Toscana
I 25 anni di Toscanaoggi: radicati nel territorio ma con respiro globale
di Simone Pitossi
Il sistema mediatico è confuso. E le Regioni sono poco coraggiose. C’è un modo per uscire da questo circolo vizioso? Gli stimoli per invertire la rotta possono giungere dai valori respiro globale e radicamento locale che sono alla base dei media cattolici e dei settimanali diocesani in particolare. Tutto ciò è stato al centro della tavola rotonda «Informazione e territorio: a misura di regione» moderata da Claudio Turrini, caposervizio di Toscana Oggi organizzata sullo sfondo delle celebrazioni per il 25º di Toscana Oggi e per il 20º del Sir.
Paolo Bustaffa, direttore del Sir, ha ricordato i venti anni di lavoro dell’agenzia della Cei al fianco dei settimanali diocesani. Da cinque anni si è poi aggiunto Sir Regione che ha come specifico la valorizzazione del «patrimonio locale attraverso un’informazione che metta a confronto il pensiero della gente con il pensiero degli enti locali di riferimento», in particolare su temi quali «famiglia, vita, educazione, scuola, giovani, lavoro, economia, povertà, immigrazione, ambiente e salute». In questo periodo storico ci sono particolari «attese» e «preoccupazioni» verso le istituzioni regionali «che ha concluso Bustaffa alla luce del dibattito sul federalismo, sono sempre più sollecitate a rispondere alle esigenze di un territorio che è cambiato e che ancora sta cambiando».
Ma questa strada, secondo il costituzionalista Marco Olivetti, non è del tutto scontata. E per vari motivi. «È vero. Siamo di fronte ha spiegato il costituzionalista a uno snodo importante con il disegno di legge sul federalismo fiscale. Forse questa potrebbe essere l’occasione buona per superare da un lato l’ideologizzazione di questo processo e dall’altro il reiterato tentativo di smontarlo». E comunque questa non è altro che una tappa di un lungo percorso. Infatti, come ci insegna la storia del regionalismo italiano, «ci sono state sempre spinte e controspinte». Per un verso, nel caso di conflitto di competenze tra Stato e Regioni gli enti locali hanno avuto spesso la peggio, secondo il costituzionalista, anche a causa di «una certa sudditanza psicologica, come si dice in gergo calcistico, della Corte costituzionale». Ma, in secondo luogo, non sempre le Regioni «hanno avuto quel coraggio e quegli slanci in avanti che la legislazione recente avrebbe consentito loro». Così, ha concluso Olivetti, si sono limitate a produrre «leggi manifesto» e ad assumere solo «un ruolo amministrativo nella costruzione di una rete di servizi».
«Il legame tra la realtà locale e quella nazionale ha detto Fabio Zavattaro, vaticanista del Tg1 va tenuto presente per raccontare sia il nostro Paese, sia quanto avviene nel mondo». Spesso, ha sottolineato, nonostante la «quantità inverosimile di fonti di comunicazione» l’informazione di oggi risulta «confusa» e «certe notizie non trovano spazio nei giornali e nelle televisioni». Così, questo «grande afflusso di notizie gestito dai media del mondo occidentale allontana la gente dal mondo, invece di avvicinarla». Per questo, ha concluso Zavattaro, è decisivo il ruolo dei «media cattolici che devono cavalcare l’onda dell’innovazione tecnologica, da internet in avanti, e possono farlo solo attraverso delle sinergie importanti, nello stesso spirito che vide nascere venticinque anni fa Toscana Oggi».
Per Franco Vaccari, psicologo e fondatore di «Rondine Cittadella della pace», il nostro è «il tempo della crisi» e molti pensano di esistere solo «se sono una notizia». Ecco allora che i settimanali diocesani possono contribuire a quello che è un «compito primario» del Progetto culturale della Chiesa italiana: «far maturare categorie sempre più raffinate che permettono di accedere a una comprensione più profonda della fede». E poi, riferendosi al tema dell’incontro, ha concluso lanciando una provocazione. «Noi toscani ha continuato siamo imbevuti di umanesimo. Ora bisogna vedere se nel nostro Dna le due dimensioni, globale e locale, si fecondano invece di contrapporsi». Respiro globale e radicamento locale sono sicuramente nel Dna di Rondine, scuola di pace sorta nei pressi di Arezzo, proprio grazie a Vaccari. Ma questi due elementi sono anche nelle radici profonde dei media cattolici. L’esperienze di Sir e Toscana Oggi ne sono la viva testimonianza.