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GUERRA ALL’IRAQ, PRIME REAZIONI NEL MONDO

Prime reazioni da tutto il mondo alla guerra sferrata poche ore fa contro l’Iraq. La Francia, attraverso il proprio ministro degli esteri Dominique de Villepin, si è detta “profondamente preoccupata” per gli attacchi a Baghdad ed ha auspicato che il conflitto cessi “il più rapidamente possibile”. La stessa richiesta arriva dal governo tedesco che, in un comunicato diffuso questa mattina, ha invitato le parti coinvolte a fare tutto il possibile per “evitare vittime fra la popolazione civile, rinunciando al tempo stesso all’impiego di armi di distruzione di massa”. Per alleviare le sofferenze della popolazione, l’esecutivo tedesco si è dichiarato pronto a fornite aiuto umanitario alle Nazioni Unite ed alle sue agenzie. Una reazione più moderata è arrivata dall’esecutivo russo, che ha espresso “rammarico” per l’attacco militare anglo-americano, lanciato senza una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sottolineando tuttavia come Mosca abbia fatto “tutto il possibile” per raggiungere una soluzione “esclusivamente attraverso il sistema di sicurezza internazionale”. Indignata la Cina, che ha bollato l’attacco come una “violazione della Carta dell’Onu e delle leggi internazionali” ed ha chiesto la fine immediata delle operazioni militari contro l’Iraq. Schierato con gli Usa, il premier giapponese Junichiro Koizumi ha rinnovato l’appoggio al presidente statunitense George W. Bush, auspicando però che “l’intervento si risolva in breve tempo e con il minor numero di vittime possibile”.

“Una triste notte per tutta l’umanità”. Visibilmente angosciato il presidente cileno Ricardo Lagos ha così commentato, subito dopo l’inizio dell’operazione, l’attacco sferrato contro l’Iraq. In un messaggio televisivo alla nazione, Lagos si è rivolto a tutti i cileni: “ora che parla la voce della guerra, preghiamo perché questa sia breve. Quando i nostri figli si sveglieranno domani mattina, spieghiamogli che abbiamo fatto di tutto per evitarla”. Ha quindi ammesso la propria frustrazione per essersi visto bocciare la proposta che il suo governo aveva portato di fronte al Consiglio di sicurezza per proseguire la via diplomatica al disarmo pacifico dell’Iraq. “Raccogliamoci e pensiamo a quelli che sono sotto le bombe”, ha concluso Lagos.

Da Brasilia, Luiz Inácio Lula ha criticato il suo omologo statunitense George W. Bush, sostenendo che “non ha il diritto di definire ciò che è bene e ciò che è male per il resto del mondo”. Il presidente brasiliano ha ricordato che sebbene tutta la comunità internazionale voglia un Iraq “libero da armi di distruzione di massa, questo non autorizza gli Stati Uniti a decidere unilateralmente”. Le motivazioni addotte da Bush nel lancare l’ultimatum e poi l’attacco, secondo Lula costituiscono “una mancanza di rispetto nei confronti delle Nazioni Unite, del Consiglio di sicurezza e di quello che pensa il resto del pianeta”.

Misna