Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Grande festa in diocesi per l’ordinazione del nuovo sacerdote in Cattedrale.

«Presbitero, prete, è parola antica e bella che vuol dire anziano nella fede. Tu sei giovane, figlio caro, eppure se curerai sempre più la familiarità con Dio, riceverai il dono dello Spirito Santo», afferma Fontana durante l’omelia della Messa in cui lo consacra sacerdote. Incoraggia il futuro presbitero, ricordando che «il compito più grande consiste nella testimonianza gioiosa del Vangelo, sicuri che il Signore sosterrà dall’alto ogni suo solerte operaio».Don Aimè, 31 anni, originario del Benin, si è presentato in Cattedrale aretina «accompagnato da pochi amici africani, ma da un gran numero di persone della comunità che in Italia lo hanno visto crescere nella fede e condotto al sacerdozio». Il futuro sacerdote è nel nostro Paese dal 2001 e dopo un’esperienza nella comunità monastica di Sant’Antimo ha compiuto il noviziato nella comunità dei Missionari di Maria a Massa Carrara ed è entrato nel seminario di Arezzo nel 2007. In diocesi Aimè ha svolto servizio prima nelle parrocchie di Farneta, Monsigliolo e Montecchio affiancando don Giorgio Basacca e attualmente nella parrocchia di Sant’Egidio all’Orciolaia di Arezzo con don Marcello Colcelli.Nel corso della celebrazione il presule si rivolge spesso a don Aimè con parole paterne: «Caro giovane amico, rispondendo alla vocazione santa stai orientando la tua vita al servizio del Signore; è Lui che ti affida i poveri e i malati, i fanciulli e gli anziani, chi è lieto e chi piange». Fontana sottolinea come la vicinanza e il sostegno del Signore siano presenti «anche nel momento della prova, nelle storie di dolore. Se imparerai a non fuggire davanti alla croce di Cristo, lo Spirito ti assimilerà sempre di più a Lui».In seguito l’arcivescovo consegna a don Aimè una sorta di vademecum per potersi orientare nella sua missione. «Dovrai condurre per mano, esortare, incitare, stimolare, riprendere e correggere, sostenere, rinfrancare: a immagine dell’agnello di Dio, che si fa carico dei peccati del mondo, con la santità della tua vita e con l’innocenza delle tue mani, dovrai farti responsabile del popolo davanti a Dio». Poi l’invito ad entrare «insieme con questi presbiteri che oggi ti fanno corona, nella compagnia degli Apostoli». «Ci conceda, il Signore di essere abili costruttori di ponti tra Dio e l’uomo per favorire il dialogo e la salvezza», afferma il presule a conclusione della sua riflessione.Quindi il cuore della consacrazione. Quando vengono intonate le litanie dei Santi, Aimè si stende a terra. Poi il rito dell’ordinazione prosegue con l’imposizione delle mani da parte dell’arcivescovo e dei sacerdoti presenti, la preghiera di ordinazione, la vestizione e l’unzione cresimale.Particolarmente toccante il momento della consegna del pane e del vino, quando Fontana riceve le offerte anche dalle mani di due bambini, connazionali di Aimè. Sarà un caloroso applauso ad accogliere di fatto don Aimè nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Dopo la benedizione finale, la festa prosegue in seminario. Inizia così il ministero di un prete novello che con entusiasmo si appresta a diventare un «raggio dell’amore di Dio», sostenuto dalla forza della propria umiltà e gioia. di Riccardo Ciccarelli