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Hong Kong: ritirata legge su estradizione. Manifestanti, «la lotta per la libertà non è terminata»

Quattro promesse dopo 13 settimane di scontro, per placare violenze e proteste. Carrie Lam, capo dell'esecutivo di Hong Kong, sceglie di fare un passo indietro nel tentativo, disperato, di riportare ordine e tranquillità ad Hong Kong.

La prima misura annunciata da Carrie Lam in un attesissimo video-messaggio  è «il ritiro completo dell’emendamento della legge sull’estradizione», che prevedeva appunto l’estradizione in Cina di detenuti. È stao quell’emendamento a spingere per settimane milioni di persone per le strade di Hong Kong. Lam ha anche promesso che verranno eletti nuovi membri nel Consiglio indipendente per le denunce contro la polizia (Ipcc) e che funzionari del governo ascolteranno l’opinione pubblica delle comunità locali. Infine, il governo inviterà persone provenienti da diversi settori della società a svolgere un’indagine indipendente sui recenti eventi politici.

«Sebbene il disegno di legge sia stato formalmente ritirato, la lotta per la libertà di Hong Kong non è terminata. Tutte e cinque le nostre richieste devono essere soddisfatte, con uguale importanza». Inizia così una dichiarazione dei «Guardians of Hong Kong», uno dei gruppi che in questi mesi è sceso in piazza per protestare e che comunica via Telegram. «Quali sono le differenze essenziali tra il fatto che il ‘bill’ sia ‘morto’ e che sia ‘ritirato’? Il ritiro formale del disegno di legge non significa che la lotta per la libertà di Hong Kong sia finita. La nostra posizione in tutti questi mesi è stata chiara: tutte e cinque le richieste devono essere soddisfatte, con uguale importanza».

Le cinque richieste sono, oltre al ritiro definitivo dell’emendamento, l’implementazione del suffragio universale in entrambe le elezioni del capo del governo e del consiglio legislativo; la soppressione da parte del governo della definizione degli scontri violenti come semplici «sommosse»; l’avvio di un’indagine completamente indipendente sulle azioni della polizia; il rilascio incondizionato di tutte le persone arrestate in relazione agli scontri. Riferendosi quindi al ritiro della legge, i «Guardians» affermano: «Questo passaggio da solo non può risolvere le atrocità che si sono verificate negli ultimi tre mesi. Per questo la lotta per Hong Kong non è finita. ‘Un Paese, due sistemi’ diventa una farsa quando le istituzioni e le libertà sono state completamente erose dal governo di Hong Kong». Ed elencando le altre quattro richieste, concludono: «Cinque richieste, non una in meno. Nessun compromesso. Liberare Hong Kong. Rivoluzione dei nostri tempi. Combattere per la libertà. Stare con Hong Kong».