è il turco e non l’arabo come alla moschea. Per la prima volta sente le parole «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi». Una rivelazione: un Dio che «si fa mangiare» per amore di tutti e quindi un Dio raggiungibile attraverso la cosa più elementare e umana che ci sia: il mangiare. Al termine della Messa, Antuan resta in piedi davanti al Crocifisso. Parla poi con il bibliotecario della chiesa, Ojem Salim, un vecchio saggio che ha passato la vita sui testi sacri. Da quel momento Antuan comincia a frequentare la chiesa dei cappuccini. Adesso vive in Italia e da un anno è stato ammesso al noviziato dei gesuiti. Il francescano Giovanni-MaomettoE’ tornato da poco in libreria, in seconda edizione riveduta e ampliata, il volume di Giulio Basetti-Sani e Matteo Verderio Musulmano e cristiano che, introdotta da Franco Cardini, racconta «La storia del francescano Giovanni-Maometto» (Ancora editrice, pp. 128, euro 11,00).Giovanni-Maometto è un nome «inventato» da Pio XI per dire la duplice, forse impossibile, fedeltà a Cristo e al Profeta di un giovane marocchino, dalla storia singolare come il suo nome. Avviato a una promettente carriera di studioso, negli anni Venti frequenta a Parigi corsi di teologia cristiana; vuole imparare meglio a combattere l’odiata religione dei colonizzatori del suo Paese. Le cose vanno diversamente: il crociato anticristiano si fa discepolo di Gesù, apostolo appassionato del dialogo tra mondo islamico e cristiano, in largo anticipo sui tempi.Condannato dai musulmani, visto con sospetto dai cristiani, padre Giovanni-Maometto non verrà mai meno alla sua chiamata: «Io sono segno di contraddizione perché i veri credenti lascino l’odio e si convertano all’amore».