Prato

«I Consultori non informano, da noi solo 12 donne in un anno»

Un appello per la vita, contro le logiche stringenti che soprattutto in un periodo di crisi rischiano di distogliere l’attenzione da ciò che è veramente importante, al di sopra del pragmatismo utilitarista. La scorsa settimana si sono conclusi gli eventi della Giornata per la Vita, organizzati ogni anno dal Movimento per la Vita e dal Centro di Aiuto alla Vita di Prato per promuovere una riflessione sulla vita nascente. Con l’occasione, è emerso un dato preoccupante, specchio di una società che si lascia spesso sopraffare dalla crisi economica: secondo i numeri del 2012, soltanto dodici donne si sono rivolte al Centro perché incerte se abortire o intenzionate a farlo.«Una nota che ci dà molto dolore – dice Patrizia Benvenuti, presidente del Centro di Aiuto alla Vita, commentando i dati del 2012 – è il fatto che sono pervenute da noi solo dodici donne incerte se proseguire o meno la gravidanza. Questo la dice lunga sul fatto che anche nella nostra città si pratichino tante interruzioni».Lo Stato italiano regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza, da distinguere dall’aborto spontaneo, con la Legge 194 del 1978, secondo la quale la donna può decidere di interrompere la gravidanza entro i primi novanta giorni dal concepimento. Trascorso tale termine, l’aborto è possibile solo se sussistono gravi motivi psichici o fisici della gestante o del feto. Quello che però lamentano dal Movimento per la Vita e dal Centro di Aiuto alla Vita è proprio la mancanza di informazione che nei consultori si fa su queste realtà alternative: «Abbiamo un protocollo d’intesa con la Asl che di fatto ci consente però solo di portare il nostro materiale informativo nelle sedi. La verità è che i consultori raramente ci mandano delle persone e le donne, nella fase iniziale della gravidanza, spesso non sanno che esistono realtà come le nostre. Chiediamo che i consultori e l’ospedale facciano più presente la nostra realtà e che le persone non temano di venire a fare un colloquio da noi, nella massima libertà. Non siamo qui per giudicare, né per condannare. Ognuno è libero di fare la scelta che ritiene più opportuna, ma è necessario conoscere tutte le alternative».L’ultimo dato sugli aborti procurati nella nostra provincia risale al 2011, visto che, come ha chiarito la dottoressa Cristina Epifani della Asl 4, «Ancora non è possibile avere un dato preciso dello scorso anno perché siamo in attesa di riscontri dalla Regione»: comunque il totale di interruzioni volontarie è 824, con un incremento del 2,4% rispetto al 2010 e del 16% rispetto al 2009.In particolare, l’azienda sanitaria pratese ha un tasso di interruzioni ogni mille donne residenti di età compresa tra 12 e 49 anni pari a 8, 61, media ben più alta rispetto a quella toscana (6,8). Tra queste, le donne straniere sono più del doppio rispetto alle italiane. Non a caso questo stesso dato emerge anche dai dati del CaV: «Come emerso dai dati sulle utenze di casa Aurora – continua la Benvenuti parlando della struttura del Centro che rappresenta una casa per molte gestanti – emerge che l’80% delle donne che si rivolgono a noi non sono italiane, anche se in questo periodo si sta intensificando anche la fruizione dei nostri servizi da parte di donne italiane». Un ritratto a tinte fosche, specchio di una società costretta a fare i conti con ristrettezze economiche e precarietà che spesso portano a scelte estreme. «Mi sento di fare un appello – conclude la Benvenuti – a tutti i cittadini e ai dirigenti delle strutture pubbliche di essere più attenti alle donne che sono in difficoltà e che sono tentate di rinunciare al proprio bambino. Chiediamo che vengano indirizzate al nostro Centro, realtà in cui possiamo star vicino a tutte loro e dare un’alternativa».