Lettere in redazione

I cattolici stanno a sinistra o a destra?

Caro Direttore, ho votato alle ultime elezioni politiche Margherita (voterò Partito Democratico se ascolterà – veramente – tutte le voci della base: dove e quando?) ma, come avevo già detto e scritto, non condividendo i Dico (come altre cose) sono andato con un pullman delle Acli alla «Giornata per la Famiglia» a Roma – sabato 12 maggio – in Piazza San Giovanni.

È stato molto bello e sono anche disposto a tornarci se necessario. In pullman abbiamo recitato le lodi, due rosari alla Madonna – una all’andata e uno al ritorno – (era sabato e il 13 maggio era la Madonna di Fatima) e, con una buona voce, ho guidato dei canti alla Madonna.

Devo essere sincero: mi sono sentito e mi sento anch’io cattolico a pieno titolo, nonostante uno abbia affermato il contrario.

Il Vescovo di Como (fino a un anno fa Vescovo di Livorno), mons. Coletti, ha detto: «Berlusconi dice che i veri cattolici non stanno a sinistra? Ha perso l’occasione di tacere». Sì, Berlusconi – come qualche altra volta – ha perso l’occasione di tacere. Lei Direttore, a proposito dei «veri cattolici», che ne pensa?

Giovanni Manecchia Ghezzano (PI)

Sul «Family day», che il Papa, incontrando i vescovi italiani, ha definito «festa di popolo», si è scritto molto anche su queste pagine. Credo che mons. Bagnasco nella sua prima prolusione all’Assemblea generale della Cei abbia ben colto il significato profondo della manifestazione di Piazza San Giovanni: «è stata una testimonianza forte e corale a favore del matrimonio, quale nucleo fondante e ineguagliabile per la società». Prima di tutto quindi testimonianza di un valore che certamente non si esaurisce con un incontro, ma continua nel vissuto quotidiano, nella consapevolezza che anche così si promuove e si valorizza la famiglia: soprattutto nei confronti dei giovani che, pur attribuendole importanza – tante inchieste lo evidenziano – temono, in un tempo in cui tutto è segnato dal provvisorio, impegni almeno nelle intenzioni definitivi. Una testimonianza però che sa farsi anche vicinanza affettuosa verso chi vive situazioni che, pur «oggettivamente disordinate», sono spesso segnate da disagio e sofferenza.

Ma lei, caro Manecchia, mi interpella direttamente, chiedendomi cosa penso a proposito dell’affermazione dell’on. Berlusconi sui veri cattolici. Io penso che essere discepoli innamorati e coerenti del Signore Gesù e tradurre il più possibile il Vangelo nella vita di tutti i giorni sia terribilmente difficile, se confidiamo sulle nostre sole forze, e che l’atteggiamento del pubblicano al tempio sia un’icona che ci rappresenta bene, se siamo sinceri. E non si diventa cattolici veri una volta per sempre: si ricomincia sempre da capo e ogni giorno dobbiamo invocare la Grazia che viene dall’alto.

Proprio per questo di fronte a certe affermazioni di sapore elettoralistico – i cattolici veri non stanno a sinistra, ma altri dicono che non possono stare a destra – provo un grande disagio e mi vien da dire: magari fosse così facile!