Lettere in redazione

I cattolici e l’Unione di centro

Cari lettori di Toscanaoggi, caro Direttore, mi permetto di rispondere all’interessante intervento innescato, secondo me felicemente, da un gruppo di cattolici fiorentini. Non sono un autorità all’interno dell’Unione di centro, ma semplicemente sono stato chiamato dal partito a candidarmi al consiglio comunale nelle elezioni amministrative di Pisa che si sono svolte poco fa insieme a quelle politiche.

Solo da poco più di due anni la politica è diventata di mio forte interesse, quando prevedevo che il leader del centro sinistra, seppur di estrazione cattolica, avrebbe guidato il paese ad un deriva rispetto ai valori cattolici, che vari ministri di quel governo hanno poi realmente compiuto. La mia scelta dell’Udc fu una scelta libera da influenze familiari o culturali: fu una scelta libera di un cattolico con tanti anni di studi di teologia alle spalle. Il mio non fu un mero studio dei programmi ma un analisi del tessuto stesso dei vari partiti attraverso i vari interventi dei loro membri. Secondo questo studio analitico del pensiero dei vari partiti scelsi l’Udc: posso essermi sbagliato sull’analisi ma mi prendo le mie responsabilità… non credo di sbagliare però sull’etica.

Sono stato d’accordo con la linea politica del mio partito di non cedere ad alleanze, o meglio come dite voi a sudditanze e furbizie elettorali, che facessero sparire la sua identità stessa che si rifà all’etica e alla dottrina sociale della Chiesa o più laicamente ai valori. Ecco iniziamo insieme a mettere per esteso i principi della politica: «sui valori nessun compromesso». È il pensiero cristiano stesso che non si può configurare né di destra e né di sinistra… né conservatore e né progressista. L’Udc ha fatto anche alleanze, e a volte non se ne può proprio fare a meno in politica, ma ha fatto vedere che sui valori ha avuto il coraggio di dare voti anche contro la propria coalizione.

Sì, io ci sto, e ci sono già a collaborare per la costruzione di questo Centro che penso non debba essere aperto solo ai cattolici ma a tutti gli uomini di buona volontà. Del resto ritengo che il 95% dell’etica cattolica sia spiegabile senza ricorrere ai dati specifici della Rivelazione, ma semplicemente con l’ausilio della ragione. In questo Centro forse un non credente come Ferrara non ci si troverebbe male e così tanti altri non credenti… si perché questa è la sfida dei cattolici in politica: riuscire ad incontrarsi con uomini di buona volontà che condividono razionalmente gli stessi valori. Qualcuno attacca l’Udc perché dicono che predica bene e che poi razzola male. P. Livio Farzanga diceva che in politica è meglio scegliere chi predica bene ma razzola male rispetto a chi razzola bene ma invece predica male. Penso inotre che non è cristiano giudicare senza conoscere i fatti e che su certe scelte di coscienza sarà il singolo ad assumersene le responsabilità. Ben altre sono le linee del partito e di quel Centro che vuole essere diverso dalla sinistra e dalla destra, sui valori, sul modo di relazionarsi con gli altri Stati e con chi è diverso e che sappia rompere, ad esempio, quell’opposizione storica che contrappone poveri e ricchi. Cosa meglio del pensiero cristiano può risollevare il nostro paese?

Simone Matteolisimone@matteoli.eu

Rispondendo sul n. 17 ad un gruppo di lettori (Udc, un voto… sulla fiducia), che avevano votato per l’Unione di Centro e si domandavano quali sarebbero state, dopo le elezioni, le proposte di questo raggruppamento, io scrivevo che «la mia poteva essere solo un’opinione, una valutazione da osservatore esterno» e aggiungevo che «la domanda, più che lecita, andava rivolta, anche in maniera pressante, ai responsabili dell’Udc». Ora una risposta è venuta e noi volentieri l’abbiamo pubblicata.