Sono arrivati ad Arezzo con tre «torpedoni» per condividere il giorno più importante della vita di un loro concittadino. Erano i tanti amici giovani e meno giovani di Cittadella in provincia di Padova presenti all’ordinazione sacerdotale di Samuele Antonello, 30 anni, originario di quella terra veneta ma che nel nostro Seminario e nella nostra Diocesi ha ultimato il cammino di formazione e preparazione al presbiterato. Insieme agli amici di Cittadella i genitori e una numerosa rappresentanza della comunità di Santa Teresa d’Avila di San Giovanni Valdarno, dove Samuele è stato ordinato diacono lo scorso anno e dove da tempo svolge il suo servizio pastorale. E sono proprio questi due luoghi che don Samuele ha scelto per celebrare le sue prime S. Messe domenica 2 e 9 luglio.Giovedì 29 giugno, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, è stato un grande giorno per la Chiesa aretina, non solo perché un giovane ha fatto solenne promessa di porsi al completo servizio del Signore e della comunità cristiana divenendo ministro del culto e dei sacramenti, ma anche per la fortunata coincidenza legata al giorno dell’ordinazione. Per molto tempo, infatti, nelle diocesi era largamente in uso scegliere la ricorrenza dei due Santi cardini della Chiesa per le ordinazioni sacerdotali. E proprio il 29 giugno del 1966 – quarant’anni fa – fu ordinato prete il nostro Vescovo monsignor Gualtiero Bassetti, e quindici anni prima il 29 giugno 1951 – cinquantacinque anni fa – fu ordinato Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI.Monsignor Pietro Bernini parroco della Pieve di S. Maria e canonico della Cattedrale di Arezzo, all’inizio della solenne Celebrazione Eucaristica in duomo, ha reso memoria di questi importanti giubilei a nome di tutto il collegio presbiteriale della diocesi. E monsignor Bassetti non ha nascosto la sua gioia di poterli celebrare per la prima volta l’anniversario della sua ordinazione imponendo le mani su un giovane.Nella sua omelia monsignor Bassetti ha stilato una sorta di decalogo del sacerdote. Prima di tutto ha invitato don Samuele a «non avere paura e a vivere nella gioia». Poi ha parlato della croce che risplenderà nel novello prete se «vivrai la povertà evangelica con la scelta di uno stile di vita semplice e austero», se «vivrai il celibato come singolare partecipazione alla paternità di Dio», se «vivrai l’obbedienza apostolica nel respiro della Chiesa universale». Infine, il Vescovo ha esortato don Samuele a farsi «servo della Parola» e «ministro della riconciliazione» diventando «strumento di pace» capace di «portare agli uomini e alle donne di oggi l’amore, il perdono, la verità e la speranza».Terminata la cerimonia eucaristica, don Samuele è stato accolto sul sacrato della Cattedrale con striscioni, magliette colorate e grida di gioia. Quasi una festa popolare che è continuata fino a notte nei locali del seminario e che ha coinvolto tutti compreso il Vescovo, a lungo intrattenutosi fra la gente con il suo trascinante calore umano segno di un giorno speciale: anche per lui.A.G.