Festeggerà cento anni il 27 aprile don Giuseppe Volpi. Nato a Strumi, frazione di Poppi, è stato ordinato sacerdote il 2 agosto 1936. Ha svolto la sua missione sacerdotale come cappellano a Torre di Mercatale, a Bucine e ad Anghiari. Nominato parroco di Chitignano, fece il suo ingresso il 1° luglio del 1942 e vi rimase oltre 55 anni. Dal 13 ottobre del 1997 risiede in Casa del clero ad Arezzo. E’ canonico della Cattedrale e nella Cappella della Madonna del Conforto attende al ministero delle confessioni.Era l’estate del 1942, per la precisione il primo di luglio, quando un giovane prete casentinese fu nominato parroco di Chitignano. Arrivò con la sua famiglia, la mamma Clorinda, il fratello Antonio e la sorella Maria. Mi piace immaginarlo con lo stesso aspetto odierno, nella sua estrema magrezza, con gli immancabili occhialetti, con quel suo modo garbato e schivo che ha sempre avuto anche nel celebrare la Messa, con la lucidità e la franchezza nell’affrontare qualsiasi tipo di questione o ragionamento. Erano tempi duri, quelli della guerra, con l’incertezza economica e con i pensieri concentrati sulla ricerca della sopravvivenza. Il prete non era soltanto il salvatore delle anime o il custode del gregge del Signore, ma anche il confessore, il confidente, il dispensatore di consigli, lo scrivano, il precettore, il consulente familiare, l’assistente sociale. Un parroco doveva saper svolgere le funzioni religiose, doveva amministrare i beni della parrocchia, doveva essere onnipresente in tutta la vita del paese. Don Giuseppe è stato tutto questo, ma anche molto di più. Don Giuseppe ha amato Chitignano e i chitignanini; sempre presente in tutte le manifestazioni e in tutta la vita del paese, anche se mai in posizioni di eccessiva visibilità. La sua vita è stata Chitignano; nei 55 anni vissuti come parroco si sono intrecciati, dolori, gioie, lutti, festeggiamenti, tribolazioni ed esultanze. Tutti lo ricordiamo con la grande tonaca, sempre affaccendato o a dir Messe, o a coltivare l’orto, o a visitare gli ammalati, oppure impegnato nel catechismo o nella normale gestione della canonica, sempre pronto ad ogni chiamata, sempre disposto a fare del bene e ad impegnarsi per il paese. Ogni chitignanino lo ha nel cuore e non solo perché in ogni famiglia e per ogni persona ci sono tanti ricordi legati a lui; non c’è chitignanino che non abbia ricevuto un sacramento da don Giuseppe; i più sono stati battezzati, comunicati, sposati, hanno visto battezzare e comunicare i propri figli sempre da lui. Naturalmente è stato presente anche nei momenti difficili come i funerali. Ancora oggi, a distanza di tredici anni dal suo trasferimento alla Casa del clero di Arezzo, don Giuseppe continua a vivere, con il pensiero, a Chitignano e per Chitignano, preoccupandosi per le sorti dei suoi compaesani, chiedendo notizie a chiunque può fornirgliene e cercando di aiutare le iniziative e le associazioni paesane. Per tutto l’affetto che don Giuseppe ha da sempre dimostrato e per l’affetto che i chitignanini hanno per lui, Chitignano ha deciso di festeggiare i cento anni del «suo parroco» ed il 1° maggio verrà convocato un consiglio comunale straordinario che sarà presieduto dall’illustre centenario, seguirà naturalmente la Messa celebrata nella «sua» chiesa parrocchiale ed infine tutti i chitignanini lo abbracceranno in un semplice, ma partecipato convito.