Ieri 10 agosto, San Lorenzo martire è stato solennizzato nel Pontificale presieduto alle 11 da mons. Mario Meini, vescovo emerito di Fiesole e in precedenza vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Accolto sul sagrato della cattedrale dal vescovo Giovanni, dal prefetto Paola Berardino, dal vice sindaco Fabrizio Rossi, dall’assessore provinciale Cecilia Buggiani e dai canonici, Meini, con l’affabilità che lo caratterizza, ha non solo ringraziato dell’invito, ma ha consegnato anche parole molto intense, rifacendosi alle letture proclamate nella Messa, tutte legate al tema della semina e del seme che per portare frutto deve morire nella terra. “La semina – ha detto – è un atto di coraggio e implicitamente anche un atto di fede. E’ così anche per ogni impegno personale, familiare, comunitario – ha aggiunto – La nostra piccola, grande storia ricorda con gratitudine chi ci ha voluto bene, chi ha dato con gioia, ma dimentica e lascia perdere tutti coloro che hanno pensato solo a se stessi”. “Un cristiano o è generoso o non è cristiano”, ha osservato, per poi richiamare il Vangelo e quell’invito a essere come il seme che muore per portare molto frutto. “E’ una questione esistenziale – ha detto il presule – Io devo essere il seme, io devo essere dono! Come persona e soprattutto come cristiano valgo e porto frutto solo col sacrificio”.Subito dopo l’omelia il vice sindaco ha acceso il cero votivo che ogni anno il Comune dona al patrono a nome della città.Hanno concelebrato il vescovo Giovanni, l’emerito padre Rodolfo, oltre trenta sacerdoti.Ha animato un coro composto da coristi della Puccini, della Gaudete e del coro della cattedrale, diretti da Luca Bernazzani, responsabile musica sacra dell’ufficio liturgicodiocesano. All’organo Alessandro Mersi.Numerose le autorità presenti e tanti i fedeli.