Vita Chiesa

Gmg, l’invito di Ron ai giovani toscani: cercate Dio

di Riccardo Bigi

«Fin da piccolo andavo in Chiesa, cantavo nel coro. Ma Dio bisogna cercarlo continuamente, perché siamo fragili, e ogni giorno si deve ricominciare. Ho passato momenti in cui ero molto infelice, grazie a Dio ho capito che ero un cretino. Poi ho imparato a cercare Dio senza vergognarmi».

E’ un incontro forte, quello che i giovani toscani hanno avuto con Ron, sabato 28 maggio a Pistoia. Sul loro cammino verso la Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà in agosto a Madrid, i ragazzi hanno trovato un amico in più. Un fratello maggiore che li ha stupiti, commossi, che ha cantato e si è divertito con loro ma che ha voluto anche aprire il cuore e raccontare storie personali. Come quella dei suoi incontri con Giovanni Paolo II: «L’ho visto da vicino sette volte – ha raccontato – ma quella che ricordo con più emozione è stata l’ultima. Avevo cantato, poi con gli altri artisti mi sono messo in fila per salutarlo, era già molto malato. Allora mi sono inginocchiato davanti a lui, ho appoggiato la testa sulle sue ginocchia e poi, contravvenendo a ogni protocollo, ho preso le sue mani, le sue grandi mani, e me le sono messe sulla testa. Capivo che Dio mi aveva messo davanti a un santo».

Ma tra le storie raccontate da Ron la principale è stata la storia della sua amicizia con Mario Melazzini. «Vi porto i saluti di questo mio amico, che a un certo punto ha visto la vita sconvolta dalla malattia». La malattia è la sclerosi laterale amiotrofica, la Sla: «Mario è un oncologo – ha proseguito – e sapeva bene a cosa stava andando incontro. Era disperato, voleva farla finita. Poi un giorno mi ha chiamato: ama molto la montagna, e si era fatto portare sulla carrozzina in mezzo ai suoi monti. Ho capito, mi ha detto, che la montagna è bella anche vista dalla carrozzina. Ho capito che anch’io posso essere ancora utile nella società e tu, mi ha detto, mi devi aiutare». E’ così che Ron è diventato testimonial dell’Aisla, l’associazione che cerca di portare cure e speranza ai malati di Sla.

Ai giovani è arrivato quindi il videomessaggio dello stesso Melazzini, un saluto registrato appositamente per l’occasione: «Sono dispiaciuto di non essere con voi. Parlare di sofferenza crea disagio, è qualcosa da allontanare. Invece no, la malattia e la disabilità non sono desiderabili o augurabili ma ci sono, esistono e di può cercare di viverle come un valore. La Sla ti toglie parecchio, diventi prigioniero del tuo corpo. Ma si può essere consapevoli che essere conta più del fare. Il fatto che il tuo corpo si blocca, paradossalmente, può permettere alla tua anima di brillare. La dignità della vita non si misura dalla sua qualità. La vita è sempre un dono splendido, che va apprezzato e goduto. Voi stasera cantate con Ron, divertitevi, pensate e preparatevi bene all’esperienza che farete a Madrid».

Ad assistere a questi momenti, in piazza San Francesco a Pistoia c’erano diverse centinaia di ragazzi, da tutta la Toscana. Una tappa importante in vista del viaggio che, in agosto, porterà molti di loro in Spagna: prima a Valencia, per un gemellaggio con le parrocchie locali in preparazione già da parecchi  mesi, poi a Madrid per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Sul palco Leonardo Canestrelli (speaker di Radio Toscana) e Giulia Nannini (conduttrice di Tvl Pistoia) hanno presentato la serata con freschezza e simpatia. Ad esibirsi, i Brotherhood (gruppo della diocesi di Fiesole) con le loro canzoni ispirate ai valori dell’amicizia tra i popoli e le persone, un gruppo aretino di break dance, gli allievi del Laboratorio accademico danza (con Leonardo Marki, giovane professionista apprezzatissimo nella sua danza dedicata a Giovanni Paolo II).

Non sono mancati i saluti dei Vescovi toscani: di persona quelli del «padrone di casa», il vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi, e del vescovo di Pescia Giovanni De Vivo. Saluti registrati, e montati in un simpatico video, quelli degli altri vescovi che, uno dopo l’altro, hanno rivolto parole di augurio e di esortazione.

A fare da mattatore, nel finale, don Danilo Costantino, incaricato regionale per la pastorale giovanile, ideatore e organizzatore (insieme all’incaricato di Pistoia don Simone Amidei) della serata, che sul palco ha dato qualche indicazione pratica, ha illustrato il kit del pellegrino, ha guidato il canto finale sulle note dell’inno del Giubileo dei giovani del Duemila. In piazza i ragazzi hanno trovato anche uno stand della Fratres, l’associazione dei donatori di sangue che ha approfittato della serata per spiegare ai giovani importanza della donazione.