Caro Direttore,ho molte conoscenze fra i cosiddetti cattolici osservanti, peraltro ormai ridotti in chiara minoranza. Quando, però, ascolto i loro progetti di vita quotidiana, magari appena usciti di Chiesa per l’obbligo festivo, vi scorgo scenari piattamente mondani del tutto privi di trascendenza. Pochissimi sono coloro dotati di autentica religiosità animati dal soffio dell’eterno. Mi viene allora da riflettere che forse hanno ragione alcuni pensatori ad affermare essere l’Occidente la terra del Tramonto in cammino verso il gelido Inverno del Nichilismo evocato da Munch nel suo quadro «L’Urlo».Torna alla mente la celebre battuta di Eduardo: «Ha da passa’ a nuttata».Lettera firmataOnestamente, caro amico, non so quanto sia attendibile questo giudizio così tagliente sui «cattolici osservanti di sua conoscenza», a meno che lei non sia particolarmente sfortunato nelle sue conoscenze cattoliche. Non sono pochi infatti, anche nel nostro Occidente secolarizzato, i cattolici che, pur nelle difficoltà e nelle incertezze del cammino, vivono il Vangelo nella famiglia, nella professione, nella vita sociale e politica, nelle opere della carità, sia individualmente che nelle tante forme di volontariato.Se poi ampliamo lo sguardo dal nostro ristretto panorama italiano ed europeo e ci volgiamo ai tanti Paesi dell’Asia e dell’Africa vediamo che i testimoni non mancano e sono spesso uomini e donne semplici che sanno essere coerenti fino al martirio. Certi giudizi, quindi, se generalizzati, finiscono per essere ingiusti verso tanti nostri fratelli tanto più che spesso sono formulati in un’ottica ideologica che vuol cogliere nell’incoerenza di alcuni il crepuscolo dello stesso Cristianesimo.Certo la non coerenza, a volte davvero stridente, tra Vangelo e vita che è tentazione ricorrente per i cristiani di sempre ed anche per ciascuno di noi finisce per diventare oggettivamente una contro testimonianza, soprattutto in un tempo in cui più che i maestri si ricercano testimoni credibili, anche se bisogna avere occhi per riconoscerli perché spesso sono persone all’apparenza molto comuni, come del resto lo furono tantissimi santi.