Vita Chiesa

GMG SYDNEY,  CERIMONIA DI BENVENUTO PER BENEDETTO XVI: I GIOVANI ABBIANO IL CORAGGIO DI DIVENIRE SANTI

“Possano i giovani riuniti qui per la Giornata mondiale della gioventù avere il coraggio di divenire santi! Questo è ciò di cui ha bisogno il mondo, più di qualunque altra cosa”. Con questo auspicio il Papa ha concluso oggi il discorso tenuto in occasione della cerimonia di benvenuto, alla Government House di Sydney. “La Giornata mondiale della gioventù mi riempie di fiducia per il futuro della Chiesa e per il futuro del nostro mondo”, ha detto Benedetto XVI rivolgendosi ai giovani e definendo “una gioia essere con loro, pregare con loro e celebrare l’Eucaristia insieme con loro”. “Qualcuno potrebbe chiedersi che cosa spinga migliaia di giovani a intraprendere un viaggio che per molti di loro è lungo e dispendioso, al fine di poter partecipare ad un evento di questo tipo”, ha detto il Santo Padre, secondo il quale “sin dalla prima Giornata mondiale della gioventù, nel 1986, è stato evidente che un numero vasto di giovani apprezza l’opportunità di ritrovarsi insieme per approfondire la propria fede in Cristo e condividere l’un l’altro un’esperienza gioiosa di comunione nella sua Chiesa. I giovani oggi – l’analisi del Papa – “sono di fronte ad una sconcertante varietà di scelte di vita”: di qui l’importanza dello Spirito, che “dona la saggezza per discernere il sentiero giusto ed il coraggio per percorrerlo”.

“Date le molte migliaia di giovani che visitano l’Australia in questi giorni, è doveroso riflettere su quale tipo di mondo noi stiamo consegnando alle future generazioni”. Lo ha detto oggi il Papa, che durante la cerimonia di benvenuto alla Government House di Sydney è tornato su uno degli spunti del messaggio inviato all’arrivo nel Paese, ribadendo che “le meraviglie della creazione di Dio ci ricordano la necessità di proteggere l’ambiente ed esercitare un’amministrazione responsabile dei beni della terra”. “L’Australia si sta seriamente impegnando per affrontare la propria responsabilità nel prendersi cura dell’ambiente naturale”, le parole del Pontefice, secondo il quale “alla stessa maniera, nei confronti dell’ambiente umano, questo Paese ha sostenuto generosamente operazioni internazionali per il mantenimento della pace, contribuendo alla risoluzione di conflitti nel Pacifico, nel Sud-est asiatico e altrove”. “A motivo delle molte tradizioni religiose rappresentate”, secondo il Papa, l’Australia è, inoltre, “un terreno particolarmente fertile per il dialogo ecumenico e interreligioso”. “Attendo con piacere – ha detto in proposito Benedetto XVI – di incontrare i rappresentanti locali delle diverse comunità cristiane e delle altre religioni”.

La Chiesa australiana, “oltre ad essere la più giovane tra le Chiese dei vari continenti, è anche una delle più cosmopolite”, visto che “fin dal primo insediamento europeo questo Paese è divenuto la dimora non solo di generazioni di emigranti dall’Europa, ma anche di persone di ogni parte del mondo”. Durante la cerimonia di benvenuto alla Government House di Sydney, il Papa ha definito l’Australia “una nazione giovane”, ma ha anche ricordato che “già per migliaia di anni prima dell’arrivo degli emigranti occidentali, i soli abitanti di questo suolo erano persone originarie del Paese, aborigeni e isolani dello Stretto di Torres”. “Il loro antico retaggio forma parte essenziale del panorama culturale dell’Australia moderna”, ha proseguito Benedetto XVI, definendo “coraggiosa” la decisione del governo australiano di “riconoscere le ingiustizie commesse nel passato contro i popoli indigeni”, grazie alla quale “si stanno ora facendo passi concreti al fine di raggiungere una riconciliazione basata sul rispetto reciproco”.

“Questo esempio di riconciliazione offre speranza in tutto il mondo a quei popoli che anelano a vedere affermati i loro diritti e riconosciuto e promosso il loro contributo alla società”, ha affermato il Papa, lodando anche l’opera dei coloni europei – tra i quali “una porzione significativa di cattolici” – per la “costruzione della nazione, particolarmente nei campi dell’educazione e della sanità”. “Una delle figure eminenti della storia” dell’Australia è inoltre la Beata Mary McKillop, “sulla cui tomba pregherò più tardi oggi stesso”, ha detto il Papa, secondo il quale “i suoi interventi a difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio pratico di santità sono divenuti sorgente di ispirazione per tutti gli australiani”. E proprio traendo “ispirazione” dalla prima Beata australiana, ha concluso Benedetto XVI, “nell’odierno contesto più secolarizzato, la comunità cattolica continua ad offrire un contributo importante alla vita nazionale, non soltanto attraverso l’educazione e la sanità, ma specialmente indicando la dimensione spirituale delle questioni che sono maggiormente in evidenza nel dibattito contemporaneo”.

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