Vita Chiesa

GUERRA IRAQ: PAPA E FOLEY, IL RUOLO DEI MEDIA PER UN MONDO DI PACE

“Verità e solidarietà” sono due mezzi “efficaci” e “indispensabili” per “superare le inimicizie, risolvere i conflitti ed eliminare la violenza”, e anche i media hanno un “preciso dovere” da svolgere nel costruire “un mondo di pace”. Lo ha detto oggi il Papa, che ricevendo in udienza i partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali è tornato a riferirsi indirettamente al conflitto in Iraq, anche quando ha parlato della necessità di “ristabilire e rafforzare i mutui vincoli di comprensione, fiducia e compassione che uniscono gli individui, i popoli e le nazioni, indipendentemente dalla loro origine etnica o culturale. Verità e solidarietà – ha aggiunto subito dopo – sono necessari se l’umanità vuole riuscire a costruire una cultura della vita, una civiltà dell’amore, un mondo di pace”.

Anche mons. John P. Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, aprendo l’assemblea del dicastero pontificio ha fatto riferimento alla guerra in corso, parlando di “tristezza” , ma anche di “speranza”, perché “il messaggio che portiamo, il messaggio di Gesù Cristo, il Principe della Pace, è fonte non solo di pace interiore, ma anche di quella pace tra i popoli e le nazioni che viene dalla giustizia intesa come grazia e virtù morale”.

“Rendere più concretamente presente” il messaggio cristiano nel mondo dei media, ha sottolineato il Papa, è un “preciso dovere” degli operatori della comunicazione sociale, chiamati all’ “onestà e imparzialità” nell’uso degli “strumenti per la promozione e diffusione della mutua comprensione tra le nazioni”, come Giovanni XXIII definiva i mass media. In un mondo, come quello attuale, in cui “i media esercitano una potentissima e pervasiva influenza, nel formare ed informare l’opinione pubblica su scala locale, nazionale e globale”, ha ribadito il Papa citando il suo recente Messaggio per la 37a Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebrerà il 1° giugno, “Il requisito morale fondamentale” di tutti i comunicatori “è il rispetto perla verità ed il servizio alla verità”, essenziale “non solo in relazione ai fatti e alle informazioni ma anche, e specialmente, alla natura e al destino della persona umana, alla società e al bene comune”. Sir