Regna un’atmosfera di totale calma stamane a Conakry, come se non fosse accaduto nulla riferiscono fonti della MISNA contattate nella capitale guineana dopo il golpe’ che ieri ha visto alcuni militari prendere apparentemente il potere in seguito alla morte dell’anziano presidente Lansana Conté. Per le strade le macchine non circolano, ma solo perché è finita la benzina a disposizione delle stazioni di servizio. La gente quindi si sposta a piedi, in quello che sembra un giorno come qualsiasi altro aggiungono le stesse fonti. Scuole e grandi magazzini restano chiusi, ma i piccoli commercianti lavorano normalmente. Per il momento non è stato segnalato alcun episodio di violenza né si sono uditi colpi di arma da fuoco prosegue il nostro interlocutore, segnalando anche che i militari sono tutti raggruppati nella principale caserma del paese, il campo Alpha Yaya, dove anche oggi, come ieri, fervono le trattative tra le parti per decidere i prossimi sviluppi della situazione politica. La situazione non è ancora chiara e alla gente non resta che attendere per sapere cosa accadrà concludono le fonti. Le stesse fonti fanno sapere che migliaia di persone sono cominciate a scendere in strada in alcuni quartieri periferici di Conakry, non è ancora chiaro cosa li abbia spinti a manifestare, anche se alcuni media locali ritengono che si tratti di un corteo spontaneo a sostegno dei militari golpisti. Intanto in due nuovi proclami letti alla radio, oggi un portavoce del Cndd ha promesso elezioni libere, corrette e trasparenti alla fine di dicembre 2010 (quando sarebbe scaduto il mandato del presidente deceduto lunedì Lansan Conté), aggiungendo che i golpisti non hanno alcuna intenzione di restare in eterno al potere. La nuova data per le elezioni presidenziali, comunque, è molto diversa dai 60 giorni annunciati solo ieri per recarsi alle urne a scegliere il successore di Conté. In un’altra comunicazione poi il Cndd informa che gli ufficiali superiori che si ostinano a non riconoscere il movimento sono pronti ad intervenire con l’aiuto di mercenari stranieri già presenti all’interno del territorio nazionale. Una comunicazione che, di fatto, conferma che il tentativo di golpe lanciato ieri da alcuni militari non coinvolge l’intero apparato delle forze armate nazionali. La società civile condanna questo tentativo di presa del potere con la forza e chiede una transizione attraverso i meccanismi previsti dalla Costituzione e che tenga conto delle posizioni di tutti gli attori del paese: così un esponente del Consiglio nazionale delle organizzazioni della società civile guineana (Cnoscg) ha commentato gli sviluppi politici delle ultime 24 ore nel paese, rompendo il silenzio della potente organizzazione che lo scorso anno, insieme ai sindacati nazionali, costrinse (a suon di scioperi e manifestazioni di piazza) l’ex-presidente Lansana Conté a creare la figura di un primo ministro di consenso. Il dirigente della Cnosg, intervenuto su una delle principali radio del paese, ha criticato la volontà dei militari golpisti di apparire come forza democratica, spiegando che coloro che nel febbraio 2007 si opposero alla volontà di cambiamento della gente (le forze armate intervenirono a sostegno del capo di Stato con una violenta repressione, ndr) utilizzano oggi questo pretesto per mascherare le altre dinamiche che li spingono al cambiamento. Il rappresentante della Società civile guineana ha annunciato poi prossime manifestazioni, denunciando anche che la Cnoscg non potrà mai riconoscere come responsabili del paese dei dirigenti che sono coinvolti nel narcotraffico. Intanto, in una nuova comunicazione affidata alla radio, i militari golpisti hanno annunciato l’introduzione del coprifuoco dalle 8 di sera alle 6 del mattino e la nomina del capitano Moussa Dadis Camara come capo dei golpisti. Il capitano Camara, il primo ad annunciare il Golpe ai microfoni della radio nazionale ieri, ha reclamato da subito la guida dell’ammutinamento, ma ha dovuto far fronte, nelle ore successive, alle pretese di leadership di ufficiali più alti in grado e più anziani. Secondo i media locali il capitano Camara era, prima del golpe, il responsabile del servizio carburante per i mezzi delle forze armate.Misna