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Grande guerra: a Belgrado leader religiosi: «Mai più l’Europa diventi terreno di odio»

In occasione del centenario della fine della Grande guerra, nell'arcivescovado di Belgrado, rappresentanti della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa, i protestanti (anglicani, calvinisti ed evangelici) e i musulmani hanno sottoscritto ieri, domenica 11 novembre, un Messaggio di pace a nome delle religioni presenti in Serbia. 

All’evento ha assistito oltre all’ospite, mons. Stanislav Hocevar, arcivescovo di Belgrado, anche il nunzio apostolico in Serbia, mons. Luciano Suriani. «Nel luogo dove nel 1914 è iniziata la Grande guerra – si legge nel messaggio – vogliamo dare e, allo stesso tempo, chiedere perdono». L’auspicio espresso dalle confessioni ai governanti d’Europa è di diventare «artefici della pace» perché mai più il Continente europeo, intriso della spiritualità giudeo-cristiana e della fede islamica, «diventi terreno di odio e di autodistruzione tramite ideologie totalitarie». I leader spirituali della Serbia si sono riuniti non solo in ricordo della Grande guerra ma per condannare il XX secolo, definito «secolo dei lupi». Il loro impegno, dunque, è di promuovere «sulle ali della ragione e della fede la pace, la riconciliazione, la solidarietà e la compassione, pieni di desiderio di comunione fraterna». I rappresentati delle religioni hanno piantato il cespuglio di Mosè, affermando che «solo la pace, che alcuni nostri fratelli chiamano shalom e i musulmani dicono ‘accostatevi alla pace’, può contribuire alla stabilità dell’Europa e dei Balcani».