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Haiti: appello dei vescovi di fronte al caos e al dilagare della violenza. “Situazione drammatica, è l’ora dell’unità”

“Di fronte alla drammatica situazione in cui è immerso il nostro caro Paese, noi vescovi cattolici di Haiti rivolgiamo ancora una volta un urgente appello a tutti i protagonisti che si trovano sulla scena socio-politica, perché trovino insieme un consenso più ampio possibile che possa portare a un’uscita definitiva dalla crisi, in vista della riconquista della nostra sovranità e del recupero di Haiti”. È l’appello che viene rivolto dalla Conferenza episcopale haitiana (Ceh) in vista della festa nazionale del 7 febbraio.

È accorato, l’appello dei vescovi, di fronte al disfacimento sempre più forte del tessuto sociale e al prevalere della violenza: “L’ora che stiamo vivendo è gravissima e particolarmente decisiva in questa svolta irreversibile della nostra storia. È in gioco il nostro presente e il nostro futuro, e quindi la nostra stessa esistenza come popolo, come nazione, come Stato. Dobbiamo quindi prendere le decisioni coraggiose che sono necessarie. Sì, la nostra cara Haiti sta attraversando una fase difficile della sua storia. Chi fermerà finalmente la sua discesa all’inferno? Il popolo haitiano davvero non ce la fa più. È stanco, esausto, di vivere in condizioni di vita totalmente alienanti, umilianti, disumane, disumanizzanti. Non è più tempo di divisioni, disunità, disaccordi, discordie, lotte fratricide per il potere e perseguimento sfrenato e spudorato di interessi personali egoistici e meschini”.È, invece, “giunta l’ora dell’unità, dell’unione che è forza, dell’unione delle nostre idee e dei nostri sforzi, del consenso nazionale e patriottico per far uscire definitivamente il nostro Paese dalla profonda crisi che perdura da un tempo troppo lungo, e che minaccia seriamente la sua stessa esistenza. Invitiamo e incoraggiamo tutti i settori e tutti gli attori sociali, economici e politici della vita nazionale a rinunciare risolutamente ai loro privilegi per salvare il bene comune e preservare l’integrità della patria in pericolo. Li esortiamo a lavorare insieme, in sinergia, per costruire un futuro solido e luminoso per Haiti e le sue figlie e figli”. Proseguono i vescovi: “Dobbiamo unire tutte le nostre forze, le nostre energie, la nostra intelligenza, le nostre risorse e lavorare insieme affinché il 7 febbraio sia una giornata di dialogo, consenso e compromessi storici volti all’unità del nostro popolo, alla salvaguardia e alla trasformazione del nostro Paese, che si trova sull’orlo del baratro”.Da un lato, si fa appello “alla coscienza e al senso di responsabilità dei nostri dirigenti perché facciano tutto il possibile per garantire che l’ordine, la pace, la sicurezza e perché il rispetto delle vite e dei beni siano ampiamente ripristinati e consolidati”. Al tempo stesso, “ai gruppi armati e ai rapitori che seminano impunemente violenza, paura, morte, lutto, desolazione, angoscia e disperazione nelle famiglie haitiane, chiediamo di deporre le armi, di rinunciare alla violenza, di rapire e di non versare il sangue dei loro sorelle e fratelli”.