Firenze

«Gocce di carità», serve un aiuto per far curare a Firenze il piccolo Nazir

Avere un figlio malato è una tragedia, ma avere un figlio malato senza poterlo curare è tra le peggiori che possa capitare. E potersi curare o meno non dipende solo dalla gravità dalla malattia, ma anche da dove nasci. Nazir – lo chiameremo così anche se non è il suo nome, con un altro nome del suo Paese, per tutelarne la privacy – ha soli sette anni, ma già è stato doppiamente sfortunato. Viveva una vita felice con la sua famiglia in Pakistan, babbo, mamma e i suoi due fratelli. Fin quando non è incorso nella prima grave sfortuna: ha avuto un brutto incidente, un trauma che gli ha lasciato gravi danni neurologici. Ma la seconda sfortuna è che nel suo Paese non c’è la possibilità di salvarlo. I medici si sono impegnati, hanno dato il meglio che potevano, lo hanno operato due volte, invano. Gli interventi non sono stati risolutivi.La mamma, Bibi e il babbo, Ali (anche per loro utilizzeremo nomi locali fittizi), si sono disperati. Fin quando non si è aperta una speranza: hanno scoperto che in Italia ci sono ospedali d’eccellenza che potevano salvare il loro bambino e che c’era la possibilità di portare Nazir tramite un progetto di cooperazione internazionale. Nonostante il lungo viaggio e le forti spese da sostenere per il trasferimento aereo, il soggiorno in Italia, i viaggi interni alla Penisola, per le quali hanno dato fondo ai loro risparmi, non ci hanno pensato due volte a fare le valige, prendere gli altri due bambini e venire in Italia, a Firenze. Qui lo scorso dicembre Nazir è stato accolto all’ospedale pediatrico Meyer e ha subito un delicato intervento, con i professionisti tra i migliori al mondo. Ma pure la scienza ha i suoi limiti e per il bimbo non è filato tutto liscio: sono insorte complicazioni e ha dovuto subire un’altra operazione.Da Firenze alla Sicilia, dove il piccolo è andato una struttura di Troina, in provincia di Enna, per le necessarie e lunghe cure riabilitative dell’associazione Oasi Maria Santissima. Un ennesimo, oneroso viaggio per il quale Ali e Bibi hanno grattato il fondo del barile, finendo le ultime, ormai scarse, disponibilità finanziarie. A maggio il loro conto era in rosso, ma ancora non potevano tornare a casa e riprendere il lavoro. Nazir aveva ancora bisogno di cure. Non sapevano che pesci prendere. Finché non hanno trovato il coraggio di bussare alla porta della Caritas. Così, grazie al fondo diocesano di solidarietà, Firenze ha fornito loro il primo importante aiuto: un tetto e del cibo. È stata pagata una settimana di soggiorno in un bungalow in campeggio e viveri.Poi la famiglia è potuta tornare in Pakistan: il bimbo sarebbe potuto tornare alla propria vita seguendo una terapia prescritta dai medici fiorentini. Un sospiro, sembrava finita.Tuttavia la doppia sfortuna di Nazir diventa pure tripla: la terapia segnata a Firenze è di difficile, anzi impossibile reperimento in Pakistan. E il piccolo si sta riaggravando.Avere l’illusione di essere a un passo dalla salvezza, poter uscire dalla sofferenza, ripartire. E invece ricaderci. Ancor peggio: avere un’auspicata soluzione lì a portata di mano e non poter far niente perché mancano i soldi. Perché per Nazir una speranza c’è: tornare a Firenze, fare altri controlli e nuove cure al Meyer. Ma con l’inflazione alle stelle, i prezzi che salgono continuamente, la famiglia non ha abbastanza risorse: i fratellini non possono essere lasciati soli in Pakistan, un paese ancora instabile, dove ci sono forti tensioni etnico-nazionali e la longa manus talebana.«I medicinali non sono disponibili in Pakistan – spiega Bibi – Arriveremo a Firenze nella prima settimana di ottobre, abbiamo sistemato la casa per un mese, a 300/400 euro, ma dopo avremo bisogno di un alloggio».«Discuterò di tutti i problemi con il suo medico e gli chiederò di fare il suo piano sanitario – continua la mamma – Inoltre cercherò cure in qualsiasi centro di riabilitazione più vicino a Firenze, che dovranno andare da un minimo di tre mesi a un massimo di sei: dipende tutto dalle condizioni di salute di Nazir».«Stiamo facendo del nostro meglio per gestire le nostre spese – conclude accorata la donna – ora siamo molto poveri, ci stiamo organizzando il volo aereo, i biglietti sono molto costosi, almeno 3500 euro. Stiamo cercando di reperire i soldi e stiamo cercando di capire se passando dal Qatar, con altre compagnie aeree potremmo risparmiare qualcosa. Stiamo gestendo tutto con così tante difficoltà, ma lo faremo per il nostro bambino. Qui in Pakistan non c’è niente per mio figlio, che da quando è tornato si è ammalato nuovamente».La Caritas si sta impegnando, insieme all’associazione «Firenze è con te» fondata dall’ex calciatore della Fiorentina Marco Viani per trovare una soluzione abitativa alla famiglia di Nazir durante il loro soggiorno a Firenze. Chi volesse contribuire ad aiutare Nazir, può fare un bonifico sul conto della Caritas diocesana (l’Iban è nel riquadro in questa pagina). Come contribuireChi vuole aiutare la famiglia di Nazir a tornare a Firenze per completare il percorso di cura all’ospedale può fare un bonifico sul conto intestato aArcidiocesi di Firenze – Caritas DiocesanaIban: IT66 D 01030 02829 000 000 173594presso Monte dei Paschi – ag. 32 – Firenzecon la causale «Gocce di carità»