Italia

Governo: Conte, sarò il garante dell’attuazione del «contratto» per il «governo del cambiamento»

Dopo aver ricordato le prerogative che la Costituzione assegna al presidente del Consiglio, Conte ha parlato di sé in termini di «garante dell’attuazione del contratto per il governo del cambiamento». E intorno alla parola «cambiamento» ha incentrato tutta la prima parte del suo discorso programmatico. Cambiamento rispetto alle tradizionali categorie politiche di destra e sinistra – e qui il premier ha dato una lettura in chiave positiva delle categorie di populismo e di anti-sistema – e cambiamento, anzi, «cesura» anche rispetto alle «prassi istituzionali che sin qui hanno accompagnato la storia repubblicana», un «cambiamento radicale del quale siamo orgogliosi», ha sottolineato.

Sul piano del metodo, il cambiamento implicherà un impegno su tre fronti: «ascolto», «esecuzione» e «controllo», che Conte ha definito «i tre pilastri dell’azione di governo». Sul piano dei contenuti, che poi ha sviluppato nella seconda parte del suo intervento, il presidente del Consiglio ha indicato nella prima parte una sorta di programma minimo, quello che consentirebbe ai cittadini di percepire – sono le sue parole – che «il vento nuovo non ha soffiato invano». Conte ha parlato di «salario minimo orario»; di «reddito di cittadinanza e reinserimento al lavoro»; di «diritto a una pensione dignitosa», di «tasse eque» pagabili con semplicità; di «riduzione del debito pubblico» mediante la crescita e non con misure di austerità. Il cambiamento proposto dal governo, sempre secondo le parole del premier, passa anche attraverso una giustizia «rapida ed efficiente», con strumenti come la «class action», l’«equo indennizzo» per le vittime di reati violenti, il «potenziamento» della legittima difesa.

«Metteremo fine al business dell’immigrazione», ha poi aggiunto Conte, rilanciando uno slogan usato nella polemica pubblica, soprattutto dalla Lega, e ha inserito tra i propositi del governo anche l’introduzione del «daspo» per i corrotti e dell’agente sotto copertura, sempre nel campo della lotta alla corruzione. L’elenco degli impegni che il presidente del Consiglio ha enucleato dal «contratto» prosegue con le misure destinate ai «cittadini diversamente abili»; con il taglio del «legame» tra politica e sanità «per rendere quest’ultima efficiente su tutto il territorio nazionale»; con l’aumento di «fondi, mezzi e dotazioni» per la sicurezza nelle città; con una «adeguata attenzione per le famiglie, specialmente quelle in difficoltà».

Reddito di cittadinanza. «L’obiettivo del Governo è assicurare un sostegno al reddito a favore delle famiglie più colpite dal disagio socio-economico», ha detto Conte. «Il beneficio – ha spiegato – verrà commisurato alla composizione del nucleo famigliare e sarà condizionato alla formazione professionale e al reinserimento lavorativo». Ma non partirà subito: «Ci proponiamo, in una prima fase, di rafforzare i centri per l’impiego, in modo da sollecitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con la massima efficienza e celerità possibili. Nella seconda fase, verrà erogato il sostegno economico vero e proprio». «Ci premureremo – ha aggiunto il premier – di intervenire anche a favore dei pensionati che non hanno un reddito sufficiente per vivere in modo dignitoso, introducendo una pensione di cittadinanza».

La flat tax. Per quanto riguarda le tasse, ha sottolineato Conte, «l’obiettivo è la «flat tax», ovvero «una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell’imposta, in piena armonia con i principi costituzionali». Allo stesso tempo «occorre inasprire l’esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori».

Immigrati. «Chiederemo con forza il superamento del Regolamento di Dublino al fine di ottenere l’effettivo rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità e realizzare sistemi automatici di ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo», ha detto il premier a proposito del tema immigrazione. «Non siamo e non saremo mai razzisti», ha tenuto a sottolineare Conte. Il governo punta a «procedure mirate all’accertamento dello status di rifugiato» che siano «certe e veloci», anche «al fine di garantire più efficacemente i loro diritti». «Difendiamo e difenderemo gli immigrati che arrivano regolarmente sul nostro territorio, lavorano e si inseriscono nelle nostre comunità rispettandone le leggi e dando un contributo decisivo allo sviluppo – ha dichiarato il premier – ma per garantirne l’indispensabile integrazione, dobbiamo non solo combattere con severa determinazione le forme più odiose di sfruttamento», ma anche «riorganizzare e rendere efficiente il sistema dell’accoglienza, assicurando trasparenza sull’utilizzo dei fondi pubblici ed eliminando ogni forma di infiltrazione della criminalità organizzata». «Ove non ricorrano i presupposti di legge per la loro permanenza – ha detto ancora Conte a proposito degli immigrati – ci adopereremo al fine di rendere effettive le procedure di rimpatrio e ci adopereremo affinché anche in sede europea tutti i Paesi terzi che vorranno stringere accordi di cooperazione con un Paese membro dell’Unione acceda alla sottoscrizione di accordi bilaterali di gestione dei flussi migratori». Il presidente del Consiglio ha poi rivolto un pensiero a Sacko Soumayla, il bracciante maliano ucciso pochi giorni fa. Ed è stato l’unico momento in cui tutta l’assemblea del Senato, opposizioni comprese, si è alzata in piedi ad applaudire.

Collocazione internazionale. «Intendiamo preliminarmente ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato. Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa», ha dichiarato il presidente del Consiglio. Per quanto riguarda i rapporti con l’Europa, ha spiegato Conte, «l’eliminazione del divario di crescita tra l’Italia e l’Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati. Il debito pubblico italiano è oggi pienamente sostenibile; va comunque perseguita la sua riduzione, ma in una prospettiva di crescita economica. La politica fiscale e di spesa pubblica dovrà essere orientata al perseguimento degli obiettivi richiamati di crescita stabile e sostenibile». «In Europa – ha aggiunto il premier – verranno portati con forza questi temi per un adeguamento della sua governance, un adeguamento già al centro della riflessione e della discussione di tutti i paesi membri dell’Unione». «L’Europa è la nostra casa», ha affermato ancora Conte, e «quale Paese fondatore abbiamo il pieno titolo di rivendicare un’Europa più forte e anche più equa, nella quale l’Unione economica e monetaria sia orientata a tutelare i bisogni dei cittadini, per bilanciare più efficacemente i princìpi di responsabilità e di solidarietà».

Riforma terzo settore. «L’azione del governo sarà sensibile anche al principio di sussidiarietà, che impone di limitare l’azione dei pubblici poteri quando l’iniziativa dei privati, singoli oppure organizzati in strutture associative, possa rivelarsi più efficiente». «Intendiamo porre in essere tutti i provvedimenti, anche correttivi – ha aggiunto Conte – che consentano la piena realizzazione di una efficace riforma del terzo settore, che sia effettiva anche sul piano delle ricadute fiscali». E questo perché «siamo consapevoli che il terzo settore e tutti gli organismi che lo affollano (associazioni di volontariato, di promozione sociale, di cooperazione sociale, che perseguono la solidarietà sul piano internazionale) offrono modelli di sviluppo sostenibile, che contribuiscono a realizzare un circuito di solidarietà che favorisce le persone fragili e più bisognose». Conte ha anche annunciato l’intento di valorizzare le piccole associazioni sportive dilettantistiche.

Con 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astensioni, l’Aula del Senato, nella seduta del 5 giugno, ha approvato la mozione di fiducia al Governo, presentata dai senatori Crimi e Candiani